La pittura a Bologna nel lungo Ottocento

Una mostra diffusa e dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica all’inizio della Grande Guerra, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.


Anticipata da un ricco palinsesto di attività che ha preso avvio nel dicembre scorso, la primavera della stagione espositiva a Bologna apre al pubblico dal 21 marzo al 30 giugno 2024 con l’ampia rassegna espositiva diffusa La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915 dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica all’inizio della Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.

Per ampiezza del percorso delineato, numero delle opere esposte e varietà di soggetti e luoghi coinvolti, si tratta della più ampia ricognizione monografica mai organizzata per presentare le origini e le evoluzioni della modernità artistica in ambito bolognese, e in particolare della produzione pittorica la cui presenza è dominante nella cultura figurativa del “lungo Ottocento”.

Sono oltre 500 le opere, di cui circa un centinaio mai esposto prima proveniente dai depositi di istituzioni museali pubbliche e da collezioni private, di 80 artisti appartenenti a generazioni differenti, a essere visibili in 18 sedi (5 musei, 5 gallerie antiquarie, 3 fondazioni, 2 edifici di culto, un palazzo comunale, un teatro storico e un’associazione culturale) situati tra Bologna, Crespellano e San Giovanni in Persiceto, che spaziano tra tecniche (dal disegno al dipinto su tela e tavola, all’acquerello su carta), contesti di realizzazione (dalle grandi decorazioni pubbliche alle opere da salotto, alle riviste) e generi rappresentati (paesaggi, ritratti, soggetti storici, pale d’altare, vedute urbane).

La prima inaugurazione si è svolta martedì 19 marzo 2024 alle ore 20.30 al Museo civico del Risorgimento, con la partecipazione di rievocatori in costume storico di 8cento APS che hanno animato quadri viventi ispirati alle opere esposte nella sezione che dà il titolo all’intera rassegna, La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915. Per offrire un’immersione ancora più suggestiva nelle atmosfere della vita ottocentesca sono stati aperti in via straordinaria, dalle ore 20.00 alle 23.00 con ingresso gratuito, sia il museo sia, grazie alla collaborazione di Biblioteche di Bologna, Casa Carducci, la residenza con gli arredi e le suppellettili originali dove il poeta Giosue Carducci ha abitato dal 1890 fino alla morte nel 1907, situata al secondo piano dello stesso edificio storico situato nella piazza a lui intitolata.

Partendo dallo spoglio della pregevole collezione dei tre album fotografici che documentano la produzione artistica e architettonica a Bologna nella seconda metà del XIX secolo, raccolta da Raffaele Belluzzi (1839-1903) e da lui donata al Museo civico del Risorgimento di Bologna di cui fu primo direttore, l’iniziativa si prefigge l’ambizioso obiettivo di proporre con nuovo slancio interpretativo una visione complessiva su questa fervida stagione culturale rinnovatrice della città attraverso gli studi più aggiornati, le scoperte recenti e le ricostruzioni biografiche acquisite negli ultimi anni.

Numerosi soggetti pubblici e privati concorrono ad arricchire un’iniziativa corale fondato su una co-progettazione culturale durata oltre due anni, con l’obiettivo di restituire a questo patrimonio artistico una rinnovata visibilità per farne riscoprire a un pubblico di non soli specialisti l’altissimo valore non ancora adeguatamente conosciuto e riconosciuto. Collaborano: Comune di San Giovanni in Persiceto, Confcommercio Ascom Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna con Genus Bononiae.

Partecipano: 8cento APS, Accademia di Belle Arti di Bologna, Antichità Barberia, Archivio Fabio Fabbi, Confguide Bologna, Associazione Amici della Certosa di Bologna, Associazione Bologna per le Arti, Associazione per le arti “Francesco Francia”, Bologna Servizi Cimiteriali, Centro Sociale Casa Gialla, Comitato per Bologna Storica e Artistica, Comune di San Lazzaro di Savena, Federagit Guide turistiche, Fondantico, Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Fondazione Gualandi a favore dei sordi, Galleria Artifigurative, Galleria de’ Fusari, Galleria del Caminetto, La Quadreria di ASP Città di Bologna, Le Guide d’Arte, MetROzero di Associazioni Jaya e Samà APS, Mirarte Bologna, Museo Ottocento Bologna, Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Per queste sue peculiarità, il progetto si configura come opportunità rara per vedere rappresentato l’inquieto alternarsi di nuovi stili e ricerche – dal Neoclassicismo accademico al movimento romantico, passando per le tendenze naturalistiche del Purismo e del Realismo, l’Eclettismo storicista fino alle sperimentazioni dei Simbolisti e dei Divisionisti – nel periodo storico in cui, dopo la fine del dominio pontificio e l’adesione al Regno d’Italia, Bologna è attraversata da profondi mutamenti politici, sociali e culturali che conducono la città alle soglie dell’epoca contemporanea.

