Rischio mortalità per una frattura al femore

L’allarme dell’Osservatorio Fratture da Fragilità per gli over 65.


Per gli over ’65 la sola frattura del femore rappresenta un rischio di morte entro cinque anni per quasi il 50 per cento dei casi: questo uno dei dati preoccupanti emersi oggi nel corso del seminario FRATTURE DA FRAGILITA’ UN UPDATE: SCENARIO, DATI, CRITICITA’, RISPOSTE promosso dall’Osservatorio Fratture da Fragilità-OFF che, in linea con i propri obiettivi, ha preso in esame lo scenario, i dati e le criticità, interrogandosi anche sulle necessarie risposte che questo ambito sanitario attende da troppo tempo.

La continuità assistenziale è la parola d’ordine cui occorre far riferimento se si vuole realmente contenere un fenomeno così devastante per le persone e per la sostenibilità del nostro sistema sanitario come le fratture da fragilità ossea – ha sottolineato la Prof.ssa Maria Luisa Brandi, presidente e fondatrice dell’Osservatorio –  basti pensare che secondo uno studio dell’International Osteoporosis Foundation nel nostro Paese il 77 per cento dei pazienti over 50 che hanno subito una frattura, dopo questo episodio, non sono sottoposti ad ad alcun tipo percorso sanitario per valutare le proprie condizioni o a terapie per contrastare o prevenire i troppo frequenti casi di rifratture”.

I DATI: PROIEZIONI NAZIONALI DALLO STUDIO TARGET – Nelle regioni italiane, le sole fratture del femore, nella popolazione over ’65 hanno un’incidenza ogni mille persone che varia dal 6,7 per cento della Campania al 7,64 della Liguria, mentre la mortalità a cinque anni, sempre per queste fratture, oscilla da un minimo 49,2 per cento dei casi della Campania a un massimo del 51,95 delle Marche.

Questi alcuni degli inquietanti risultati di una stima elaborata dal Prof. Giampiero Mazzaglia, Professore Associato di Epidemiologia e Sanità Pubblica, Università di Milano Bicocca, che partendo da un approfondito studio elaborato per la Regione Toscana – lo studio Target – ha proiettato i risultati su scala nazionale, evidenziando poi che i soli costi sanitari annui per le fratture da fragilità, considerate nel loro insieme, superano gli ottocento milioni di euro, senza contare quelli della riabilitazione che sono quantificabili in quasi seicento milioni di euro.

E’ fondamentale considerare che i costi sanitari e quelli di riabilitazione sono solo una parte dell’impatto economico generato dalle fratture – ha sottolineato il professore – sono infatti molteplici i costi associati al verificarsi di questi eventi: costi medici, sociali e quelli derivanti dalla perdita di produttività. Un insieme molto articolato di voci di spesa e di mancati introiti – ha proseguito Giampiero Mazzaglia che, secondo quanto è stato valutato dall’International Osteoporosis Foundation, sfiora in Italia i dieci miliardi di euro”.

TERRITORIO, TELEMEDICINA E ONCOLOGIA – Quando si parla di soggetti fragili si pensa soprattutto agli anziani, quelle persone che hanno sofferto in modo particolare durante i lockdown dell’emergenza pandemica. La complessità nella gestione delle persone anziani o fragili durante il periodo SARS.CoV.2 è stata raccontata da Adriana Tacchia, assessore ai servizi sociali di Saonara (comune della provincia di Padova) che ha riportato la necessità per chi ha responsabilità assistenziali di entrare in una fase di differente gestione dei soggetti più deboli. A questa difficoltà ha risposto Maria Luisa Brandi, che ha illustrato le esperienze sviluppato in ambito di teleassistenza e teleconsulto proprio nell’ambito dei soggetti con fragilità ossea.

La Telemedicina ha aiutato i pazienti con osteoporosi durante la pandemia e li aiuterà anche dopo”, ha sottolineato la presidente dell’Osservatorio, “L’invio di piani terapeutici online era qualcosa che attendevamo da tempo e che finalmente è stato realizzato. Non sarà possibile tornare indietro: questo rappresenterà una buona pratica nel ridurre le liste di attesa. I pazienti chiedono di essere valutati online e ci ringraziano per il lavoro fatto. Il paziente con fragilità ossea è un candidato ideale per una valutazione a distanza e il presente è in tal senso già futuro”.

Durante l’evento è intervenuto anche il Prof. Paolo Veronesi (Direttore Divisione Senologia, Istituto Europeo di Oncologia) che ha sottolineato come “oggi grazie a diagnosi precoci e terapie mirate, molti tumori consentono tassi di guarigione molto elevati. Ci troviamo quindi di fronte ad una popolazione di persone sopravvissute al tumore che spesso affrontano terapie a lungo termine, che si sottopongono a terapie ormonali dove come è noto uno degli effetti collaterali riguarda proprio il metabolismo dell’osso. Per questi pazienti – soprattutto donne ma non solo – occorre avviare un sistema di controlli periodici ed offrire servizi alla persona che non si esauriscono nelle cure oncologiche specifiche.

