Viaggio nella memoria con “Tarkovskij: A Cinema Prayer”

Il 30 agosto sarà presentato per la sezione “Venezia Classici” alla 76esima Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica, il documentario sulla vita e le opere del leggendario regista russo Andrej Tarkovskij.


Il film è scritto, diretto e prodotto da Andrej A. Tarkovskij, regista e presidente dell’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij, ma soprattutto figlio dell’indimenticato cineasta. “TARKOVSKIJ: A Cinema Prayer” è coprodotto da Dimitrij Klepatski – Klepatski Productions in Mosca, Peter Kropenin – Hobab in Stoccolma, Paolo Maria Spina – Revolver in Roma. Con il contributo e la partecipazione dello stesso Istituto con sede a Firenze insieme a Mosca e Parigi, ci sono anche altre preziose collaborazioni: Cinema ConcernMosilm, Mosca; RAI Cinema; Toscana Film Commission; Svensk Film Archive Stockolm; Gotland Film Commission; Film Vest Goteborg.

Il 29 Dicembre 2016 è stato celebrato il trentennale dalla scomparsa di Andrej Tarkovskij, e l’opera di uno dei più grandi registi del XX secolo è ampiamente nota in tutto il mondo. Il geniale autore, i cui lavori oramai da quarant’anni figurano tra i «50 migliori film di tutti i tempi» (“Andrej Rublev”, “Lo specchio” e “Stalker” secondo l’Istituto del Cinema Britannico), ci ha lasciato otto pellicole, l’interesse e il desiderio mai estinti di comprendere la sua opera. Centinaia di libri, articoli, tesi di laurea, convegni, film e incontri, sottolineano questo interesse da parte degli spettatori e dei ricercatori provenienti dai campi più disparati dell’arte, dell’estetica e della filosofia.

Un gran numero di teorie originali e talvolta contraddittorie di eminenti critici e studiosi, è stato elaborato per tentare di spiegare il «fenomeno Tarkovskij» nell’arte contemporanea. Ma cosa ne pensava lo stesso Tarkovskij? Quali principi lo hanno guidato nella creazione dei suoi capolavori? Cosa lo ha ispirato? Di cosa ha vissuto e cosa voleva trasmettere ai suoi spettatori? È possibile, a trent’anni dalla sua scomparsa, ascoltare di nuovo la voce del regista che racconta la sua vita, la sua professione, la sua vocazione?

Il cinema come preghiera è alla base di tutto, e Andrej Andreevic, ha deciso di affidare alla visione e alla suggestione del pubblico i ricordi sui lavori del padre. Ma anche il suo sguardo sull’arte, le riflessioni sul destino dell’artista e sul senso dell’esistenza umana, tutti tasselli di un raro mosaico nella cultura universale della settima arte. L’Archivio Tarkovskij ha giocato un ruolo fondamentale per la conoscenza e la trasmissione dell’incredibile patrimonio filmico e umano di questo straordinario autore: il misterioso universo della sua immagine cinematografica, contribuisce alla rivisitazione della sua opera e del suo mondo interiore.

In questo documentario, la fonte primaria del pensiero tarkovskiano, è rintracciabile nelle rarissime registrazioni audio e video di interviste e di lezioni di regia, restaurate e finora inedite. Nel lavoro di Andrej Andreevic, vari capitoli, raccontati in sequenza cronologica, seguono il percorso del padre come uomo, intellettuale e regista. Un profondo legame culturale e spirituale tra padre e figlio, emerge nel documentario come eredità artistica.

Attraverso la loro influenza, perfino le poesie di Arsenij Tarkovskij, uno dei più grandi poeti russi del Novecento, hanno contribuito a cementare la poetica dell’immagine di Andrej. Dopo aver girato in Italia (Toscana) nel 1983 “Nostalghia”, e la premiazione dello stesso al Festival di Cannes, sarebbe rimasto nel belpaese fino al 1986, dopo il suo esilio dall’Unione Sovietica. Questo documentario, a cui Andrej lavora dal 2003, altro non è che una lettera d’amore di un figlio al padre, ed è una coproduzione tra Russia, Italia e Svezia.

Frammenti dai film realizzati dal regista, straordinarie immagini girate da Tarkovskij in 8mm in Italia e in Russia, rarissimi materiali degli archivi cinematografici di Mosca girati sul set del regista in Russia, fotografie e polaroid scattate dal cineasta; tutti tasselli che compongono questo meraviglioso mosaico della settima arte.

Le riprese sono avvenute nei luoghi della vita e dei set dei suoi film: in Russia a Suzdal, Vladimir, Tuchkovo e a Mijasnoe, località in cui si trova la sua casa di campagna; in Svezia sull’isola di Gotland, ultimo set di “Sacrificio”, il suo film testamento; in Italia a Roma, Bagno Vignoni, Chiusdino, Cittaducale, San Gregorio, Roccalbegna e Firenze ultimi luoghi della sua esistenza. Ingmar Bergman ha sempre ispirato i suoi lavori (soprattutto “Sacrificio”), e sono scolpite nella memoria le sue parole sul cinema di Andrej: “Il film quando non è un documentario è un sogno. E’ per questo che Tarkovskij è il più grande di tutti”.

Crediti fotografici © Natascia Gazzana


Francesco Maggiore

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