Il Salento senza sole, mare e vento

Un viaggio alla riscoperta di un territorio che ha molto altro da offrire.


Già il titolo di quest’articolo a molti potrebbe far storcere il naso, se chi lo scrive, non ripensi a dei ricordi legati ai luoghi d’infanzia e li conservi gelosamente. Da oltre una decina di anni, il Salento è ormai conosciuto in ogni parte del globo. Una parte di questa conoscenza la si può attribuire al calcio e grazie ad una società che più volte, e tuttora oggi, è presente nel campionato di serie A.

Il resto è sicuramente da attribuire alle particolarità del territorio e alla sua gente, sempre cordiale e accogliente verso ogni viaggiatore che qui vi trova fissa dimora o semplicemente di passaggio. La stessa gente che una volta lasciate le propria mura domestiche per ogni ragione, non perde occasione di esaltare il proprio territorio in tutte le sue sfumature e in ogni angolo della terra.

Ritornando al titolo dell’articolo, è fin troppo riduttivo, descrivere un territorio così vasto in sole tre parole. Il Salento è ricco di storia antica e moderna. Popolazioni megalitiche che hanno lasciato la loro presenza con Dolmen e Menhir in tutto il territorio e in un numero maggiore nel paese di Giurdignano, tanto da prendere l’appellativo di “Giardino megalitico d’Italia”.

Il Salento è ricco di settantasei torri costiere solo nella provincia di Lecce. Torri che svolgevano la funzione di avvistamento del nemico durante gli attacchi di diverse popolazioni del mediterraneo e che ognuna ha una storia particolare da svelare ai visitatori.

Il Salento è ricco di tradizione culinaria e ogni singolo paese mette il vestito più bello nelle innumerevoli sagre proposte in lungo e largo. Ricette che vengono tramandate da generazione in generazione. Il culto del voler mangiare sano è una predominante.

Il Salento è anche quel luogo che oltre trent’anni fa, non era riportato nelle previsioni meteo, nelle mete turistiche ed era solo un luogo più a est d’Italia e spesso scambiato per il Cilento, forse per il suono somigliante. Un luogo pieno di magia e che ritrovo con più strade di comunicazione, con paesaggi cambiati, da uliveti martoriati perché attaccati ferocemente dalla xylella e che oggi stanno respingendo quell’attacco con tutta la loro forza naturale.

Osservandoli bene, gli ulivi, con le loro forme ruvide e articolate, assomigliano molto ai Martiri di Otranto che con coraggio sacrificarono la loro vita. Oggi nella stessa cittadina si organizzano eventi per godersi l’alba di ogni nuovo anno. Mi auguro che sia di buon auspicio nel vedere l’intera magnificenza di queste specie secolari, ritornare rigogliose e piene dei frutti che hanno sempre saputo dispensare.

Il Salento è anche tradizione musicale non solo con la pizzica ma anche con le sue tradizioni bandistiche. Il culto della musica si respira in ogni angolo di strada tra vicoli e palazzi adornati di fregi in pietra leccese. Non è solo la pizzica o le varie opere bandistiche che echeggiano sui vari palchi. Da diversi anni tra gli stessi vicoli, si diffonde la magia del Jazz. Proprio a Sogliano Cavour grazie al pregevole connubio tra amministrazione comunale e organizzatori, si svolge uno dei più importanti Festival di musica Jazz, il Locomotive Jazz Festival.

Ritornando al passato, la mia mente non può che rivivere per pochi frame, anche quello che a noi ragazzini sembrava irrazionale e al tempo stesso spaventoso, un evento che caratterizzava un giorno particolare dell’anno.

A Galatina, durante la festa di S. Pietro e S. Paolo, alcune signore ormai fin troppo in là con gli anni, si rotolavano per terra, urlavano e facevano il diavolo a quattro se colpite anche dagli sgargianti colori di una camicetta, queste signore erano le tarantate. Soggetti che hanno scatenato curiosità popolari ma anche analisi accademiche e non sempre trovando una spiegazione logica e razionale alla loro manifestazione se si può dire quasi isterica.

Oggi il Salento è cambiato com’è cambiato il mondo. Chi ha avuto la possibilità di vivere certe esperienze, ne esce più arricchito e spera che i tanti turisti che lo affollano ogni anno non tornino nelle proprie dimore di residenza, definendo questo territorio con solo tre parole: il Sole, il Mare e il Vento ma tanto tanto altro ancora.

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