Polo Museale della Calabria e Museo Navigante

Anche il Polo Museale della Calabria, diretto da Angela Acordon, ha aderito al Museo Navigante

Con l’inizio dell’Anno del patrimonio culturale Europeo, il Museo Navigante che ha la finalità di valorizzare il patrimonio culturale marittimo italiano, salperà, a bordo della goletta Oloferne. L’imbarcazione  farà rotta dall’Adriatico al Tirreno e le sue tappe toccheranno tutte le regioni costiere. L’ultima meta sarà Sète (Francia) in occasione della manifestazione Escale à Sète in rappresentanza dei musei italiani.

Il Polo Museale della Calabria è rappresentato da due musei, il primo è il Museo  Archeologico dell’antica Kaulon, diretto da Rossella Agostino. Il Museo  archeologico ha un percorso espositivo – come specifica la dottoressa Agostino che illustra  la storia della colonia magno-greca di Kaulonia dall’età di fondazione, ad opera dei crotoniati, fino ad età ellenistico-romana ed ospita anche reperti subacquei. Tra questi, ancore e resti di colonne lavorate da aree limitrofe all’odierno Museo situato a poca distanza dalla costa vicino a Punta Stilo. L’esposizione presenta per alcuni settori parziali ricostruzioni di edifici abitativi e  sacri finalizzate ad una migliore lettura da parte del pubblico.

Le Collezioni più importanti sono – come precisa il direttore del Museo -: rocchi di colonne in marmo anche lavorate rinvenute nelle acque antistanti il sito dell’antica città di Kaulonia.  Tetto tempio del Colle della Passoliera di età greca caratterizzato da una ricca policromia. Collezione numismatica e fra i “pezzi” più significativi l’attenta studiosa indica: manufatti bronzei, tra cui specchi, elementi di armature. Inoltre una interessante iscrizione votiva in lingua achea dall’area del tempio dorico. Mosaico pavimentale policromo con la raffigurazione di drago di età ellenistica dall’abitato.

Oltre al Museo Archeologico dell’antica Kaulon si aggiunge il Museo archeologico di Capo Colonna di Crotone, diretto da Gregorio Aversa.

Il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna, invece, è suddiviso in tre sezioni principali. Sono dedicate ai resti dell’insediamento sorto sul promontorio in età romana, al santuario di età greca sviluppatosi sullo stesso luogo. Infine, una terza parte destinata ad illustrare le problematiche dell’archeologia subacquea. Espone una parte del carico di marmi trasportati dalla nave naufragata presso Punta Scifo. Il reperto è databile al III sec.d.C., oltre ad altre suppellettili rinvenute durante lo scavo del relitto e oggetti prelevati da altri contesti sottomarini.

Terrecotte architettoniche, vasi a figure nere, vasetti miniaturistici, bronzetti figurati attestanti la frequentazione del santuario greco e appartenenti al cd. Tesoro di Hera, formano – come afferma il direttore Aversa – le collezioni più importanti. Fra i pezzi di maggior pregio il dott. Aversa indica frammenti in marmo pario appartenenti alla decorazione del grande tempio di ordine dorico. Di questo, all’interno dell’attiguo Parco Archeologico, si conserva parte del basamento ed una colonna in blocchi tufacei.

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