Elisa Marchesani frontwoman dei Freeraggio
Nuova intervista per “Come ti smonto una canzone con… l’Autore”, in questo caso con l’Autrice, cantautrice bolognese.
Ho conosciuto personalmente Elisa durante lo Stage musicale denominato Tour Music Fest in Umbria, al C.E.T. di Mogol, e da allora, come spesso accade con molti degli artisti con cui mi trovo ad avere a che fare, ho iniziato a seguirla, più o meno velatamente. Elisa ha una notevole carriera artistica, suddivisa in più gruppi emergenti. Oggi lavorerò sul testo de “Le altre versioni di me”, un recente brano inedito, scritto e composto assieme ai Freeraggio.
Grazie Gabriele per il tuo interesse nei confronti della musica emergente in generale e per i miei progetti in particolare. Ho un bellissimo ricordo di quel concorso e ammetto che non ricordavo di esserci conosciuti in quell’occasione! “Freeraggio” è attualmente il mio progetto “di punta”, quello in cui ho occasione di esprimere me stessa assieme ad altri artisti con cui c’è un’affinità musicale totale e la cui espressività è molto affine alla mia.
Bene, ora siamo pronti per iniziare!
Corro a cercarmi
in fondo ai pensieri
e seguo me o quella che
avrei potuto essere
Io adoro le canzoni, i testi con questi spunti impulsivi verso l’ignoto che c’è in ognuno di noi! Fermati i miei istinti primordiali, trovo piacevolmente interrogativo quel non comprendere, guardandosi dentro le viscere, se ciò che si vede sia l’essenza di se stessi, o di ciò che si sarebbe potuto, dovuto, voluto essere!
In realtà questo primo verso parla di quel costante dubbio esistenziale che mi tormenta da sempre, ovvero il contrasto tra chi sono qui e ora e chi sarei potuta essere se solo avessi percorso le infinite altre strade possibili, interrogandomi su quante altre me sono li nascoste tra le paure mai affrontate e le scelte non prese, con il pensiero fisso sull’idea che per ogni me del qui e ora ce ne sono altre cento che non si sono realizzate, e quindi mi interrogo sull’esattezza delle mie scelte.
sto qui delusa confusa tradita da me
perchè credo ancora alle favole
e non ho il coraggio di crescere
non so rinunciare alle altre versioni di me
C’è un po’ di caos ed i sentimenti che proviamo verso noi stessi non sempre sono limpidi, forse il nostro vero io è un insieme di tutte queste versioni di se stessi, titolo forse un poco preso in prestito da Gabbani ma qui reso in un contesto più cupo, più aggressivo.
Sono sincera, non ho proprio idea di quale sia il titolo di Gabbani a cui fai riferimento quindi probabilmente il fatto che altri abbiano scritto cose simili è dimostrazione del fatto che siamo in tanti ad avere gli stessi tormenti, in fondo siamo tutti accomunati dalle stesse paure….
La sensazione di delusione verso me stessa sta nella consapevolezza di capire che non posso aspettarmi la vita così come la desideravo da bambina, perchè in realtà i sogni cambiano, il che non significa doversi accontentare ma solo spostare la prospettiva.
Poi nel momento in cui penso queste cose, posso pensare anche l’esatto opposto sentendo di tradire quella bambina che credeva nelle favole, lottando per la mia prospettiva di adesso e non per quella di allora. Poi mi rendo conto che non sono più la stessa che ero prima, e che in fondo dovrei crescere e non pensare più soltanto a me stessa, e magari trovare il coraggio di diventare davvero adulta.
resto sospesa
tra illusioni e ambizioni
e scopro dentro una melodia
e canto liberandomi via da qui
L’ambizione è fondamentale, nel nostro progetto di crescita, non solo anagrafica, ma, quando diventano irraggiungibili, o, per meglio dire, noi decidiamo che sono diventate irraggiungibili? Diventano illusioni, dei vorrei ma non posso, e quella melodia che, purtroppo non sempre, si scopre scorrere dentro di noi, è nuova energia vitale, che, quando non ci fa rincorrere di nuovo l’obiettivo, ce ne fa cercare, e trovare, altri!
E’ proprio come dici, si fa fatica a capire quale sia il limite tra le ambizioni e le illusioni, quando un sogno che si sta rincorrendo diventa irraggiungibile o magari improvvisamente si trasforma in un sogno nuovo. L’unica vera certezza è che sono me stessa solo dentro quella melodia che mi scorre dentro.
delusa confusa tradita da me
perchè credo ancora alle favole
e non ho il coraggio di crescere
non so rinunciare alle altre versioni di me
delusa confusa tradita da me
perchè credo ancora alle favole
e non ho il coraggio di crescere
non so rinunciare alle altre versioni di me
ho così voglia di vivere
da non riuscire a scegliere
mai una strada per me
non so fare a meno delle altre versioni di me
Sono i versi conclusivi della canzone, finalmente si vede un poco di luce, di positività. Rimangono i dubbi, le paure, le incertezze, l’impossibilità di scegliere, l’eterno dilemma su cosa fare e sul futuro, però si comprende che questo è voglia di vivere e che le “altre versioni di me” in realtà combaciano tra di loro e si compongono perfettamente per ottenere quello che siamo, qui e ora!