La città felsinea è geograficamente destinata a essere il crocevia d’Italia, luogo d’incontro e confronto della cultura e dell’economia. Questo ruolo viene in parte perdendosi negli anni centrali del Risorgimento, ma con l’Unificazione Bologna può tornare a diventare uno dei centri vitali nazionali. Un’occasione importante per accreditare questo ruolo è certamente l’Esposizione Emiliana del 1888, quando – sotto l’egida di Giosue Carducci – di fatto si candida a capitale culturale della Terza Italia.

Sede della più antica Università d’Europa, nel corso del “lungo Ottocento” vede un fiorire di nuove istituzioni e circoli artistici che si affiancano all’Accademia Clementina (poi delle Belle Arti), fondata nel 1710. Il Collegio Venturoli inizia l’attività nel 1825 offrendo a studenti in difficoltà economica la possibilità di accedere agli studi, mentre con la nascita della Società Protettrice delle Belle Arti (1853) e in seguito con la società “Francesco Francia” (1894) vengono organizzate mostre-mercato che avvicinano gli artisti a un pubblico borghese.

In Accademia, ai Concorsi Curlandesi, riformati nel 1870, si affianca dal 1878 il Premio Baruzzi. Il Comitato per Bologna Storica e Artistica (1899) e il movimento dell’Aemilia Ars, insieme ad altre gilde e cenacoli di minore durata, sono tutte occasioni per sviluppare il gusto contemporaneo. Tutto questo fervore artistico si riflette in un grande numero di giornali e riviste d’arte e nella nascita di una delle più importanti tipografie italiane, la Litografia Chappuis.

L’itinerario espositivo diffuso documenta la ricchezza espressiva e la complessità di questi nuovi orizzonti visivi attraverso i lavori degli artisti locali che si sono confrontati con i movimenti italiani e internazionali, partecipando alle Esposizioni Nazionali, a quelle Universali, alle Biennali di Venezia come alle Secessioni romane, ottenendo commissioni all’estero, viaggiando per il mondo.

Accanto ai protagonisti di primo piano, più documentati e studiati – Gaetano Gandolfi, Antonio Basoli, Pelagio Palagi, Ottavio Campedelli, Alessandro Guardassoni, Luigi Bertelli, Luigi Busi, Mario De Maria detto “Marius Pictor”, Fabio Fabbi, Luigi Serra, Coriolano Vighi, Augusto Majani detto “Nasica”, Carlo Corsi, Athos Casarini, Alfredo Protti – sono rappresentati altri artisti dimenticati o oggi quasi del tutto sconosciuti come Giuseppe Bortignoni junior, Achille Frulli, Dina Pagan de’ Paganis.

Non mancano poi documenti di artisti “forestieri” che hanno influito sulla cultura artistica locale, o che vi hanno soggiornato, o che hanno insegnato nella locale Accademia delle Belle Arti: Antonio Canova, Felice Giani, Antonio Puccinelli, Leonardo Bistolfi, Giovanni Boldini.

Accanto alle iniziative espositive, grande attenzione è dedicata alle attività di mediazione culturale per adulti, bambine e bambini, e a momenti di approfondimento specialistico per il pubblico più appassionato. Durante l’intero periodo di apertura della rassegna sono proposte 70 visite guidate, 22 conferenze, 10 laboratori didattici e attività per famiglie, 4 rievocazioni storiche, oltre a 12 altre iniziative tra passeggiate, momenti musicali e l’esposizione Bolognesi all’avanguardia – l’esperienza Liberty di “Modelli d’Arte Decorativa” allestita dal 16 al 30 maggio 2024 presso la Mediateca di San Lazzaro di Savena.

