La carica del post punk britannico

Idles, Fontaines D.C e Yard Act sono tra i gruppi più rappresentativi di un movimento musicale che sta raccogliendo larghi consensi, tra rabbia sociale, oscurità, ironia, chitarre, elettronica e ritmi sorprendentemente ballabili.


Se si lancia lo sguardo oltre alle piattaforme di streaming, ai tormentoni dei social network, passando ai vecchi palchi, dove si suda, si balla e a volte si poga, è sotto gli occhi di tutti, soprattutto nel nord Europa, l’affermazione di un genere musicale multiforme che ha fonti d’ispirazione vecchie ma che si è trasformato in qualcosa di fresco e giovane.

E’ difficile, a volte semplificativo, classificare i generi musicali, ma a volte è necessario: la definizione “post punk” indica quanto, partendo dai classici, la rabbia e l’oscurità in musica sia incanalata in maniera contemporanea, e di quanto i temi sociali siano spesso al centro del loro racconto.

Gli Idles arrivano da Bristol e hanno raggiunto il primo posto nella classifica britannica col loro quinto album Tangk”, il più sperimentale e coraggioso della loro discografia, che ha portato il loro “caos organizzato” su territori di elettronica e d’atmosfera, grazie all’apporto di Nigel Goldrich (già al lavoro con Radiohead, Rem, Pavement e tanti altri), di Kenny Beats e de chitarrista e anima del suono della band Mark Bowen.

Ad accompagnare “Grace”, il singolo di lancio dell’album, un’idea visiva geniale: il video, realizzato con il benestare e la collaborazione con Chris Martin, è una versione della celeberrima “Yellow” dei Coldplay modificata con l’intelligenza artificiale.

E’ inquietante effettivamente vedere il giovane Chris Martin muovere il labiale in perfetto sincrono con “Grace”, brano ipnotico soft ma che sotto ha un fuoco che brucia, un po’ come la creatività di questi geni di Bristol.

Ancora più importanti di loro sono i dublinesi Fontaines D.C. che nel loro terzo album “Skinty Fia”, uscito nel 2021, hanno portato concetti politici sull’identità irlandese, sui problemi che hanno colpito la diaspora irlandese in generale e sulla “mutazione” della cultura anche all’interno della band e di tutto quello che ne consegue.

Chi è cresciuto a Cure e Joy Division, ama alla follia questa giovane band, ma i Fontaines D.C. portano una nuova lettura, una nuova interpretazione, come dimostrano brani come “I love you” che racconta la malata dipendenza amorosa, la rapprentativa “How cold love is” è “Jackie down the line”, brano lineare, orecchiabile e cupo, tipico del loro stile.

Chiudono la “triade” gli Yard Act che arrivano da Leeds, Inghilterra.
Il loro secondo album “Where’s My Utopia?”, appena uscito, ci porta sorprendentemente sulla pista da ballo senza dimenticare la loro rabbia sociale, gli sfottò allo star system, l’ironia unita al nichilismo.

La presenza di Katy Person dei B-52’s in “When The Laughter Stops” certifica la loro aderenza ad un mondo che comprende Gang Of Four, Rapture e Lcd Soundsystem (coi quali hanno collaborato anche gli stessi Idles), per dire che le fonti di ispirazione sono anche parecchio recenti.
“Dream Job” è il classico esempio di come si possa usare l’ironia, fare ballare e nello stesso tempo essere fortemente critici nei confronti di un mondo del lavoro che spesso fabbrica illusioni e precariato.

Questi gruppi hanno già infiammato i palchi italiani, la differenza che si può notare è che qui la loro musica è più seguita dai quarantenni o cinquantenni che li collegano alle loro esperienze musicali passate, mentre nel nord Europa sono seguiti sopratutto dai giovani.

(La foto di Mathias Marchioni è tratta dal concerto degli Idles che si è svolto il 5 marzo all’Alcatraz di Milano).

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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,05 – 21,00 su Radio Budrio

Fabio Alberti

 

 

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