Intramondo

La mostra dell’artista Sabrina Muzi inaugura il 5 giugno il nuovo format di esposizioni che avranno come sede le vetrate monumentali di mtn, nel rispetto delle misure sanitarie.


Le due sale che di solito ospitavano le opere saranno vuote, in attesa; questo vuoto tuttavia non sarà uno spazio inerte ma potenzierà, come un grande serbatoio di ossigeno, le opere esposte sulle vetrate concepite come un territorio inedito, uno spazio della prossimità.

Disegni di forme vegetali si stendono su grandi fogli di carta ibridandosi con riflessi, luci e paesaggi reali. A questi si alternano sagome e profili, dipinti da Sabrina Muzi direttamente sul vetro, che richiamano immaginari simbolici, viaggi già percorsi, segni annidati nello spazio remoto dell’archetipo, che così riscoperto sembra formulare una capitale domanda: in fondo cosa significa essere umani?

A questa domanda si ricollega la riflessione fatta dai curatori del museo circa il Certificato di opera d’arte in quanto essere umano. In un momento di crisi come questo, di cambiamenti necessari e urgenti il fatto che un’istituzione museale certifichi la nobiltà dell’essere umano è un modo innovativo di concepire la relazione, non sempre di prossimità, tra l’organismo sociale nel suo complesso e il museo.

Un gesto simbolico che mette al centro l’uomo per lavorare  su un immaginario bisognoso di nuovi ed elementari impulsi.

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