La nuova sfida de Lo Stato Sociale
“Attentato alla musica italiana” è un lungo progetto diviso in 5 capitoli quanti sono i componenti della band, che lo definiscono “il nostro attacco kamikaze e privo di logica commerciale, un tentativo di sovraccaricare il mercato musicale per farlo esplodere e poter tornare a godere con le canzoni”.
Albi, Carota, Checco, Lodo e Bebo erano ancora piccolini quando, esattamente trent’anni fà nelle tv musicali (e non) passava uno spot che così recitava “Tutti sanno fare un album nuovo, Guns and Roses no”, questa era alto la premessa per l’uscita addirittura di due album doppi per la band americana che si chiamavano “Use your illusion”.
Nella stessa maniera, chi si aspettava da qualche anno un album nuovo de Lo Stato Sociale si è trovato di fronte prima all’operazione digitale “Cinque disc is megl che one” tradotta poi in un doppio album o triplo vinile, lanciato dalla recente apparizione sanremese. L’obiettivo è quello di dare spazio alla creatività di ogni singolo componente, definendo il loro progetto come un vero collettivo, senza un leader e un frontman prevalente, provando a crescere ma rimanendo incoscienti e imprevedibili.
“Attentato alla musica italiana” è un dichiarato disco “dell’immaturità” che aiuterà tutti i detrattori a trovare le conferme per stroncarli, i pigri ad evitarli ma anche i curiosi a cercare di capire come mai, ridendo e scherzando, questi ragazzi calcano le scene dal lontano 2009.
“Genere ragazzi, genere”. La citazione degli Skiantos che apre l’intero progetto e anche la sanremese “Combat Pop” ci danno la prima coordinata importante del disco (come la demenziale “Sesso droga e lavorare” insieme ai Selton e Simon Says alias Simone Privitera), un’altra è il pop alla Cesare Cremonini di Carota che accoglie l’elettronica dei Mamakaas e Willie Peyote, ospite illustre in “Il giorno dopo”.
Lodo in 5 tracce svuota la sua coscienza facendo sfilare attorno a sè Margherita Vicario, Danti, Cmqmartina, Samuel Heron, Cimini, Galeffi, Niccolo Carnesi e l’attore siciliano Ninni Bruschetta che alla fine ci strappa pure una risata. Chiudono il progetto l’itpop obliquo di Checco e i flussi di coscienza spericolati di Bebo, modello Offlaga Disco Pax e Massimo Volume, con rispetto parlando per questi ultimi.
In 26 brani, 30 comprese le bonus track, tra le quali una cover di “Sono un ribelle mamma” di Freak Antoni e soci, i ragazzi non cambiano di certo la storia della musica ma ci danno un quadro completo sulla loro creatività disordinata, spesso non imprescindibile, ma che, in tempi di brani e collaborazioni frega algoritmi ci danno un’idea di allegra anarchia, di laboratorio aperto e stimolante.
E poco importa se alla fine rimangono in testa frasi come “Tutto il mondo è paese e il centro di tutto è Via Ferrarese” d’altronde spesso il nostro cervello che apprende quello che vuole, ma ascoltando con attenzione di sostanza ce n’è, pazienza allora se, come diceva Freak Antoni, “Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti”.
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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,30 – 21,00 su Radio Budrio
Fabio Alberti