Maneskin, quando a parlare è la musica

“Rush” riassume in 17 brani l’esperienza losangelina per il gruppo romano che rafforza il proprio marchio di fabbrica, pescando dai cliché del rock portandoci in un Luna Park di pose ironiche, trasgressive e pop di facile presa.


Iggy Pop, Rolling Stones, Tom Morello (chitarrista di Rage Against The Machine, Audioslave), Max Martin (autore per Backstreet Boys, Lady Gaga, Katy Perry, Britney Spears, Ariana Grande).

Questi sono alcuni nomi di artisti che in questi ultimi due anni hanno apprezzato o hanno collaborato con un gruppo che,.come sappiamo, partito dall’Italia, ha calcato palchi importanti di festival internazionali raccogliendo consensi, curiosità ma anche interrogativi, illazioni e stroncature.

Talento o marketing? Fortuna o meritocrazia? “Rush” è uscito per darci una risposta chiara, per chiarire ulteriormente ciò che lo stesso Manuel Agnelli per primo aveva spiegato ai tempi della loro affermazione a X Factor 2017.

I Maneskin sono ragazzi nati intorno all’anno 2000, non a caso il periodo storico in cui il rock, quello classico o quello che negli anni ’90 ne traeva ampia ispirazione, perdeva in gran parte la forza di essere popolare per le masse e artisticamente credibile allo stesso tempo, lasciando a fenomeni pop punk o rock emo la piazza della musica inedita di un genere costretto in alternativa a vivere di nostalgia o di artisti già affermati nei decenni precedenti.

Il discorso sarebbe lunghissimo, ma arrivando a “Rush” possiamo dire che i Maneskin incarnano al meglio proprio questo modo di intendere il pop rock post anni ’90, in un periodo in cui i confini tra i generi sono diventati impercettibili se non completamente inutili.

Brani come “Own my mind”, “Baby Said” portano avanti il consueto schema musicale standard del gruppo che spesso ritorna ma in “Rush” ci sono anche le ballate come la già nota “The Loneliniest”, “Time zone” e “If not for you”, a portare armonie che, per quanto derivative, si portano a casa un buon risultato.

“Kool Kids” è una curiosa incursione del neo punk britannico odierno a partire dall’accento stesso che Damiano imita sul filo della parodia, mentre “Mark Chapman” affronta con energia il tema degli stalker seriali usando la lingua italiana.

I Maneskin ironizzano sui cliché sesso, droga e rock and roll nei loro testi divertenti ed esagerati svoltando rispetto alla cupezza del loro precedente “Teatro d’Ira vol.1” che oggi ci appare fin troppo grezzo e imperfetto.

Con Max Martin e il loro manager Fabrizio Ferraguzzo alla produzione, con SLY (Chainsmokers) e Rami (Britney Spears) come coautori di alcuni brani, i Maneskin oggi consolidano il loro stile facendo puro intrattenimento con musiche e testi adeguati all’obiettivo minimo, senza pretese di passare alla storia.

La loro chiacchieratissima collaborazione con Tom Morello sfocia in “Gossip”, brano divertente che farà ballare il loro giovanissimo pubblico, o finirà nei fatidici 30 secondi della piattafroma TikTok, veicolo fondamentale per la loro affermazione mondiale.

I Maneskin sono padroni della loro età, del loro tempo in quanto gruppo e progetto musicale multimediale, ed è veramente inutile ogni paragone col passato, il sottolineare che sono italiani, che “suonano gli strumenti veri” oppure li rompono, fanno male gli assoli, o suonano nudi nei video.

I Maneskin hanno il loro percorso e la storia li giudicherà, per il momento a cantare e ballare sono loro grazie ad una invidiabile macchina promozionale che sono stati bravi a guadagnarsi, agli altri spesso rimane la tastiera, quella del computer o del telefono, per giudicarli, per il diritto di critica (motivato), a ognuno il proprio mestiere.

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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,05 – 21,00 su Radio Budrio

 Fabio Alberti

 

 

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