La solidarietà non ha paura

Premiato Andrea Nicoletti, l’autista di Tper che ha soccorso il professore universitario aggredito ad agosto in via Santo Stefano a Bologna.

Rischiare grosso non per se stessi, non per un fratello o un amico ma per uno sconosciuto, preoccupandosi del pericolo senza però lasciarsi frenare dalla paura. È quello che accade quando in ballo c’è qualcosa di molto prezioso, la vita stessa.

Ed è proprio il rispetto per la vita che deve aver spinto Andrea Nicoletti, autista Tper, a evitare che la bella via Santo Stefano diventasse teatro di una tragedia, quando è intervenuto in aiuto di un professore di 69 anni sopraffatto dai violenti colpi di un clochard di 52 anni.

Vedendo la scena, il conducente della linea 13 ha fermato il mezzo e ha bloccato l’aggressore chiamando i carabinieri, un esempio di senso civico di cui la città di Bologna sarà sempre fiera e che ha voluto premiare.

L’onorificenza è arrivata dalle mani di Rosa Maria Amorevole, Presidente del Quartiere Santo Stefano e Irene Priolo, Assessore alla Mobilità del Comune di Bologna il 19 settembre presso la sala consiliare del Baraccano.

Durante la premiazione, svoltasi prima del Consiglio del Quartiere Santo Stefano, era presente per la prima volta anche il professore, vittima dell’aggressione, che fino a quel momento aveva preferito mantenere l’anonimato.

Un gesto che ha salvato la vita di uomo e messo fine alla follia di un altro. Non sappiamo cosa abbia spinto il cinquantaduenne a rendersi autore di una simile violenza, peraltro reiterata.

Sappiamo però quanto pesino umanamente e socialmente episodi simili. Perché se da una parte è confortante che ci siano individui come Andrea, dall’altra è struggente pensare che ve ne siano altri abbandonati ai propri demoni, pronti a nuocere a se stessi e agli altri.

In una società civile non dovrebbero esserci eroi e antieroi, ma solo persone. Un’ovvietà che negli ultimi tempi si è trasformata in utopia, complici anche le vicende socio-politiche degli ultimi tempi, in cui a fare da padroni sono timori e incertezze.

Andrea si è messo in gioco, rischiando tanto per aiutare chi era in difficoltà. Non ha sentito il bisogno di chiedersi chi fosse, perché fosse lì, in lui sono prevalse quella umanità e quella solidarietà che tanto bene farebbero alla nostra società. Dovremmo essere tutti un po’ Andrea.

Giuliana Di Gioia

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