Lotta al telemarketing illegale: entra nel vivo

Oltre 4.000 le segnalazioni che i cittadini inviano al garante privacy ogni mese. Tracciare i contratti per spezzare la catena del valore illecito.


Si è svolto nella mattinata di lunedì 29 maggio a Roma presso la Sala Tevere della Presidenza della Regione Lazio alla presenza del Presidente del Co.re.com Lazio Maria Cristina Cafini, del componente del Collegio Garante per la Protezione dei Dati Personali, Guido Scorza, e del Direttore del Dipartimento reti telematiche e marketing della medesima autorità, Riccardo Acciai, il convegno: ‘La forza del Gioco di Squadra’.

Il Codice di Condotta, un punto di partenza e non un punto di arrivo per tutti i partecipanti, rappresenta un traguardo per la costruzione positiva di un sistema di regole concrete e condivise a favore del telemarketing legale. Il Codice, redatto in soli 18 mesi, ha coinvolto 40 persone 15 tra associazioni proponenti e aziende partecipanti.

Nel Codice sono descritti ruoli, procedure e strumenti per rafforzare il reciproco controllo su tutti gli attori della filiera, aderenti e non, così da tutelare l’intero processo di trattamento dei dati dal contatto al contratto.

L’adesione al Codice è su base volontaria ma rappresenta un elemento di contenimento del telemarketing illegale agendo sul tracciamento dei contratti che, quando illecitamente conseguiti, non sono più validi. Rappresenta altresì un elemento di mitigazione nei confronti delle sanzioni comminate qualora il Garante ravvisi ulteriori irregolarità nella gestione del trattamento dei dati dei consumatori e dei cittadini.

Inoltre, il Codice prevede l’istituzione di un Organismo di Monitoraggio indipendente composto di personalità di prestigio e di autonomia operativa per far rispettare le regole e ricostruire un mercato sano, competitivo, leale con i diritti dei consumatori e pienamente a servizio dei cittadini.

Su questo tema è intervenuto il Presidente di Assocontact, Lelio Borgherese che ha dichiarato: “Il gioco di squadra fa sempre la differenza ma oggi questa differenza è ancora più evidente perché nel contesto del telemarketing creare il perimetro delle regole e farle rispettare distingue il servizio dalla truffa. Anche per questo ci uniamo al pensiero esplicitato da tutte le associazioni proponenti: il Codice è solo l’inizio, c’è molto lavoro da fare. A cominciare dalla nomina dei professionisti che dovranno svolgere il delicato incarico di componenti dell’Organismo di Monitoraggio, il motore del Codice Come Assocontact auspichiamo che la Presidenza dell’OdM possa essere assunta dalle Associazioni dei Consumatori, la cui terzietà e indipendenza è inscritta nella propria natura e il cui lavoro è indubitabilmente volto a difendere gli unici attori davvero insostituibili della filiera: cittadini e consumatori.”

Durante l’evento hanno partecipato al panel istituzionale i rappresentanti delle associazioni promotrici: Luigia Grasso, Responsabile Affari legislativi e Diritto di Impresa di Confindustria, Leonardo Papagni, Presidente Assocall e Presidente del Coordinamento Direttivo di Assoservizi per la Comunicazione di Confcommercio, Lelio Borgherese, Presidente di Assocontact, Laura Di Raimondo, Direttore Generale di Asstel, Gianluca Di Ascenzo, Presidente di OIC.

A seguire si sono tenuti i due panel tecnici per illustrare il funzionamento del Codice, dove sono intervenuti:
Arturo Dell’Isola, componente del Consiglio Direttivo di Asseprim, Eugenio Prosperetti, DPO Assocall, Sergio Aracu, DPO Assocontact, Serena Contu, Head of Data Protection, Corporate Liability Compliance and Ethic Code Values Eni Plenitude, Raffaella Grisafi, Presidente Operativo OIC, Rocco Panetta, Founding Panetta Studio Legale. Vincenzo Ferraiuolo, DPO Vodafone, Massimo La Rovere, DPO WindTre.

Dal confronto istituzionale con il componente del collegio dell’Autorità Garante della Privacy, Guido Scorza, il Direttore del Dipartimento reti telematiche e marketing, Riccardo Acciai, è emersa l’urgenza di voltare pagina tutti insieme ma anche la consapevolezza che non esistono norme o strumenti in grado di fermare integralmente il fenomeno delle chiamate illegali.

Basti pensare che nonostante il Garante abbia elevato 265 multe da quando il GDPR è attivo (l’Italia è al secondo posto in Europa per numero di multe comminate) per un ammontare complessivo di 123.369.569 milioni di euro pagati dalle aziende, pervengono ancora oltre 4.000 segnalazioni al mese da parte dei cittadini. 

Strumenti di camuffamento del numero chiamante (spoofing), delocalizzazione delle aziende illegali fuori dai confini EU, innovazione tecnologica sono i tre elementi che complicano maggiormente la lotta agli illegali.

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