Il Neurodiritto

Cerchiamo di capire di cosa si tratta grazie al prof Sergio Ricchitelli, autore di un nuovissimo volume di matrice scientifico criminale.


Se fino a ieri il sistema del diritto penale in Italia veniva studiato con l’apporto delle classiche scienze integrative o ausiliarie della criminologia , della medicina legale, del cd. diritto di polizia, etc., oggi il sistema criminale italiano necessità indefettibilmente dell’apporto delle più avanzate discipline scientifiche.

In questo senso depongono gli studi neuroscientifici, neurolinguistici, le ricerche in materia di esperimentali, intesi quali punti di approdo di un percorso iniziato nel XV secolo, delle discipline neurocognitive aventi ad oggetto l’analisi compiuta dell’encefalo del delinquente e delle componenti di esso – area di Broca, area di Wernicke e amigdala – che rimettono al centro dell’attenzione penalistica l’uomo nella sua dimensione esistenziale.  Sono certo che il lavoro susciterà l’attenzione dei più.

“Il Neurodiritto”, è un saggio di scienza penale integrata che ha come obiettivo quello di riorientare gli studi criminali per il terzo millennio e sarà presentato  alla manifestazione culturale ‘Il Libro possibile” in Polignano a Mare il giorno 8 luglio pv, ore 19,30.

Prof. Ricchitelli, è passato qualche mese dal nostro ultimo incontro nel corso del quale aveva preannunciato un lavoro di matrice scientifico criminale che oggi è uscito per i tipi della Giapeto Editrice. Cominciamo dal titolo che sicuramente è accattivante il NEURODIRITTO.

“Si, ho scelto un lemma da me coniato come titolo ma non solo perché è accattivante e suona bene. L’ho scelto, anche e soprattutto, perché il concetto di neurologia giuridica e perciò di NEURODIRITTO attraversa tutto il mio libro che vede come protagonista il cervello umano in tutte le sue plurime sfaccettature e articolazioni.”

Lei parla di diritto e di aspetti giuridici e in particolare per come si evince dal sottotitolo del suo volume – un Saggio sulla Scienza Penale Integrata nel XXI Secolo – di diritto penale. Qual è l’origine del suo lavoro e quali sono i fini che con esso si propone?

“Il mio volume, come lei giustamente ha detto, costituente un saggio di scienza penale integrata all’attualità è il frutto di uno studio approfondito che ho sviluppato in particolare negli anni di pandemia sulle discipline scientifiche di questo e del secolo scorso. In particolare ho approfondito temi inerenti al valore della ricerca scientifica, alla semiotica, alla filosofia della scienza, a quella della fisica, alla logica novecentesca, alla gnoseologia, per poi appuntare la mia attenzione sulle scienze cognitive, gli esperimentali, la neurolinguistica fino alle strutture più avanzate della ricerca encefalica sceverando il tema della funzionalità dell’amigdala.”

Questi temi affascinanti e ben incastonati nel suo volume a chi si rivolgono dal suo punto di vista?

“Indiscutibilmente un saggio di scienza penale integrata non può che rivolgersi in prima battuta agli operatori pratici – avvocati e magistrati in primis – e agli studenti del corso di giurisprudenza che devono veder rimodulato il loro percorso universitario che non può appiattirsi solo sul diritto strettamente positivo ma deve necessariamente , nell’età contemporanea che viviamo, acquisire consapevolezza delle formidabili implicazioni che il cervello umano ha nella valutazione della condotta criminale.”

Prendiamo un esempio professore, lei dedica un capitolo al ruolo degli esperimenti mentali i cosiddetti gli esperimentali, un concetto assai complesso che lei spiega in modo semplice e lineare, ce ne vuole riassumere l’idea?

