Pizzica Salentina e Liscio, due musiche a confronto

Musiche tradizionali, parte di un patrimonio artistico culturale di un’Italia che continua a vivere.


In questi giorni mi è capitato di assistere a due spettacoli ben distinti, il classico appuntamento annuale a Melpignano con lo spettacolo della Notte della Taranta e l’esibizione del gruppo Extraliscio ai giardini del Cubo a Bologna. Due stili musicali diversi ma che hanno in comune la tradizione di un luogo in un paese meraviglioso come la nostra nazione.

I due stili, hanno allietato per decenni le popolazioni del luogo e tutte quelle genti che ne sono state attratte dalle loro musicalità. Musiche che di fondo aggregano, aprono a culture diverse tra loro e amalgamo la voglia di divertirsi tra protagonisti e pubblico.

In sostanza due stili di musica che dovrebbero durare ancora nel tempo. Il condizionale è utilizzato intenzionalmente se porgo lo sguardo sul liscio. Mentre la pizzica salentina, conquista enormi platee grazie ai numerosi spettacoli in giro per il mondo e grazie all’evento mediatico internazionale della Notte della Taranta, il liscio sembra perdere terreno a confronto. Certamente gli spettacoli di liscio non mancano ma è privo di un elemento principale che lo porti a un’attrazione mediatica maggiore.

Questo elemento fondamentale per la sopravvivenza, lo possiamo trovare (senza snaturare del tutto lo stile) solo in una contaminazione musicale e ormai inevitabile. Certo si può essere d’accordo o contrari a una possibile fusione con altri stili ma resta un dato di fatto, oggi il liscio sembrerebbe imboccare la via dell’estinzione e troverebbe sempre meno interesse nelle nuove generazioni.

Prendiamo ad esempio la pizzica salentina. Lo stile incarna alcune caratteristiche dello stesso popolo che ne ha dato i natali, accoglienza, apertura e sperimentazione. Caratteristiche che ritroviamo nella stessa gente che ha dato i natali al liscio. La Romagna è da secoli terra di accoglienza, sperimentazione, attrazione turistica e altre infinite qualità, eppure, sembrerebbe dimostrare una poca apertura mentale nei confronti della sua musica.

A vedere certi appuntamenti con il liscio, si nota a occhio solo una certa generazione presente. Per correttezza d’informazione, devo aggiungere con enorme piacere, che con l’esibizione degli Extraliscio ho dovuto in gran parte ricredermi. Ho visto finalmente una luce di sopravvivenza in fondo ad un tunnel dedicato solo ai ricordi.

Sono sempre più convinto nel vedere un giorno il liscio, tornare a vivere una seconda giovinezza. Ora tocca a organizzatori di eventi e addetti ai lavori cogliere l’attimo. Il Carpe diem tra le Odi del poeta latino Orazio, oggi è quello che darebbe uno stimolo maggiore ad uno stile musicale condannato nel tempo e su una probabile via d’estinzione.

Cogliere l’attimo che ci offre il tempo attuale e con la speranza, che il liscio possa tornare in auge come i tempi passati e magari in un festival, ritrovare i due stili duettare assieme allietando quei popoli che incarnano l’accoglienza come prima qualità naturale.

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