Psoriasi, 3 milioni di malati in Italia

Crollo degli accessi (-50%) in centri specialistici ex-Psocare. 84% delusi dalle cure.


Arriva l’estate e la psoriasi tende a diminuire grazie al sole, ma il problema resta comunque. Sono quasi tre milioni i malati in Italia, una gran parte è costretta per tutto il resto dell’anno ad una estenuante ricerca di una terapia efficace, che si trasforma in un pellegrinaggio continuo tra medici di famiglia e dermatologi territoriali. Una ricerca che non passa mai per i centri di riferimento (ex Psocare), con il risultato di non risolvere il problema nell’80% dei casi. L’ADIPSO, l’Associazione per la Difesa degli Psoriasici, che ha presentato i risultati della propria indagine durante un convegno che si è concluso sabato a Roma.

Durante l’Open Day del WPD (World Psoriasis Day), in 93 cliniche di riferimento regionali (ex Psocare) si sono aperte le porte per fornire informazioni sulla malattia e svolgere visite e consulti gratuiti. “Dobbiamo fare qualcosa per questa delusione dei pazienti – ha commentato la presidente dell’ADIPSO Mara Maccarone –. Oggi ci sarebbero tutti i mezzi per curarsi, ma molti non ci riescono, e questo è enorme danno per il paziente e per la società. Le schede che abbiamo raccolto fotografano perfettamente la situazione generale, basti pensare che nei centri di riferimento in pochi anni siamo scesi da 12mila a 6mila pazienti, segno tangibile che qualcosa non va e non per colpa dei malati”.

Pochi pazienti nei centri di riferimento

“Un dato che fa molto riflettere – ha affermato la prof.ssa Ornella De Pità, dermatologa dell’ospedale Cristo Re di Roma – è che delle persone visitate o intervistate all’Open Day solo 102 erano state trattate da un centro di riferimento. Forse anche per questo hanno manifestato una forte delusione per le terapie ricevute. Inoltre la ricerca ha messo in luce una forte richiesta dei farmaci biotecnologici da parte dei pazienti, nonostante ci siano molte alternative prima di arrivare a questa risorsa”.

Il problema dell’abbandono della terapia, ha spiegato il prof. Nicola Balato, che dirige la dermatologia del Policlinico Federico II di Napoli, si risolve con una migliore comunicazione. “Il problema è di comunicazione. Dobbiamo impostare un percorso di istruzione del paziente per fare in modo che segua il più possibile le terapie che proponiamo, anche spiegandogli che magari la prima può non funzionare ma che in quel caso ci sono delle altre ‘armi’ che si possono usare”. Una caratteristica dei pazienti emersa dalle schede è la presenza frequente di comorbidità, con le principali che sono risultate l’obesità (il 26% di chi aveva una malattia associata alla psoriasi) e la depressione (23%), oltre che il diabete (13%). “Questo è un problema per chi prende in carico il paziente – ha sottolineato il prof. Gianfranco Altomare, direttore del dipartimento di dermatologia dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano – perché queste patologie fanno in modo che il paziente non possa usare certi farmaci”.

Poca l’attenzione dalle istituzioni in tutte le Regioni con carenze anche da parte dei dermatologie dei medici di famiglia per una malattia che ha tutti gli effetti può considerarsi grave.

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