Loro 1 e Loro 2
Il ritorno “doppio” di Sorrentino nelle sale, dopo il non proprio esaltante “Youth” e la (cool) serie Tv “The Young Pope”. Una reunion importante con il grande schermo, soprattutto per via del soggetto: la cinebiografia di uno dei protagonisti recenti della politica italiana: Silvio Berlusconi.
E ancora una volta magistralmente interpretato dal suo attore feticcio, quel Toni Servillo, che aveva già impersonificato, un altro controverso statista italiano: Giulio Andreotti in “Il Divo”, sempre del regista partenopeo. Non un biopic a tutto tondo che parte dalle origini, ma il racconto (ampio) di un periodo specifico della vita dell’ex premier: quello che va dal 2006 al 2010.
“Loro” fa riferimento a tutti quelli che contano, dall’imprenditore Sergio Morra (Riccardo Scamarcio), una sorta di alias di Gianpaolo Tarantini, colui che forniva le escort al Presidente, ma anche tutti i lecchini che gli gravitavano intorno. Uno di questi sicuramente, è Santino Recchia (Fabrizio Bentivoglio), un personaggio assurdo a metà strada fra Sandro Bondi e Roberto Formigoni.
Il primo capitolo rimanda fortemente in maniera cafonal grottesca (e anche in chiave abbastanza personale) a “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese, per via dell’ascesa di Morra con le sue olgettine, mentre la seconda parte esplora di più il lato umano e malinconico di Berlusconi e il tramonto della sua relazione con Veronica Lario (Elena Sofia Ricci).
Il loro confronto in fase di rottura è forse uno dei momenti più belli e riusciti dell’intera pellicola. Prodotte dall’immancabile Indigo Film (ormai costante produttrice di tutte le pellicole di Sorrentino) e distribuito dalla Universal Pictures Italia, le due pellicole appaiono come una sorta di deja vu, anche perché in fase decadente e al momento in fase di riabilitazione (dalla giustizia naturalmente), e ogni volta che il Cavaliere (non quello oscuro della saga nolaniana) viene dato per morto, è sempre dietro l’angolo pronto a risorgere e a prendersi quello che vuole.
