Deda e la storia del rap italiano

“House Party” segna il ritorno a sorpresa del dj, musicista e produttore che negli anni ’90 ha fatto scuola con i Sangue Misto. Tra gli ospiti Neffa, Fabri Fibra, Ghemon, Salmo e Coma Cose.


A tanti il nome Deda non dirà tanto, per scoprire chi è dobbiamo fare un passo indietro di trent’anni quando a Bologna, nel luogo che oggi regolarmente ospita l’Arena del Sole, c’era un centro sociale occupato chiamato l’Isola nel Cantiere, da dove è nato il progetto musicale Isola Posse All Stars.

In quel centro anarchico, creativo ed estemporaneo, gli allora giovanissimi Deda, Dj Gruff e Neffa formavano i Sangue Misto, destinati a realizzare, nel ’94, “SxM”, album all’epoca di scarso successo ma considerato, con il senno di poi, la pietra miliare del rap italiano.

Con Neffa il connubio artistico è proseguito anche gli anni successivi con risultati rilevanti, basti pensare che la celeberrima “Aspettando il sole” del 1996 è scritta e prodotta da Deda, che dagli anni 2000 si è poi gradualmente allontanato dal rap italiano abbracciando la musica elettronica con tinte funk della sua creatura Katzuma, che ha raccolto successi in paesi come Giappone, Canada e Inghilterra.

“House Party” è per Deda un nuovo debutto, in tempi in cui il rap e l’hip hop in Italia sono diventati una moda, dove il concetto di “featuring” è sdoganato in maniera massiccia, con produttori giovanissimi che macinano notevoli numeri in streaming.

“House Party” non è però un album che strizza l’occhio alle mode del momento, ma per lui è senza dubbio un modo per rientrare da vincitore in un ambito musicale che ora lo vede come un maestro, un anticipatore,

Frah Quintale è stato il primo artista contemporaneo a riportarlo sulla strada del rap, non a caso dà il suo prezioso contributo in “La calma pt.2”, Salmo ha dimostrato diverse volte stima per il produttore e qui in “Più forte” dà il meglio di sè stesso.

Nom manca il rap più arrembante e aggressivo portato da Jake La Furia, Emis Killa, Gemitaiz, Ensi, persino i Coma Cose provano a “fare brutto” come direbbero i giovani ma sono le basi e i suoni a fare la differenza rispetto agli eroi odierni delle piattaforme musicali.

Non poteva mancare Inoki, altra figura importante del rap partito da Bologna, nell’arrembante e chiassosa “Rock The House” insieme a Danno e Sean Martin.

E’ con “Puro” (cantata da Davide Shorty) che comincia la parte più interessante dell’album che si apre alle influenze black, soul, dove si trovano perfettamente a loro agio Ghemon e Frank Siciliano in “Desideri”.

Chiude con raffinatezza il disco la voce di Al Castellana nella dolce e romantica “Non sei tu”.

Ma questo progetto non sarebbe mai partito senza l’amico di sempre Neffa. I due hanno sempre smentito la remota possibilità che un giorno si potessero riunire i Sangue Misto, per il semplice fatto che non ci sono più le condizioni artistiche per riproporre un’alchimia rimasta irripetibile.

In mancanza di questo, i due hanno imbarcato un’altro loro fan di vecchia data, Fabri Fibra, per costruire un brano talmente solido che potesse diventare il singolo apripista dell’intero progetto, e ci sono riusciti.

“Universo” è il bilancio di una vita intera passata sui palchi e a scrivere, sullo sfondo c’è una bella storia di amicizia, quella che può convincere un uomo e un’artista a tornare sui suoi passi e riavvicinarsi al rap, con risultati fortunatamente notevoli.

Informazioni:

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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,05 – 21,00 su Radio Budrio

Fabio Alberti

 

 

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