Grandi ritorni e attenzione alle donne a Venezia 76
Il Programma della nuova Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ha più attenzione verso le periferie e le problematiche femminili con qualche ritorno al passato.
Da mercoledì 28 agosto a sabato 7 settembre 2019, 21 film nella sezione principale del Concorso terranno incollati agli schermi della Biennale spettatori appassionati, curiosi e altri accreditati del settore da tutto il mondo. Certo, un’edizione come Venezia 75, sarà difficile da replicare, come sostiene lo stesso direttore artistico, Alberto Barbera, perché attenzione, qualità e innovazione, oltre ad una congiunzione astrale perfetta si erano integrate alla perfezione.
Quest’anno in gara tra le opere italiane i film di Mario Martone, Franco Maresco e Pietro Marcello; 17 pellicole fuori concorso di cui 10 documentari; per la sezione “Orizzonti” invece 19 titoli. La ricorrenza con la ricostruzione della storia recente e passata, ma soprattutto la condizione femminile nelle società contemporanee rappresentano la line up della Mostra di quest’anno per Barbera.
Il film di apertura, “La vèritè”, è diretto dal Maestro giapponese Hirokazu Kore’eda (già vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2018 con “Shoplifters”), e interpretato da Catherine Denevue, Juliette Binoche ed Ethan Hawke. Fra i titoli più commerciali, il fantascientifico “Ad Astra” di James Gray, con Brad Pitt, Tommy Lee Jones e Liv Tyler; mentre sarà attesissimo il prequel/spinoff di Batman, “Joker”, ancora più oscuro rispetto alla trilogi di Nolan. Diretto da Todd Philipps, con un Joaquin Phoenix in stato di grazia, “Joker” lascerà sorpresi probabiilmente molti spettatori soprattutto per l’originale chiave di lettura sulla genesi del più spietato criminale di Gotham City.
Dopo “Roma”di Cuaron, lo scorso anno, anche adesso Netflix è presente al Lido con due produzioni di alto livello: “The Laundromat” di Steven Soderbergh con i premi Oscar Meryl Streep e Gary Oldman sullo scandalo dei Panama Papers, e “Marriage Story” di Noah Baumbach con Scarlett Johansson, Laura Dern e Adam Driver. Il caso Alfred Dreyfus è al centro di “J’accuse” di Roman Polanski, e tra gli altri europei, i francesi Olivier Assayas con il suo “Wasp Network” e Robert Guèdiguian con “Gloria Mundi”. Nel 2014 lo svedese Roy Anderson ha vinto il Leone d’Oro, e stavolta presenta “About Endlessness”, mentre dalla Repubblica Ceca Vàclav Marhoul porta il suo “The Painted Bird”, mentre il portoghese Tiago Guedes porta la sua opera “A Herdade”.
Il connubio tra cinema e teatro è perfettamente integrato da Mario Martone nel suo “Il sindaco de Rione Sanità”, tratto dalla commedia in tre atti di Eduardo De Filippo. “La mafia non è più quella di una volta” segna il ritorno dietro la macchina da presa di Franco Maresco. ”Martin Eden” è la prima incursione del documentarista Pietro Marcello nel territorio della finzione con la trasposizione del libro di Jack London. Il cileno Pablo Larrain torna a Venezia con “Ema”, mentre il canadese Atom Egoyan porta il suo “Guest of Honour”.
Presenti anche il colombiano Ciro Guerra con “Waiting for the Barbarians”, i cinesi Lou Ye con “Saturday Fiction” e Yonfan con “No. 7 Cherry Lane”, e l’esordiente australiana Shannon Murphy con “Babytheet”. Fuori concorso abbiamo gli italiani Gabriele Salvatores con “Tutto il mio folle amore”, e Francesca Archibugi con “Vivere”. “Adults in the Room” del greco Costa Gavras sottopone alla riflessione del pubblico (e della critica) uno sguardo sulla politica europea, partendo dai documenti dell’ex ministro greco dell’economia (sotto il governo Tsipras) Yannis Varoufakis. Robert Pattinson (prossimo Batman) e Timothèe Chalamet sono in un’altra produzione Netflix, “The King”, su Enrico V e diretto da David Michod; e Kristin Stewart interpreta l’attrice Jean Seberg nella pellicola a lei dedicata. Sky invece presenta due serie televisive: “The New Pope” di Paolo Sorrentino, con Jude Law e John Malkovich, “ZEROZEROZERO” di Stefano Sollima, tratto dal libro di Roberto Saviano.
La sezione “Orizzonti” è aperta dal film “Pellican Blood” di Katrin Gebbe, e altri titoli invece sono “Nevia” dell’italiana Nunzia de Stefano, l’afgano “Hava Maryam Ayeha”, per la regia di Sahara Karimi; il filippino “Verdict” di Raymud Ribay Gutierrez, e lo statunitense “Giants Being Lonely” di Grear Patterson, prodotto dal figlio di Julian Schnabel. La sezione “Venezia Classici” è caratterizzata invece da venti importanti restauri: “Lo sceicco bianco” (1952) di Federico Fellini, “Tiro al piccione” (1961) di Giuliano Montaldo, “La commare secca” (1962) di Bernardo Bertolucci, “New York, New York” (1977) di Martin Scorsese e “Crash” (1996) di David Cronenberg. I Leoni D’Oro alla carriera saranno assegnati al regista spagnolo Pedro Almodovar, presente già all’ultimo Cannes con “DolorYGloria”, e all’attrice britannica Julie Andrews.
I due grandi omaggi alla storia del cinema sono dedicata a Federico Fellini (nel 2020 cade il centenario dalla nascita) e a Stanley Kubrick (quest’anno sono vent’anni dalla sua scomparsa). Per l’aspetto sociale si segnala il documentario “Viaggio in Italia: la Corta Costituzionale nelle carceri” di Fabio Cavalli, coproduzione Rai Cinema. Il red carpet di Venezia 76 sarà attraversato dal Meryl Streep, Juliette Binoche, Catherine Denevue, Brad Pitt, Scarlett Johansson, Valeria Golino, Luca Marinelli, Silvio Orlando, Claudio Santamaria.
Roger Waters sarà presente con un documentario e forse ci sarà anche Mick Jagger. Variegata la Giuria Internazionale del Concorso con la presidenza dell’argentina Lucrecia Martel, Paolo Virzì (Italia), Jennifer Kent (Australia), Stacy Martin (UK), Rodrigo Prieto (Messico), Tsukamoto Shinya (Giappone) e Piers Handling (Canada). Per le altre sezioni, Susanna Nicchiarelli presiederà “Orizzonti”, Emir Kusturica “Opera Prima”, Laurie Anderson “Virtual Reality”, Costanza Quatriglio “Venezia Classici”, e i premi collaterali, ma per questo non meno importanti, avranno l’assegnazione dalle giurie SIGNIS (cattolica) e INTERFILM (protestante).