Anche in questo caso, il significato è proprio questo. In realtà io sono questa, io sono tutte quelle infinite versioni possibili di me e non ha senso rinunciare a niente, perchè io sono quella melodia, che racchiude ognuna di quelle me, e scoppio di voglia di vivere, al punto da non volere altro che questo, colorarmi di ogni sfumatura possibile, senza rinunciare a niente.
Quello di “Le altre versioni di me” è un testo molto introspettivo, grammaticalmente semplice, metricamente di meno, ma che scava nel profondo, ponendo, timidamente, importanti quesiti esistenziali che tutti abbiamo ma che ben pochi hanno il coraggio o la forza di affrontare. Questa canzone nasce da qualche tua esperienza particolare?
In realtà si, ma più che da un’esperienza, nasce da una paura, quella di crescere appunto, quella di avere il coraggio di diventare grande e sentirmi pronta ad essere madre…
Un passaggio fondamentale in ogni donna, ma fino a quando capita non si sa mai se si è pronte!
Ho un compagno che da tempo vorrebbe figli, io so di essere una donna atipica in questo, ma non mi sento ancora pronta a rinunciare a me stessa, perchè amo talmente tanto la mia vita così com’è ora da avere molta paura di cambiare questo equilibrio!
Anche questa è una osservazione importante; ci vuole coraggio ad ammettere, soprattutto a se stessi, di avere dei dubbi, di non essere pronti, di non avere, appunto, coraggio!
Probabilmente sono solo troppo egoista! Però vedo le donne che lo fanno come una sorta di “eroine”…
Egoismo sarebbe fare una cosa nella certezza di non essere pronti!
La maggior parte delle donne che diventano madri si annullano completamente… io non credo che ne sarei capace.
Ed è sbagliato anche annullarsi, toglie molto alle madri ma da altrettanto al figlio? Forse no!
Si, sono d’accordo, nel senso che probabilmente un figlio per crescere equilibrato e completo ha necessità di avere genitori che lo siano altrettanto, e che lo aiutino a diventare autonomo dandogli però tutti gli strumenti possibili. Sia chiaro, io credo che se avrò la fortuna di poter diventare madre, sarà la mia avventura più bella… quindi vorrò farlo… solo ora sono ancora troppo incentrata su di me e sui miei sogni…. e non mi rendo conto che intanto il tempo scorre.
Molte volte, canzoni narrate in terza persona parlano di se stessi, anzi, essendo io un convinto sostenitore della tesi secondo cui ogni opera d’arte è in realtà autobiografica, ti faccio la domanda inversa: “Le altre versioni di me” è narrato in prima persona, dunque parli di te o di qualcun altro che vuoi nascondere, coprire?
Ovviamente parlo di me, il testo è totalmente autobiografico. Qualcuno che lo ha ascoltato mi ha fatto notare che è talmente introspettivo che forse non tutti possono immedesimarsi in quel che esprimo! Però io quando l’ho scritta non ci ho pensato, ho solo scritto di getto le mie sensazioni!
Se ci si immedesimano tutti vuol dire che non hai detto nulla di te, che sei stata forse generica… bene cosi allora! Scherzi a parte, affermo con convinzione che una cantautrice non deve preoccuparsi di altro se non di sputare fuori quel che ha dentro! C’è qualche messaggio importante che, nel mio smontare la canzone, non ho colto e che vuoi essere tu a svelarci?
Direi che hai colto bene il messaggio che volevo mandare! Vorrei aggiungere che è bene comprendere che dentro ognuno di noi si nasconde una forza infinita, che siamo pieni di risorse date dalle infinite personalità che ci compongono, che per alimentare noi stessi e poter dire di vivere dobbiamo nutrirci di sogni e credere in noi stessi e nel fatto che in qualsiasi occasione sapremo sempre cosa fare, scavando in fondo a noi stessi!
Sono serenamente soddisfatto di come analizzando un testo di una canzone assieme a chi l’ha scritto vengano fuori tanti pensieri, tanti concetti che, nella formula naturalmente limitata di una canzone, non sono immediatamente assimilabili da tutti gli ascoltatori o lettori! Grazie Elisa, e grazie ai Freeraggio, di aver partecipato!
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