Divisi nella vita e uniti nella morte

Ogni famiglia porta con sé nella vita le proprie tragedie. Figli che salutano per l’ultima volta i propri genitori e in un modo del tutto innaturale, genitori che salutano per l’ultima volta i propri figli.


Nelle regole della vita vi è un posto di assoluto rilievo per la morte. Vorremmo che accadesse sempre il più lontano possibile ma a volte ci coglie impreparati anche quando il diretto interessato, complice un suo stato di salute precario, ci ha in qualche modo illuso nel farci sentire pronti.

Ci sono casi che vale la pena di raccontare quando nell’epilogo vi si trova un lieto fine. In questo caso, il racconto narra la storia di una coppia che si è amata dal primo all’ultimo giorno non spezzando questo legame neanche dopo il loro ultimo respiro.

La storia inizia alla fine degli anni ’60. Lei una bellissima ragazza, lui potrebbe fare tranquillamente l’attore in un film. Il primo incontro/scontro nasce e muore tutto in una sera. Il solo aver chiesto una semplice conoscenza da parte dell’uomo, scatta nella ragazza una reazione istintiva e negazione totale.

Il fatto si ripeterà esattamente un anno dopo con un finale completamente diverso e che realizzerà ciò che segue nella narrazione.

Erano anni che i rapporti si consolidavano sulla base dell’etica e della morale. Era difficile conquistare una donna se non prima aver faticato tanto conquistandola con galanterie oggi lontane anni luce. Erano rapporti che una volta saldati, difficilmente si slegavano. Rapporti ricchi di passione, amore e sacrifici.

Tra i tanti sacrifici trovano un nodo cruciale anche le lontananze per esigenze lavorative fuori i propri confini nazionali, anche come il caso della nostra storia, che dopo il matrimonio e la nascita del primogenito, vede l’uomo prendere uno dei tanti treni con destinazione Ginevra.

Ma questa divisione rinsalda maggiormente la coppia. Rivedersi solo per venti giorni all’anno e per dieci anni di fila, porta l’unione a livelli mai raggiunti. Leggendo queste ultime righe penserete che quei tempi siano assai lontani dall’essere rappresentati oggi e forse molti di voi potranno riconoscere almeno in questa storia un proprio parente.

Passano anni e sacrifici e la famiglia si allarga. Dopo il maschietto, tre anni dopo arriva una bambina. Un telefono a gettoni comunica all’uomo il lieto evento. Passano gli anni e lo scopo di un tetto sulla propria testa si realizza. I bambini crescono e l’uomo ritorna nel suo luogo d’origine.

Sono anni che scivolano via tra ricorrenze, compleanni e cerimonie, finalmente come ogni famiglia italiana. Non c’è più l’esigenza di aspettare la sospensione lavorativa di un lavoro stagionale in terra elvetica per programmare i vari sacramenti religiosi e altri importanti appuntamenti della vita. La famiglia oramai unita vive ogni singolo momento della propria esistenza, il tempo delle malinconie è un vago ricordo.

Mentre tutto sembra scorrere normalmente, una tragedia colpisce questo nucleo famigliare. Corre l’anno 1993. L’uomo dopo dieci anni impiegato come benzinaio, in una notte di febbraio, da alcuni balordi a scopo di rapina è colpito violentemente in testa. Crolla il pilastro portante, dopo poche ore si spegne una vita all’’età di 49 anni lasciando in eredità i tanti perché di un destino così crudele.

I figli ormai maggiorenni realizzano seppur con non pochi sforzi e successivi sacrifici la propria carriera professionale e lavorativa. La generazione continua. Da mamma a nonna e da figli a genitori. Nascono nuovi discendenti colmando in parte quel vuoto lasciato dalla tragedia. Lo strappo di una divisione forzata è un solco indelebile in ogni membro della famiglia fino a pochi giorni fa.

Una nuova data segnerà per sempre il cammino di questo nucleo famigliare. Il 21 luglio 2022 si spegne serenamente la nonna Graziella. Il destino vuole che negli stessi giorni ricorrano i 30 anni della morte del marito e nasce la possibilità di una traslazione della salma. I nuovi loculi vedono sorgere il sole ogni mattina e sono posti uno sotto l’altro.

Divisi nella vita e uniti nella morte. Il finale di questa storia era stato già scritto.

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