Souvenir d’Italie

Il primo docu-film dedicato a Lelio Luttazzi scritto e diretto da Giorgio Verdelli. Un omaggio all’artista triestino nel centenario della sua nascita di Rai Documentari e Mad Entertainment.


Chi è stato Lelio Luttazzi? Sono tante le definizioni possibili, tutte parziali: showman riluttante, compositore minuzioso, capo orchestra sornione, cantante per caso e pianista per vocazione, attore, scrittore e regista con la missione dello swing.

In occasione del centenario della sua nascita, “Souvenir d’Italie” – come una delle sue canzoni di fama internazionale – racconta l’incredibile vicenda professionale di un artista originale e appassionato.

Un docu-film scritto e diretto da Giorgio Verdelli, coprodotto da Rai Documentari e MAD Entertainment con il contributo di RAI TECHE, in onda il 3 marzo alle 21:25 su Rai Tre.

Lelio Luttazzi è stata una delle figure più rappresentative del periodo magico in cui musica, teatro, cinema e televisione parlavano un linguaggio comune fatto di grande scrittura, sense of humor ed eleganza. La sua vita e la carriera artistica si intrecciano con la storia recente con molti incroci narrativi, a partire dalla Trieste multiculturale che segnerà tutta la sua formazione e in cui ritorna negli ultimi anni della sua vita.

“Souvenir d’Italie” di Verdelli è il racconto di un grande artista ma anche di una vicenda umana mai troppo approfondita ed esaminata, forse per l’estrema signorilità e riservatezza di questo “portatore sano di smoking”, come lo definì Enrico Vaime.

Ed è proprio in smoking che Francesco Montanari scandisce il ritmo della narrazione della vita artistica di Lelio Luttazzi, procedendo su questo doppio binario: da una parte il racconto d’epoca, col fascino di musica e show televisivi scolpiti nella nostra memoria e, dall’altro, la storia del clamoroso errore giudiziario subito da Luttazzi nel giugno del 1970. Un errore che ha ferito una persona integerrima e geniale mai realmente “risarcita” dai media, anche per il suo estremo pudore.

Scavando tra le foto, i programmi, i film e l’immenso catalogo delle edizioni musicali delle sue opere – con molte curiosità poco note al grande pubblico – il docufilm è impreziosito dalle performance vocali e strumentali appositamente realizzate da grandi nomi del jazz italiano come Stefano Bollani, Bobby Solo, Drusilla Foer, Simona Molinari, Remo Anzovino, Giovanna Famulari, Lorenzo Hengeller e Rossana Casale.

La narrazione si completa con le testimonianze, tra gli altri, di Fabio Fazio, Pupi Avati, Riccardo Rossi, Massimiliano Pani, Camilla Baresani, della figlia Donatella Luttazzi e di Fiorello, grande fan di Luttazzi e fautore del suo grande ritorno in televisione dopo 25 anni di assenza in seguito allo scandalo giudiziario che, erroneamente, lo travolse.

La testimonianza esclusiva della moglie, Rossana Luttazzi, che ha messo a disposizione il materiale della fondazione e quello dell’archivio privato, conferisce al docufilm un tocco inedito e intimo “in levare”, ovvero con lo swing che era la cifra espressiva di Lelio Luttazzi.

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