Genti di Sicilia

Una mostra omaggia l’arte dei maestri figurinai Bongiovanni Vaccaro e racconta l’isola dell’ottocento attraverso piccoli capolavori in terracotta dipinta.


Nel cuore di Ragusa Ibla, antico quartiere barocco di Ragusa, sorge il nobiliare Palazzo Arezzo Donnafugata. Da quasi due secoli al suo interno trovano dimora particolari statuine in terracotta dipinta: raccontano quell’isola verace che ritroviamo nei libri di Verga e Capuana, attraverso scene della quotidianità del tempo.

Sono state realizzate da Giacomo Vaccaro e dal nipote Giuseppe Bongiovanni Vaccaro, celebri “figurinai” della vicina Caltagirone, che hanno operato nella seconda metà dell’Ottocento. Tenute finora lontane dallo sguardo estraneo, queste speciali e bellissime statuine saranno le protagoniste della mostra “Genti di Sicilia.

Opere dalla Bottega Bongiovanni Vaccaro a Palazzo Arezzo Donnafugata”, allestita dall’1 giugno all’8 luglio al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla (ingressi contingentati e solo su prenotazione nel rispetto delle norme anti-Covid). Promossa dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e organizzata dall’Associazione Donnafugata 2000, l’esposizione è curata dallo storico dell’arte e saggista Costantino D’Orazio.

“La mostra si presenta come un’occasione straordinaria per studiare la storia e la tecnica dei Bongiovanni Vaccaro e dei figurinai di Caltagirone – spiega il curatore D’Orazio – che nella seconda metà dell’Ottocento fotografano con grande acume e spirito d’osservazione scene di vita quotidiana caratterizzate da un’originale vivacità.

Osservando i piccoli capolavori esposti, dai mendicanti ai calzolai, dalle mamme alle prese con i propri pargoli ai contadini impegnati con gli animali, fino ai borghesi di recente benessere, è chiaro che siano il frutto dell’osservazione diretta del popolo che frequenta le campagne, i mercati e le cerimonie religiose, ma la sagacia con cui i Bongiovanni Vaccaro sanno cogliere il momento, esaltare la stanchezza come l’euforia, soffiare sul fuoco della rabbia con un guizzo degli occhi o un aprire di braccia, non può limitarsi soltanto a uno sguardo acuto sul vero.

C’è un profondo studio fisiognomico alle spalle – continua D’Orazio – che risale ai grandi maestri Da Vinci, Raffaello, Michelangelo: non sono figure improvvisate né messe in posa,  sono il frutto dello studio di stampe, testi e iconografie precise, a cui i figurinai hanno aggiunto un’attenzione certosina al dettaglio antropologico”.

“Genti di Sicilia” parla di Sicilia, di quotidianità lontana che si fa rassicurante, quasi catartica in questo presente così diverso. È un omaggio all’arte dei maestri Bongiovanni Vaccaro – magnificamente raccontato nel catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale, che con dovizia di particolari ricostruisce la creazione dal punto di vista storico-artistico, antropologico e tecnico di queste meravigliose opere, svelandone anche aneddoti e curiosità –, ma è di più: è tributo alla Sicilia che è stata e che sarà.

“Per il Teatro Donnafugata è un onore grande proporre la mostra Genti di Sicilia – commenta Vicky DiQuattro che insieme alla sorella Costanza cura la direzione artistica del teatro ibleo – soprattutto attraverso una formula di grande respiro e con il supporto di prestigiose collaborazioni. In un momento storico come quello che viviamo, si avverte la necessità di “partecipare” e “ricordare”: pertanto diventa indispensabile, oltre all’attenzione consueta verso la tutela, valorizzare e rendere fruibile il patrimonio culturale nel convincimento che la conoscenza genera appartenenza e coinvolgimento.

Genti di Sicilia si propone così come autentica “rappresentazione” in grado di trasmettere una testimonianza storicamente attendibile per conoscere ciò che siamo stati e comprendere ciò che siamo e come importante spunto di riflessione per tentare di comprendere quella “moltitudine” di popoli che, venuti da ogni parte, oggi sono appunto Genti di Sicilia”.

Ma c’è di più: in progetto la creazione di un “circuito sulle tracce dei Bongiovanni-Vaccaro” che vedrà Ragusa come prima tappa per poi coinvolgere altre città della Sicilia Sud-orientale, attraverso collaborazioni virtuose tra istituzioni pubbliche e private.

Oltre al testo del curatore D’Orazio, il catalogo della mostra presenta anche i contributi dell’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana della Regione Sicilia Alberto Samonà, delle direttrici artistiche del Teatro Donnafugata, Vicky e Costanza DiQuattro, della storica dell’arte Valentina Bruschi, del giurista Giacomo Pace Gravina, dell’architetto Nunzio Gabriele Sciveres e del ceramista e professore Antonio Navanzino. Il progetto del percorso della mostra è dell’architetti Nunzio Sciveres e Federico Guarini. Le foto in catalogo sono di Giuseppe Bornò. Sponsor della mostra: Libero Consorzio dei Comuni Iblei, Banca Agricola Popolare di Ragusa, Comune di Ragusa, Adecco.

Solo su prenotazione dalle 10.00 alle 20.00 dal martedì alla domenica. Per info e prenotazioni: www.teatrodonnafugata.it – 334 220 8186 – info@teatrodonnafugata.it.

Foto di Giuseppe Bornò

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