Caro vita: i bolognesi non si risparmiano sulla salute

Oltre quattro su dieci (43%) dicono che il caro prezzi influenza fortemente le loro scelte di vita. La maggioranza (65%) non intende ridurre le spese per la salute, e il 7% vuole addirittura aumentarle. Nonostante questi propositi, oltre la metà (53%) non ha effettuato alcun esame di prevenzione e screening nell’ultimo anno.


Nell’ultimo anno l’inflazione ha eroso in maniera significativa i risparmi e il potere di acquisto delle persone. E se in molti hanno provato a rimediare tagliando il superfluo o adottando buone abitudini antispreco, c’è il rischio che anche spese importanti – come quelle per la salute – subiscano l’impatto negativo del caro prezzi. È quello che sta accadendo?

Per scoprirlo, UniSalute ha interrogato i bolognesi su questo argomento, in una nuova indagine dell’Osservatorio Sanità[1] svolto in collaborazione con Nomisma.

La ricerca di UniSalute conferma, innanzitutto, come l’inflazione si stia facendo sentire nella quotidianità dei bolognesi: oltre quattro su dieci (43%) affermano che le loro scelte di vita sono fortemente influenzate dall’aumento dei prezzi e dal caro bollette, e il 38% dice di essere condizionato dalla situazione economica familiare.

Di conseguenza, quasi quattro su cinque (79%) hanno modificato le abitudini di spesa, tagliando prevalentemente i consumi fuori casa come bar e ristoranti (82% di chi ha cambiato le abitudini di spesa), ma anche i viaggi e le vacanze (71%) e in misura minore gli acquisti relativi all’abbigliamento (54%) e all’intrattenimento extra-domestico, ad esempio cinema e concerti (54%).

E le spese per la salute? L’impatto del caro vita c’è, ma in misura inferiore: dice di aver ridotto queste spese solo il 28% dei bolognesi, dato in linea con il campione nazionale (28%).

La maggioranza (72%) degli intervistati, invece, non intende modificare questa voce di spesa (65%), o ha intenzione addirittura di aumentarla (7%): segno che in molti, forse a seguito della pandemia, hanno preso consapevolezza dell’importanza di tutelare e prendersi cura della propria salute.

Per approfondire questo aspetto, UniSalute ha chiesto agli abitanti del capoluogo emiliano se fossero più attenti al proprio benessere oggi rispetto a cinque anni fa.

Per quanto riguarda il benessere fisico, ha risposto di sì il 38% degli intervistati; mentre in merito al benessere psicologico, si dichiara più attento il 36%. Come motivazione di questa maggior attenzione, quasi due su tre (65%) indicano proprio l’aver capito l’importanza di controllare in maniera continuativa il proprio stato di salute.

Ma è davvero così? Purtroppo, non sempre ai buoni propositi seguono i fatti: nel campione di bolognesi interrogato per la ricerca, ben il 53% dichiara di non aver svolto alcun esame di prevenzione e screening negli ultimi 12 mesi, con la motivazione prevalente (76%) di non aver avuto particolari problemi di salute. C’è ancora tanto da fare, insomma, per diffondere la cultura della prevenzione nel nostro Paese.


[1] Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a dicembre 2022 su di un campione di 1.200 persone stratificato per età (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli

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