Allo IEO abbiamo realizzato ciò di cui sto parlando creando alcuni anni fa il Women Cancer Centre, un centro di supporto globale alla persona, luogo in cui ci facciamo carico della complessità delle problematiche connesse alla salute ed al benessere psicofisico delle nostre pazienti. In questo senso reputo sia necessario che i centri d’eccellenza siano in grado di prendere in carico problematiche ossee, ma anche ginecologiche, sessuali e psicologiche, per offrire un autentico supporto alla qualità della vita di chi ha vissuto o sta vivendo l’esperienza del tumore”.

L’ATTIVITA’ DELL’OSSERVATORIO –A fronte di una sempre più massiccia incidenza delle fratture da fragilità causata dal graduale innalzamento dell’età media della popolazione, sia sul piano mondiale che in particolare del nostro Paese, l’attivazione di un organismo quale l’Osservatorio risulta essere uno strumento fondamentale”, ha dichiarato il Prof. Francesco Falez, vicepresidente e socio fondatore di OFF durante l’evento. “La sua attività permetterà alle istituzioni, partendo dalla raccolta epidemiologica dei dati, di poter individuare percorsi assistenziali e di prevenzione di queste fratture che meglio possano rispondere alle crescenti necessità della nostra popolazione”.

Queste considerazioni sull’importanza dell’avvio delle attività dell’Osservatorio sono state condivide da Maria Rizzotti, senatrice e presidente dell’Intergruppo Fratture da Fragilità, che ha dichiarato: “La nascita e le attività dell’Osservatorio OFF sono salutate con soddisfazione da me oltre che da altri rappresentanti istituzionali come un passo necessario. Se è vero che le fratture da fragilità devono essere al centro dell’attenzione di chi programma le politiche sanitarie, è anche vero che questa programmazione deve basarsi su dati certi e confermati. Sottolineo quindi l’importanza del lavoro dell’Osservatorio ai fini della programmazione socio-sanitaria, soprattutto in un momento – come quello analogo – che vede il Paese ripensare a tante delle sue fondamenta grazie al PNRR”.

L’Osservatorio propone oggi i primi passi della sua attività con relazioni importanti, che affrontano ognuna un aspetto differente della grande problematica delle fratture da fragilità e dell’osteoporosi”, è stato il commento di Antonio Tomassini, socio fondatore di OFF e presidente dell’Associazione d’ Iniziativa Parlamentare per la Salute e la Prevenzione. “Tutto questo avviene mentre il Paese affronta un passaggio storico importante: sono attesi grandi investimenti per riprogettare e riprogrammare la sanità italiana. Crediamo che il contributo offerto in questa giornata debba essere letto alla luce del cammino che stiamo percorrendo e che ci porterà non solo ad affrontare in modo attento, consapevole e cosciente alcune emergenze sanitarie spesso sottovalutare, ma che ci condurrà ad una visione nuova e unitaria dei bisogni di salute e delle risposte agli stessi”.

LA TAVOLA ROTONDA – La tavola rotonda sui dati presentati e sulle attività dell’Osservatorio ha visto la partecipazione attiva di Astrid Behr (responsabile Nord Italia-SIAARTI), Bruno Frediani (Società Italiana di Reumatologia), Salvo Leone (Coalizione Frame), Graziano Onder (ISS), Elio Rosati (Cittadinanzattiva), Maurizio Rossini (Presidente SIOMMS), Ketty Vaccaro (Censis). Hanno dialogato con i relatori anche Luigi Ripamonti (Corriere della Sera) e Daniela Minerva (Repubblica).

È necessaria una riforma del SSN che dialoghi con gli altri sistemi sociali: scuola, lavoro, assistenza – ha affermato Elio Rosati, segretario regionale Lazio di Cittadinanzattiva – è ormai evidente che la logica del dividere e comandare impoverisce tutti. La logica che dovrà seguire la prossima riforma è quella di puntare sulla prevenzione, sugli stili di vita e quindi sulla salute e non sulla sanità come organizzazione di uffici e luogo di potentati. Nello specifico va ripensato il ruolo delle ASL e delle AO, come anche il ruolo della medicina di base e di quella ospedaliera in un percorso di continuità che deve partire dal domicilio del paziente e qui tornare dopo le fasi acute. Il tutto deve essere sviluppato in un percorso armonico e non costellato dalla burocrazia, dagli intoppi e dalle difficoltà di accesso ai servizi socio sanitari. In questo scenario le fratture da fragilità possono avere l’attenzione necessaria a vedere realizzati in modo coerente percorsi, prese in carico e flessibilità degli interventi”.

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