Samuele Bersani, il potere dell’immaginazione

“Cinema Samuele” è il nuovo album del cantautore che raccoglie dieci cortometraggi da vedere ad occhi chiusi, dieci racconti sia fantasiosi che autobiografici.


Non è facile parlare di un artista di cui già tanti hanno parlato e stanno parlando bene in questi giorni, è indubbio che il ritorno al mercato discografico di Samuele Bersani ha risvegliato di buon grado tutte le penne della cosiddetta stampa musicale che hanno gareggiato in lodi sperticate, tutte legittime e anche meritate, che sia chiaro, ma che mi obbligano ad una riflessione o una domanda.

In sostanza: che cosa è successo negli ultimi anni? Come mai un cantautore che fino a ieri era sicuramente apprezzato, ascoltato, si è trasformato improvvisamente nel baluardo della creatività e del cantautorato italiano?

Assente per quasi otto anni dal mercato discografico, Samuele ritorna confermando la sua volontà di andare nella visione opposta rispetto ai tempi odierni fatti di presenzialismo (soprattutto social), singoli usa e getta, caccia alla collaborazione (o meglio dire featuring) furba per le fregare gli algoritmi delle piattaforme streaming.

“Cinema Samuele” è una dichiarazione chiara fin dal titolo, con la sua intatta narrativa, il suo essere pop e allo stesso tempo delicato, visionario e riflessivo.

Anche la copertina, realizzata da Paolo Di Francesco, spiega tanto del progetto, raffigurando un palazzo costituito dalla silhouette del cantautore di spalle.

Una silhouette nera, come il buio creativo che lo ha attanagliato per anni, nella quale si aprono luci e sprazzi di vita, con riferimenti al passato (l’orologio della stazione di Bologna fermo sulle 10:25) o sul presente (il cartellone con l’arcobaleno e la scritta “andrà tutto bene”).

Il libretto del cd contiene i ringraziamenti a ben 80 registi monumentali, mentre le canzoni contengono tanto cinema come annunciato ma anche tanto vissuto del Bersani autobiografico.

C’è la fine di una storia d’amore alla quale lui credeva molto (“Pixel”, “Il tuo ricordo”, “Con te”), ci sono le nostre nevrosi quotidiane legate alla tecnologia (“Scorrimento verticale”), c’è il Covid che è arrivato a gamba tesa sulle nostre vite (“Distopici”), una storia di donne che si amano (“Le Abbagnale”) e soprattutto c’è la voglia di farsi ascoltare da orecchie attente, da persone che non considerano la musica un innocuo sottofondo.

Bersani non dà risposte a chi lo ascolta, forse solleva quei dubbi che oggi sarebbe più lecito farsi (ne “Il Tiranno” e “L’intervista”), non insegue i numeri fini a se stessi ma punta a un pubblico che possa ritrovarsi nel suo fabbricare (parafrasando una sua fan) dei cortometraggi per non udenti.

A differenza dei cantautori di oggi Bersani non eccede nei particolari inutili, dà invece la possibilità ad ognuno di fabbricarsi il proprio film.

Lo dimostra in pieno il primo singolo “Harakiri”, una storia che a ogni ascolto è come se aggiungesse elementi e punti di vista inaspettati, che possono cambiare per ognuno di noi, compresa l’interpretazione del finale.

Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=vRoLujJD568

Quindi, perchè si parla cosi bene di Samuele Bersani? Forse per questo, perchè ci fa immaginare, sognare, a patto che abbiamo la volontà e la pazienza per poterlo ascoltare.

La sfida, in tempi cosi superficiali e compulsivi, è proprio questa, come nel cinema non possono esistere solo i blockbuster miliardari ma ci anche vogliono i piccoli film d’autore, anche nella musica pop devono (r)esistere livelli d’ascolto diversi.

Per Bersani in vista c’è anche un nuovo tour, annunciato per la prossima primavera e con partenza il 18 aprile 2021 dal Teatro degli Arcimboldi di Milano.

Informazioni:

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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,30 – 21,00 su Radio Budrio

Fabio Alberti

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