Ritorno a Cola dell’Amatrice
Opere dalla Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, il nuovo progetto di Regione Lombardia a cura di Vittorio Sgarbi, al Museo Bagatti Valsecchi fino al 27 agosto.
Tenere alta l’attenzione sul patrimonio artistico del centro Italia segnato dai danni del terremoto, è l’obiettivo di questa iniziativa milanese, che interpreta anche il desiderio di resurrezione di un intero territorio, a partire dalla valorizzazione delle sue bellezze paesaggistiche e artistiche. In questo senso si iscrive la campagna di raccolta fondi collegata alla mostra, inserita nell’iniziativa Adotta un museo di ICOM Italia, volta al restauro della Vergine, statua lignea del XV secolo della chiesa di San Pellegrino a Norcia, opera ammalorata dal sisma dello scorso 2016. La mostra dedicata all’artista di Amatrice vede esposte, nella casa museo di via Gesù, quattro opere oggi custodito presso la Pinacoteca Civica di Ascoli: due Angeli e la coppia di tavole della Vergine addolorata e del San Giovanni apostolo, figure a grandezza naturale di toccante intensità emotiva. A corredo della mostra, un video ripropone immagini dei recenti terremoti, che hanno colpito il centro Italia. Dal 26 al 28 maggio sono state allestite al 39mo piano di Palazzo Lombardia due grandi tavole, la Sibilla Ellespontica e la Sibilla Frigia dal Polittico dell’Esaltazione della croce sempre provenienti dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno.
Con questo progetto espositivo a cura di Vittorio Sgarbi e dedicato a Nicola Filotesio, meglio conosciuto come Cola dell’Amatrice, Regione Lombardia intende valorizzare l’identità e la vocazione culturale delle terre colpite dal sisma. L’artista, attivo nella prima metà del Cinquecento e nato proprio nel comune della provincia di Rieti oggi distrutto dal terremoto, fu personalità complessa e interessante, benché oggi poco nota al grande pubblico. La Civica Pinacoteca di Ascoli Piceno conserva alcune delle tavole più rappresentative dipinte da Cola, che a Roma ebbe la possibilità di confrontarsi con Raffaello e Michelangelo, aggiornando così la propria formazione legata ai modelli umbro-laziali del tardo quattrocento. Formatosi nel territorio appenninico compreso fra Umbria, Lazio, Marche ed Abruzzo, l’artista dapprima guardò con interesse le creazioni di Perugino lasciandosi poi attrarre da Raffaello, modello da lui rielaborato in chiave anticlassica, ponendo l’accento sulla drammatica espressività dei dolenti. Per la sua particolare posizione nell’ambito della cultura figurava del Rinascimento italiano, Cola dell’Amatrice è stato oggetto di importanti contributi critici da parte di Federico Zeri, che sin dagli anni Cinquanta del Novecento accese i riflettori sui territori appenninici oggi devastati dal sisma, contribuendo alla ricostruzione di un tessuto culturale che rivela la propria originalità rispetto ai modelli normativi allora vigenti, dando vita ad un Rinascimento alternativo.
La Vergine Addolorata e il San Giovanni apostolo provengono dalla cappella del Crocifisso della chiesa dell’Annunziata nel monastero degli Osservanti (AV): quello delle due figure è uno stile che sembra quasi anticipare l’arte della Controriforma: la commovente intensità dei due dolenti raffigurati grandi al vero e a mani giunte ai piedi della croce favorisce la toccante immedesimazione dei fedeli, offrendosi quale modello di preghiera e di struggente partecipazione. La campagna Adotta un Museo promossa da ICOM Italia – International Council of Museums ha come fine il sostegno dei musei e delle comunità museali colpite dal sisma, promuovendo, sulla base delle richieste dei musei stessi, l’avvio di progetti concertati e sostenuti da altre istituzioni disponibili ad offrire il proprio aiuto. Tale solidarietà tra strutture museali sotto il segno di ICOM è anche un modo per rafforzare la rete tra professionisti e creare vicinanza sui problemi concreti.
«Dal 24 agosto 2016 il nome della città di Amatrice evoca il drammatico sisma che ha distrutto la cittadina laziale; proprio qui, intorno al 1490, nacque Nicola Filotesio, che per quasi cinquanta anni esercitò la sua attività di pittore e di architetto fra Ascoli Piceno, Roma, L’Aquila e Città di Castello». Sono le parole di Vittorio Sgarbi, curatore del progetto, che prosegue: «Più noto come Cola dell’Amatrice, Filotesio, è stato per questo prescelto quale testimonial dei luoghi distrutti dal terremoto e delle opere d’arte danneggiate dal sisma che ha colpito il cuore dell’Italia».
«Il Museo Bagatti Valsecchi è lieto di accogliere ancora una volta un progetto di Regione Lombardia, creando un’occasione di approfondimento e riflessione culturale per la città di Milano e rinnovando al contempo l’attenzione su una calamità che ha duramente colpito l’Italia» così commenta Pier Fausto Bagatti Valsecchi, presidente della Fondazione omonima. “Ospitare all’interno della casa museo un artista che è stato protagonista di un “Rinascimento distaccato” si allinea con l’azione collezionistica dei due fratelli Fausto e Giuseppe, i quali composero la loro collezione proprio attingendo a quel tessuto provinciale cui anche Cola afferisce».
Nelle date del 15 giugno e del 13 luglio, alle ore 16, sono previsti dei laboratori per i bambini per imparare a disegnare come in una bottega del Rinascimento, prendendo ispirazione dall’arte del Maestro di Amatrice. La mostra è un progetto di Regione Lombardia a cura di Vittorio Sgarbi. È organizzata dal Museo Bagatti Valsecchi, in collaborazione con la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno e con il sostegno di XL Catlin; il progetto espositivo, nelle due sedi, è stato curato dallo Studio Lissoni Associati. Media partner dell’iniziativa: Artslife e The Art Post Blog.
INFORMAZIONI
Ritorno a Cola dell’Amatrice. Opere dalla Pinacoteca civica di Ascoli Piceno
Museo Bagatti Valsecchi
27 maggio fino al 27 agosto
Da martedì a domenica, 13 – 17.45 (chiuso tutti i lunedì, 2 giugno e il 15 agosto)
Ingresso: intero 9 euro, ridotto 6 euro
Hashtag della mostra #ritornoacola