Luciana Littizzetto colpisce al cuore con Io mi fido di te

Mentre scrivo, in sottofondo, Jovanotti canta Mi fido di te. L’ho fatta partire appena ho chiuso la quarta di copertina e ho aperto il Pc.


Sta ancora andando a ripetizione, perché è la migliore colonna sonora possibile per Io mi fido di te – storia dei miei figli nati dal cuore. Quando ho saputo che Luciana Littizzetto aveva in cantiere questo libro non ho avuto dubbi, sapevo che avrebbe toccato le corde dell’anima, e così è stato.

Io mi fido di te l’ho letto, anzi no, divorato, parola dopo parola, riga dopo riga, in un solo pomeriggio, non staccando quasi mai gli occhi da quelle pagine così trasudanti di vita. Non credo possa esserci una descrizione più adatta per questo capolavoro.

Luciana Littizzetto ha spiazzato tutti. Non è, come è chiaro dal titolo, il suo classico libro comico che pubblica ogni due anni, no. Questo libro è un carico di amore, paure ed emotività. Il racconto del suo percorso di affidamento, fatto di mille ostacoli, difficoltà e momenti di spaesamento. Perché son tutti bravi a dire “devi fare questo”, “non fare così”, “se fai in questo modo non va bene”, ma quando ti trovi davanti due bambini spaventati e arrabbiati dalla vita, non c’è alcun manuale di istruzioni da consultare, devi andare di pancia, anche se quei figli, già belli e pronti, ma con mille problemi, non li hai partoriti tu.

Un racconto che la mette a nudo e ne fa uscire la donna dolce, ma anche fragile e, allo stesso tempo, forte, molto forte, che pochi conoscono. Si ride tanto in Io mi fido di te, ma ci si commuove anche molto (piccolo spoiler, da pagina 158 a 161 sono letteralmente crollata, mi ha stesa).

Ci sono aneddoti divertenti, al limite del surreale, poi volti pagina e ti ritrovi a riflettere sul mondo dei genitori e dei figli, le paure, i dubbi, le incertezze e la classica domanda “Starò facendo bene?” che attanaglia qualunque mamma o papà, certo, ma ancora di più un genitore affidatario, che vive nella precarietà del momento.

Luciana, con Io mi fido di te, ha aperto le porte del suo cuore, ha raccontato un pezzo importante della sua vita e l’unica cosa che vorresti fare, terminato di leggere, è andare da lei ad abbracciarla.

Il percorso dell’affido è lungo e difficile, tanto quanto l’adozione o anche di più, perché vivi la vita in punta di piedi come canta Mengoni, temendo sempre che tutto possa finire da un momento all’altro. Ci vuole tanta forza e tanto coraggio per affrontare un viaggio così lungo e tortuoso e anche se, come Luciana, si cerca di sorridere sempre e di affrontare tutto con positività, ogni tanto, in silenzio, da soli, le lacrime scorrono e sono una liberazione.

Di coraggio ce ne vuole tanto anche a rimettere insieme i pezzi, far rivivere i ricordi, anche se dolorosi, e trasformarli in un libro che merita tutto il rispetto di questo mondo.

Enrica Leone

 

 

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