Musica liquida, ce n’è per tutti

Produttori e distributori fanno il punto sulla musica italiana oggi, tra libertà di fruizione e valorizzazione degli artisti.

Il 29 gennaio presso l’Auditorium Enzo Biagi della Biblioteca Salaborsa i protagonisti della produzione e distribuzione della musica, invitati dagli organizzatori della mostra NOI. NON ERANO SOLO CANZONETTE, si sono incontrati per discutere della trasformazione della musica italiana e dell’industria discografica a seguito dell’avvento del digitale.

Il dibattito, introdotto da Gianpaolo Brusini – curatore della mostra NOI. NON ERANO SOLO CANZONETTE – e condotto da Enzo Mazza – Ceo Fimi -, ha visto la partecipazione di Dodi Battaglia, artista e portavoce Nuovo Imaie; Federica Tremolada, Managing Director Spotify; Lino Prencipe, Director Digital & Business Development Sony Music Italy e Marta Cagnola, giornalista e speaker Radio24.

Numeri interessanti quelli emersi durante l’incontro e che hanno mostrato quanto dirompente e rivoluzionario sia stato l’avvento del digitale per il settore. Basti pensare che il segmento digitale in Italia dal 17% nel 2010 è arrivato al 73% nel 2019.

“L’industria musicale è passata da un mondo di plastica a uno liquido – ha sottolineato Enzo Mazza – non si è mai consumata tanta musica come oggi. Il digitale ha offerto molte opportunità di fruizione. Indubbiamente i primi anni d’ingresso della musica nel digitale sono stati difficili, tuttavia nessuna industria ha rappresentato meglio l’adattamento all’innovazione. Oggi i modelli di distribuzione sono molto più ampi”.

Un cambiamento epocale che ha avuto conseguenze sorprendenti, tra cui l’affermazione del repertorio italiano: solo sette artisti internazionali hanno portato un album in top ten e nel 2017 solo un artista straniero è stato il vincitore della stagione. La produzione locale ha occupato le classifiche con oltre l’80% di share; al confronto, il cinema italiano non raggiunge il 30% tra i film più visti nello stesso periodo, fanno sapere dalla FIMI.

È innegabile, inoltre, come la stagione dello streaming abbia introdotto un forte mutamento generazionale nelle chart: nuovi generi musicali hanno inevitabilmente preso il sopravvento, un cambiamento di rotta determinato dalle scelte degli utenti che oggi dirigono il mercato.

“La casa discografica come è stata raccontata finora non esiste più. Il lavoro consiste ancora nella scoperta dei talenti, ma la complessità dei dati a disposizione oggi richiede professionalità diverse che sappiano leggere tali dati e analizzare i gusti del consumatore”, così Lino Prencipe.

Innovazione che però sta cominciando a coinvolgere, oltre ai teenager, anche le fasce adulte, facilitate nel soddisfare le proprie esigenze musicali. Non dimentichiamo, come ribadito da Federica Tremolada, che “oggi la musica italiana può essere esportata in tutto il mondo. Tre sono le parole che contraddistinguono oggi la diffusione della musica: globalizzazione, personalizzazione e diversità, ovvero aspetti che permettono agli utenti di scegliere non solo cosa ascoltare, ma anche come e dove farlo. Inoltre lo streaming può al tempo stesso dare nuova vita al nostro patrimonio musicale che può così essere riscoperto dai più giovani”.

La democratizzazione della musica deve però andare di pari passo con la tutela e la valorizzazione dei talenti: “lavoriamo per garantire agli artisti la sostenibilità del business, in modo da offrire loro la giusta valorizzazione, anche economica”, ha concluso Lino Prencipe.

Quest’ultimo aspetto è imprescindibile per Dodi Battaglia, secondo il quale: “la musica è e sarà parte integrante della nostra maniera di esistere, è la compagna di viaggio della nostra giornata. Negli anni la musica ha subito molte mutazioni, come quando ha iniziato a essere gestita dalle case discografiche o con l’avvento della radio che, di fatto, ha offerto la possibilità di fruire gratuitamente di essa. Poi il web che ha permesso di ascoltare musica senza l’acquisto di CD. A fronte di questa democratizzazione stiamo lavorando tutti affinché ci sia uno “sfruttamento” equo degli artisti e una valorizzazione delle nostre eccellenze. Non dimentichiamo che non è scontato avere in Italia artisti famosi in tutto il mondo e dotati di grande talento. Le possibilità offerte dal web sono fantastiche, dobbiamo solo rendere queste mutazioni positive e farle nostre”.

Giuliana Di Gioia

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