“Certamente. La nozione di esperimentale pur non essendo ambigua è, lei ha ragione, di difficile definizione. Innanzitutto un esperimentale, ancorchè condivida alcuni tratti con la scientificità, non è un esperimento scientifico tradizionale. L’esperimentale, ho cercato di dimostrare, non è un esperimento meramente immaginato, né un esperimento nel quale il pensiero sia l’oggetto stesso dell’esperimento. Il senso della parola mentale inerisce esclusivamente al metodo col quale viene condotto l’esperimento che può afferire a qualsiasi campo dello scibile umano e scientifico quale ad esempio l’ambito psicologico, quello fisico, chimico o biologico.”

Questo medesimo ragionamento professore può essere fatto anche per le neuroscienze cognitive?

“Si, sicuramente. Oltre alle ricerche sperimentali di psicologia cognitiva, alle quali pure faccio riferimento nel mio volume, vi è sicuramente una sessione importante della mia opera dedicata alle ricerche di neuropsicologia cognitiva. In particolare le ricerche che si interessano delle disfunzioni cognitive che seguono a danni cerebrali. Bene, io ritengo che questo tipo di studio permette di individuare diversi moduli che compongono la sfera della cognizione nel suo complesso. I recenti progressi delle neuroscienze hanno dato maggiore spazio e autorevolezza a queste ultime ricerche influenzando molto le nuove tendenze della scienza cognitiva; al punto tale che oggi si parla, ormai correntemente, di neuroscienza cognitiva.”

Insomma professor Ricchitelli un viaggio articolato e composito nell’intero scibile delle discipline scientifiche del 900 e del secolo in corso, finalizzato a catalizzare l’attenzione degli studi penalistici sulle dinamiche neurologiche intersecantesi col mondo del diritto.

“Si, sicuramente è così e ne sono molto orgoglioso e soddisfatto poiché ritengo di aver approntato un volume decisamente esaustivo e soprattutto che possa destare l’interesse del lettore a qualunque livello di erudizione esso appartenga.”

Professor Ricchitelli solo un’ultima battuta sull’amigdala alla quale lei dedica uno spazio considerevole.

“Si è l’argomento più spinoso e complesso poiché queste due mandorline che abbiamo nei lobi parietali di sinistra e di destra del nostro cervello sono a tutt’oggi oggetto di approfonditi studi con i più potenti strumentari tecnologici che abbiamo a disposizione. Se gli studi in atto dovessero essere confermati avremmo localizzato nell’amigdala di destra la produzione di stati emotivi come il dolore o la sofferenza, mentre nella speculare amigdala di sinistra in uno a questi stati col dispiacere anche altri momenti emotivi quali il piacere e la felicità. Lei comprende bene che si tratta di un ribaltamento rivoluzionario delle prospettive anatomo-biologiche foriero di orizzonti anche e soprattutto terapeutici oggi non del tutto immaginabili.”

Professore sicuramente leggeremo in tanti il suo volume e con la massima attenzione perché si comprende già da queste sue parole il rilievo e l’interesse che esso avrà per noi tutti. Nel frattempo so che a breve chi è interessato può venirla ad ascoltare in un evento nella prima decade di luglio.

“Si, la ringrazio per l’auspicio di lettura ma effettivamente nel frattempo chi è interessato a questi studi potrà intervenire l’8 di luglio a Polignano a Mare nell’ambito della manifestazione culturale “IL LIBRO POSSIBILE” e poi a Bisceglie nell’ambito de’ LIBRI NEL BORGO ANTICO, ove anche interverrò presentando il mio volume.”

Perfetto, grazie della duplice puntualizzazione e quindi appuntamento oltre che in libreria, a Polignano a Mare e a Bisceglie per ascoltarla e discettare su questi affascinanti temi. Come sempre la ringrazio ancora per la sua squisita disponibilità professore e Le auguro un sincero in bocca al lupo per i suoi continui ed affascinanti studi.

Ringrazio io lei per l’opportunità che mi è stata data e le garantisco che proseguirò nel mio impegno scientifico consapevole come sono che la ricerca per definizione non ha fine.”

Crediti fotografici: Gianni Visaggio

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