Matteo Lepore, sindaco di Bologna: “Siamo felici di promuovere e ospitare a Bologna una mostra così importante, che coinvolgerà anche altre città e realtà private dell’area metropolitana. Questa rassegna diffusa racconta un pezzo della nostra storia, ripercorrendo la vivacità artistica e culturale che ha contraddistinto Bologna nel periodo del lungo Ottocento.

Molte delle bellezze che oggi ammiriamo sono diretta eredità di quella stagione e se Bologna è oggi una città con una forte vocazione culturale lo si deve anche ai tanti artisti che hanno segnato quel periodo storico, dando vita a esperienze importanti come, ad esempio, l’Accademia delle Belle Arti, punto di riferimento nazionale e luogo di formazione per tanti artisti non solo della città. Questa mostra rappresenta, quindi, un’occasione unica per scoprire o riscoprire alcuni di questi artisti attraverso le loro opere, alcune delle quali inedite e mai esposte prima”.

Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana: “Questo progetto di mostra diffusa sulla pittura a Bologna in un Ottocento annunciato dall’arrivo di Napoleone nel 1976 e chiuso con l’inizio della Prima guerra mondiale nel 1914 può essere considerato un modello virtuoso della nostra politica culturale che si propone di costruire un sistema museale che coinvolga in maniera attiva pubblico e privato, città di Bologna e area metropolitana.

Progetti come questo hanno bisogno di tempo – due anni – di una curatela e una capacità di coordinamento che recuperi gli studi più recenti sul periodo, che sia credibile nel costruire un mosaico che coinvolge oltre 500 opere, 80 artisti, 18 sedi, amministrazioni comunali, fondazioni, associazioni, gallerie private e collezionisti.

Le opere che inanellano il percorso espositivo – arricchito da laboratori didattici, convegni, conferenze, rievocazioni storiche, passeggiate –  non solo si rivolgono ai turisti che visitano il nostro territorio, ma anche a chi risiede a Bologna, allargando all’arte dell’Ottocento la percezione della nostra identità culturale. Oltre al ringraziamento a tutte le persone coinvolte nel progetto mi piace sottolineare il ruolo di promotori e ideatori del Musei Civici che, in questa maniera, esprimono tutto il valore insito nell’aggettivo civici”.

Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna: “La mostra diffusa La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915 è un progetto culturale corale e di messa in rete del territorio metropolitano che costituisce un contributo fondamentale per la creazione del sistema museale metropolitano. Grazie a questo ampio percorso monografico mai organizzato prima sulle origini e sulle evoluzioni della modernità artistica in ambito bolognese, pubblico e privato si sono uniti in una co-progettazione culturale durata oltre due anni, con l’obiettivo di restituire e condividere questo patrimonio storico-artistico con le comunità e tutte le varie tipologie di pubblico”.

Lorenzo Pellegatti, sindaco di San Giovanni in Persiceto: “In occasione di questa importante mostra diffusa sulla pittura dell’Ottocento anche il nostro Comune ha l’opportunità di esporre il proprio patrimonio artistico pittorico e di far conoscere le proprie vestigia ottocentesche. Il Teatro storico comunale, la Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista, l’adiacente Museo d’Arte Sacra, il Coro della Chiesa della Cintura saranno aperti al pubblico: in questi suggestivi luoghi d’arte si potranno ammirare opere di pregio tra cui ritratti, paesaggi, soggetti religiosi e storici.

Dipinti poco noti agli studiosi e a volte anche agli stessi cittadini persicetani ma che sapranno sicuramente far rivivere lo spirito del tempo. Oltre alla mostra Persiceto, ospiterà visite guidate con passeggiate attraverso portici, edicole e pilastrini che sprigionano ancora tutto il fascino di un tempo. Si andrà alla scoperta di personaggi dell’800 all’interno del bel cimitero storico monumentale o là dove sorgevano le osterie del malaffare.

Si seguiranno le tracce degli artisti locali o di quelli stranieri che soggiornavano nelle nostre campagne, si ascolteranno le musiche di moda all’epoca e ci si immergerà in vere e proprie rievocazioni storiche in costume, fra cortei e balli ottocenteschi. Vi aspettiamo quindi a Persiceto, alla scoperta del nostro ‘800″.

