Fazio se ne va, ma è la Rai a perdere

La firma di cui tanto si vociferava nei giorni scorsi è arrivata. Fabio Fazio e Luciana Littizzetto lasciano la Rai e approderanno dall’autunno su Nove, dopo un lungo corteggiamento (durato anni) da parte del gruppo Warner Bros Discovery.


Il contratto avrà la durata di 4 anni, nelle prossime settimane saranno annunciati i progetti che lo vedranno coinvolto insieme a Luciana, con la quale forma un binomio artistico tra i più lunghi e proficui nella televisione italiana.

Siamo entusiasti di accogliere un fuoriclasse come Fabio Fazio – commenta Alessandro Araimo, GM Italy & Iberia di Warner Bros. Discovery – e orgogliosi che uno dei volti più rilevanti e influenti della televisione italiana abbia scelto Warner Bros. Discovery e il canale Nove per proseguire la sua straordinaria carriera. Il nostro impegno è da sempre quello di attrarre i migliori talenti e l’arrivo di Fabio e Luciana nel nostro gruppo è la miglior conferma possibile.

Per questo siamo impazienti di iniziare a lavorare insieme, certi che questa sinergia possa far crescere ulteriormente il nostro ricco portfolio di canali TV e ancor più in generale il gruppo Warner Bros.

Discovery in Italia. Un gruppo media leader a livello globale che in questi anni ha svolto un ruolo determinante nel far crescere l’industria culturale del Paese, proponendo alla platea italiana un modello nuovo di fare contenuti, capace di distinguersi grazie a generi diversi e contemporanei e di creare con il pubblico un legame solido e di reciproca fiducia spaziando dalla televisione al cinema, dallo streaming ai games e molto altro ancora.”

Arriva così, con un comunicato emesso oggi, giornata della Festa della Mamma (auguri “mamma rai”, ne avrai davvero bisogno) la notizia ufficiale che ormai era nell’aria da tempo. Il contratto di Fazio scade a giugno e nessuno, stando alle persone più vicine a lui in Rai, aveva intenzione di rinnovare.

Dopo le dimissioni di Fuortes per il venir meno della condivisione del progetto editoriale dell’azienda, questa è la prima mossa messa a segno dalla nuova governance che pare esse pronta a mietere nuove vittime nel mondo dell’informazione e della cultura (si parla di Insinna, Bortone, Annunziata e Report come le prossime teste da tagliare).

Che tempo che fa è un programma durato vent’anni (ma che Fazio porterà al dì la di ogni ragionevole dubbio con sé ovunque) che ha ospitato nomi internazionali di calibro altissimo, aumentando il prestigio della Rete e creando dei piccoli momenti di storia della Tv, come l’intervista ad Obama o a Papa Francesco.

Uno dei pochi prodotti in grado di unire cultura (ed è questo che probabilmente a qualcuno non va a genio) e pop in modo estremamente naturale, che ha trattato temi importanti come l’ambiente, l’immigrazione, la salute e, non ultimo, la grande attenzione dedicata alla memoria con tante collaborazioni insieme a Liliana Segre (come dimenticare Binario 21).

Questo è il primo di una serie di atti autolesionistici che la Rai ha deciso di infliggersi. Perdere Fazio vuol dire lasciar andare uno dei pochi baluardi di servizio pubblico ancora esistenti. Potremmo parafrasare Arisa e dire…Ne vincitori né vinti, si esce sconfitti a metà e invece no, questa volta a perdere su tutta la linea è il prestigio e il buon nome di un’azienda che dovrebbe proteggere il servizio pubblico di cui è portavoce perché Fazio, ovunque andrà, continuerà a far bene il suo lavoro con coscienza e dignità mentre la Rai dovrà fare i conti (nel vero senso della parola) con le sue scelte.

Non è la prima volta che il conduttore ligure lascia la rai, nel 2001, dopo Quelli che il calcio, era pronto a intraprendere una nuova avventura alla neonata La7, ma non se ne fece più nulla e due anni dopo tornò con Che tempo che fa. Oggi l’addio ha, però, un sapore diverso, di sconfitta e di grave perdita, soprattutto per le modalità e le motivazioni sottese.

È doveroso ricordare, anche alla Rai stessa, il lunghissimo elenco di ospiti internazionali che Fazio ha portato a Milano: Adele, Al Gore, Alain Delon, Alice Merton, Anastacia, Annie Lennox, Anthony Fauci, Austin Butler, Ben Affleck, Bill Gates, Bono, Boris Becker, Brian May, Carl Lewis, Charles Leclerc, Charlize Theron, Cherie Blair, Christine Lagarde, i Coldplay, Condoleeza Rice, Dan Brown, Daniel Pennac, Diego Armando Maradona, Dmytro Kuleba, Ed Sheeran, Emmanuel Carrère, Emmanuel Macron, George Clooney, Gianis Varoufakis, Glenn Close, Gnash, Greta Thunberg, Hugh Grant, James Taylor, Jane Fonda, Jean Dujardin, Jean-Claude Juncker, Jens Stoltenberg, John Bercow, John Landis, John Travolta, Kalush Orchestra, Ken Follett, Lady Gaga, Lewis Hamilton, LP, Madonna, Magic Johnson, Marina Ovsyannikova, Matt Damon, Matthew McConaughey, Meryl Streep, Michael Bublé, Michael Houghton, Michail Gorbacev, Nancy Pelosi, Naomi Campbell, Noel Gallagher, Novak Djokovic, Oasis, Obama, Olivia O’Brien, Papa Francesco, Pedro Almodovar, Pelé, Penélope Cruz, Phil Collins, Quentin Tarantino, Rafael Nadal, Richard Gere, Ricky Martin, Robbie Williams, Robert Plant, Roberta Metsola, Ron Howard, Rowan Atkinson, Russell Crowe, Ryan Gosling, Sean Penn, Sebastian Vettel, Sharon Stone, Steve Martin, Stromae, Susan Sarandon, Timothée Chalamet, Tom Hanks, Tony Blair, Tony Hawk, U2, Uma Thurman, Vandana Shiva, Vincent Cassel, Whoopi Goldberg, Woody Allen, Zygmunt Bauman.

Ecco ciò che la Rai perde e che Nove, intelligentemente, raccoglie. Buona fortuna, chi più chi meno, ne avranno bisogno tutti.

Enrica Leone

 

 

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