L’”Amore” di Pippo Delbono

Lo spettacolo in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna, dal 14 al 17 dicembre.


Dopo la lunga tournée in Italia e all’estero, dal 14 al 17 dicembre va in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna Amore, l’ultima opera di Pippo Delbono, tra gli artisti italiani più apprezzati e conosciuti all’estero, i cui lavori sono ospitati e prodotti nei teatri e nei festival di numerosi paesi stranieri. Lo spettacolo, che ha debuttato nel 2021 al Teatro Storchi di Modena e che è appena stato in scena anche a Cesena, arriva finalmente a Bologna, dove era previsto in programma la scorsa stagione e poi annullato.

Regista, autore, attore di teatro e cinema di casa in ERT, che lo sostiene dagli esordi, Delbono ha segnato la storia del teatro contemporaneo europeo: negli anni ’80 ha fondato insieme a Pepe Robledo la sua Compagnia, che nel tempo si è allargata a una comunità scenica dalla forza espressiva irripetibile.

Amore è una grande coproduzione internazionale, che ha coinvolto personalità artistiche di diverse discipline, come il celebre chitarrista e compositore Pedro Jóia, due volte Premio Carlos Paredes 2021, il cantante Miguel Ramos, uno dei più riconosciuti della nuova generazione del fado, l’angolana Aline Frazão, scrittrice, musicista e autrice nel 2020 della colonna sonora del film Aria Condizionata del regista Fradique (fra i più talentuosi del cinema contemporaneo africano), l’artista visiva portoghese Joana Villaverde e lo studioso Tiago Bartolomeu Costa.

Amore è una ricerca sull’emozione più potente, quel vero e proprio ingranaggio che nell’organismo umano seleziona, sposta, frantuma e ricompone tutto ciò che vediamo, sentiamo, desideriamo. Uno stato dell’anima, attraversato in scena con l’energia coinvolgente di una musica che sa renderlo carnale: punto di partenza è il Portogallo con la sua cultura, le note sono quelle malinconiche del fado che da sempre materializzano la passione, insieme all’assenza, la distanza, la nostalgia.

La parola poetica, restituita dal registro caldo dell’artista attraverso il suo consueto, ipnotico, salmodiare al microfono, è di autori di lingua portoghese – Carlos Drummond de Andrade, Eugénio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Florbela Espanca – di Jacques Prévert e Rainer Maria Rilke.

Il progetto artistico è nato dall’amicizia fra Pippo Delbono e il produttore teatrale italiano Renzo Barsotti, da anni attivo in Portogallo, e dal desiderio di realizzare insieme uno spettacolo su questo paese. Da qui l’inizio di un suggestivo viaggio attraverso paesaggi pittorici, lirici e sonori, fra geografia esterna – il Portogallo, ma anche l’Angola e Capo Verde – e riflessione autobiografica.

Il ritmo è quello ora di una parata, ora di un tableau vivant, ora di una lenta processione, l’immagine è un quadro che muta nei colori, si scalda e si raffredda. A tenere insieme un montaggio emotivo mai del tutto pacificato è una grammatica scenica che alterna il pieno al vuoto, il canto alla musica, la voce viva al silenzio: una mappatura di emozioni che scava nell’animo dell’autore, dei suoi interpreti e dello stesso spettatore, chiamato a cercare sempre con gli occhi ciò che manca e che, inesorabilmente, tarda a manifestarsi.

«Questo spettacolo presenta una duplice visione dell’amore» racconta Pippo Delbono. «Da una parte – e sono i testi a prendere voce – ci mettiamo, tutti, alla ricerca di quell’amore, cercando di sfuggire alla paura che ci assale. In questo viaggio si cerca di evitarlo, questo amore, anche se ne riconosciamo costantemente l’urgenza; io lo ricerco, ma anche lo voglio, ed è proprio questo che fa paura. Ma il cammino – fatto di musiche, voci, immagini – riesce poi, forse, a portarci verso una riconciliazione, un momento di pace in cui quell’amore possa manifestarsi al di là di ogni singola paura».

Amore per il regista ligure è un altro tentativo di portare dentro al teatro la vita, nominando questa parola, a lungo grande assente nei discorsi pubblici, sulle tracce del sentimento che ci definisce umani.

Domenica 17 dicembre la replica sarà audiodescritta, grazie alla collaborazione con Centro Diego Fabbri di Forlì, con il sostegno di Gruppo Hera nell’ambito del progetto Teatro No Limits.

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