Giancarlo Tonelli, direttore generale Confcommercio Ascom Bologna: “Confcommercio Ascom Bologna sostiene, con piacere, la promozione di questo importante progetto artistico “itinerante” che vede, insieme, la partecipazione di realtà e istituzioni di tutto il nostro territorio.

Questa mostra diffusa che prevede visite guidate, incontri, convegni, a Bologna e nell’area metropolitana della città, è un importante catalizzatore di interesse turistico e culturale per pubblico ampio e differenziato che potrà ammirare la pittura a Bologna nell’800. È un itinerario artistico composto da preziose opere che può essere visitato e ammirato attraverso le numerose esposizioni che raccontano e testimoniano l’ottocento a Bologna in molti dei suoi straordinari aspetti. La pittura a Bologna nel lungo Ottocento 1796 – 1915 è un progetto rilevante che valorizzerà le proposte turistiche di Bologna, fin dalla sua inaugurazione. Buon lavoro a tutti!”.

Patrizia Pasini, presidente Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna: “La Fondazione Carisbo è lieta di partecipare all’iniziativa diffusa La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, promossa dal Comune di Bologna, che vede molti attori uniti in un progetto condiviso legato alla cultura. A Palazzo Fava, in collaborazione con Genus Bononiae, la Fondazione espone al pubblico oltre cento opere delle proprie collezioni distribuite in quell’arco cronologico che, dall’ingresso in Bologna delle truppe napoleoniche, conduce allo scoppio della Grande Guerra.

La mostra Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Carisbo rappresenta, inoltre, la naturale prosecuzione delle precedenti esposizioni dedicate al Seicento e al Settecento bolognese, frutto delle acquisizioni effettuate in passato dalla Cassa di Risparmio in Bologna, delle donazioni di privati cittadini che si sono aggiunte e delle più recenti acquisizioni effettuate dalla Fondazione stessa”.

Roberto Martorelli, referente valorizzazione Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna per il Museo civico del Risorgimento e co-curatore del progetto diffuso: “Da molto tempo la città di Bologna non dedica un’esposizione al suo Ottocento che sia occasione di mostrare tante belle opere inedite (quando capolavori), frutto delle straordinarie scoperte degli ultimi anni. Un progetto che ha trovato l’adesione degli istituti e delle associazioni che conservano e studiano questo periodo fondamentale per comprendere il nostro presente.

Senza contare il contributo degli antiquari, che in prima persona sono anche amanti e collezionisti degli artisti del nostro XIX secolo. I grandi numeri di questa mostra diffusa non sono quelli pur notevoli – se non inediti – delle sedi espositive o delle opere esposte, ma delle persone coinvolte: studiosi, antiquari, ricercatrici, appassionati, collezionisti. Bologna è una città di provincia, ma non provinciale, neanche nel lungo Ottocento: secolo lungo che ha visto come suoi protagonisti i due premi Nobel della città, Giosue Carducci e Guglielmo Marconi, che ha modellato pittori di rilevanza internazionale quali Pelagio Palagi, Antonio Basoli, Mario De Maria e Carlo Corsi”.

Isabella Stancari, studiosa e co-curatrice del progetto diffuso: “La mia avventura con la pittura bolognese dell’Ottocento è cominciata studiando la collezione fotografica che Raffaele Belluzzi, primo direttore del Museo del Risorgimento di Bologna, raccolse pazientemente in vita e lasciò al suo museo in eredità; parte di essa è dedicata proprio alla pittura a Bologna nella seconda metà del secolo.

Grazie alla fiducia che il direttore del museo Otello Sangiorgi, Mirtide Gavelli e Roberto Martorelli hanno avuto in me e nel mio lavoro ne è risultata la pubblicazione di un numero monografico del Bollettino del Museo del Risorgimento (LXII-LV, 2018-20). Successivamente si è presentata come naturale conseguenza delle scoperte fatte il dare conto alla cittadinanza di quanto riemerso e di mostrare per la prima volta tante opere mai viste, o mai studiate, e di rivedere quelle che in genere non sono esposte, rivelando al pubblico un quadro ricco e vivace del panorama artistico bolognese dell’Ottocento”.

Il calendario completo degli appuntamenti è disponibile sui siti
www.museibologna.it/risorgimento
www.storiaememoriadibologna.it/ottocento

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