Achille Lauro: uno, nessuno o centomila?

Trap, rock, dance, cantautorato e ora persino jazz. In quasi due anni l’eclettico artista è partito da “Rolls Royce” passando dal Premio Tenco arrivando alle note natalizie di “Jingle Bell Rock” insieme ad Annalisa. E non finisce qui..


Si può apprezzare o meno Achille Lauro ma non si può di certo ignorarlo, è impossibile anche perchè dal 5 Febbraio 2019, sera della sua prima esibizione al Festival di Sanremo con “Rolls Royce”, Lauro De Marinis (vero nome di battesimo) non si è riposato un attimo e ha lavorato sodo per poterci stupire e in qualche modo conquistare.

Diciamocelo, per molti di noi quel pezzo sembrava un’allegra trollata (giusto per usare un termine “giovane”), un’accozzaglia di citazioni e omaggi che sembravano però fuori luogo per un giovane che arrivava dalla trap.

Eppure eravamo solo al primo giro di giostra, sono arrivate ben presto: la toccante e convincente ballata “Ces’t la Vie” che di recente è stata riproposta insieme a Fiorella Mannoia, una bizzarra esibizione al Primo Maggio insieme a Federico Poggipollini, la contestatissima partecipazione al Premio Tenco in un’edizione sconfessata persino dalla famiglia del compianto cantautore.

Il suo bis a Sanremo nel 2020 ce lo ricordiamo tutti più per il suo schizofrenico, irriguardoso trasformismo che per la non fondamentale “Me ne frego”.

Tornando ai suoi omaggi e a questi quasi due anni intensissimi, tutta la sua produzione va iscritta in una trilogia cominciata con “1969”, album ispirato alle figure del rock’n’roll, rappresentate e descritte con il linguaggio della sua generazione, con la collaborazione del suo chitarrista e fedele produttore Boss Doms.

Fin lì sembrava tutto lineare, regolare, finchè Achille Lauro non ha svelato la seconda puntata, quel “1990” che invece faceva il verso, con falsi storici e accostamenti improbabili, al decennio della dance, rincarando la dose del trasformismo, seguito ora da “1920”, avventura ancora più spericolata in cui melodia, atmosfere da crooner, momenti jazz suonati seriamente e incursioni trap rimescolano ancora di più le carte.

Di fronte a questo Luna Park è facile rimanere storditi, ma è facile anche vedere il desiderio di affermazione di un ragazzo disposto a dare il 110 % non solo per la notorietà fine a se stessa ma anche per dare una sua versione del concetto di arte, non necessariamente legata alla musica.

In attesa di un album attualmente in lavorazione e che, a suo dire, cambierà la storia della nostra musica, in “1920” Achille Lauro passa in due secondi dall’esperimento alla piacioneria, sentite ad esempio “Bulgari Black Swing” insieme ad Izi e Gemitaiz che parte trap e finisce jazz, passate poi alla cover “Tu vo’ fa’ l’americano” insieme a Gigi D’Alessio.

Ciliegina sulla torta, l’inaspettata cover natalizia di “Jingle bell rock” insieme ad Annalisa, che ovviamente non c’entra nulla col resto, d’altronde il Luna Park (finchè dura e finchè qualcuno non spegne la corrente) è fatto per stupire, e noi stavolta cominciamo francamente a goderne. Allora Buone Feste, siamo buoni visto che già quest’anno ci ha messo a dura prova e godiamoci una comunque piacevole “Jingle Bell Rock”.

Qui il video:

Informazioni:

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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,30 – 21,00 su Radio Budrio

Fabio Alberti

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