Marco Paolini laurea honoris causa
Il titolo accademico in Filosofia e Forme del Sapere dall’Università di Pisa.
L’Università di Pisa ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere all’attore, autore e regista Marco Paolini con una cerimonia che si è svolta il 25 gennaio nell’aula magna nuova del Palazzo “La Sapienza” (via Curtatone e Montanara, 15).
Il pomeriggio è stato aperto dai saluti del Rettore Riccardo Zucchi, quindi il professore Pierluigi Barrotta del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere ha letto la Motivazione del conferimento, a seguire la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha fatto la Laudatio. A conclusione della cerimonia, Marco Paolini ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”.
La cerimonia di conferimento della laurea honoris causa
“Una laurea honoris causa è anzitutto un modo per onorare chi la riceve, è questo è certamente il caso di Marco Paolini, figura di grande rilievo nel mondo dell’arte, del teatro, della cultura e dell’impegno civile” ha esordito così il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi nell’inaugurare la cerimonia.
“Marco Paolini ci apre nuove prospettive – ha aggiunto Zucchi – Nel suo caso, la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere enfatizza in particolare l’uso del metodo teatrale e dialogico per una rilettura critica di ciò che riteniamo noto, evoluzione moderna di un approccio che risale ai grandi dialoghi di Platone”.
Sull’impegno civile di Marco Paolini è tornata anche la Motivazione del conferimento della laurea honoris causa letta subito dopo dal professore Pierluigi Barrotta, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
“Il teatro di Marco Paolini – ha detto Barrotta – è un teatro civile e di denuncia basato sul coraggio della presa di posizione e sull’importanza di tenere vivo il pensiero critico e dubitoso che rappresenta la linfa vitale della ricerca filosofica”.
In particolare nella motivazione il riferimento è a due lavori: il racconto del Vajont, considerato “una vera e propria riflessione di Filosofia della Scienza che ci ricorda che ogni opera artatamente costruita dall’uomo e inserita nell’ambiente naturale rende necessario l’apporto e la supervisione critica della ricerca scientifica”, e ITIS Galileo che “rappresenta una pietra miliare per chi si occupa dei legami tra la Filosofia e la Scienza, ma anche per chi si batte per l’indipendenza e laicità della seconda”.
“Nel teatro di Marco Paolini la narrazione ha un ruolo centrale, che per semplicità vi proporrò di considerare socratica”, ha detto la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che ha tenuto la Laudatio.
“Come filosofe e filosofi emotivamente coinvolti nel suo teatro gli esprimiamo oggi la nostra gratitudine – ha quindi concluso – Perché non solo ci ha invitato a considerare questioni che riguardano noi e il nostro passato, ma, soprattutto nelle sue opere più recenti, ci ha proposto riflessioni appassionate sul rapporto fra le generazioni e sulla responsabilità che abbiamo tutti e tutte di immaginare assieme un futuro accettabile per l’ecosistema terra”.
Dopo il conferimento ufficiale della laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha infine preso la parola Marco Paolini che ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”. Nel suo appassionato e personale racconto del suo rapporto con il teatro, Paolini ha ricordato i suoi esordi, gli scrittori e autori che hanno influenzato il suo percorso come Luigi Meneghello e Peter Brook sino ai progetti futuri.
“Il mio è un mestiere di incontri – ha detto Paolini – devi accorgerti quando succedono, per questo tengo un quaderno. L’unico criterio utile è il numero sulla copertina. Sarà un caso ma gli appunti per questa occasione son finiti sul quaderno n. 100. Son circa 8/9000 pagine di quaderni che non servono granché, ma ogni tanto vengono buone per non perdersi o per accorgersi che sto girando in tondo. È questa la natura del mio lavoro”.
L’Abiura – 26 gennaio incontro con studentesse e studenti UNIPI
Venerdì 26 gennaio alle 10.00, presso il Polo Carmignani (Piazza dei Cavalieri) Marco Paolini ha tenuto una lezione aperta alla comunità studentesca dal titolo “L’abiura”.
Il filo conduttore dell’incontro è stato il dialogo intergenerazionale, al centro dell’ultimo lavoro teatrale di Paolini (Boomers, in scena sabato 27 gennaio al Teatro Verdi): un dialogo necessario, ma reso difficile dall’apparente rottura del codice comunicativo e culturale fra le generazioni. L’accelerazione del tempo storico e i profondi cambiamenti in corso stanno rapidamente trasformando le parole e le cose.
Boomers e millennials non parlano lo stesso linguaggio, forse non vivono nemmeno nello stesso mondo, o per lo stesso mondo. I loro punti di vista sono spesso lontani, antagonistici, su molti fronti: la società patriarcale; le relazioni, la sessualità, l’identità di genere; l’Occidente e il suo modello di sviluppo; l’ideologia e l’impegno politico; la tecnologia, l’ambiente, il futuro.
Sono ancora in grado di capirsi? Ha senso per loro farlo? Possono costruire insieme dei ponti tra futuro e passato? O l’unica soluzione (per i boomers) è… l’abiura?
Nella foto il rettore Riccardo Zucchi (a destra) conferisce la laurea a Marco Paolini (sinistra)