L’Europa nera di “Oltre la notte”
Dopo “The Cut – Il padre”, Fatih Akin torna sugli schermi con una storia oscura della sua Germania. Protagonista una sofferta e tormentata Diane Kruger, premiata al Festival di Cannes 2017 come miglior attrice.
Il lutto e la successiva vendetta sono al centro di questa vicenda che ha come fulcro l’estremismo della destra neonazista. Katja (Diane Kruger) perde in un attentato dinamitardo il marito Nuri (Fares Fares), di origini curde, e il figlio Rocco (Rafael Santana). Dalle indagini, emergerà che i colpevoli sono una coppia di fidanzati appartenenti alla destra radicale tedesca, ma nel processo verranno assolti per insufficienza di prove.
Da quel momento, l’unico obiettivo della donna, sarà ottenere giustizia a tutti i costi, ma per arrivare al compimento della vendetta, ci saranno scelte estreme da compiere. Il ritorno alla regia dell’autore turco, già autore dei pluripremiati “La sposa turca” e “Ai confini del paradiso”, è un’inarrestabile discesa agli inferi che costringe lo spettatore a partecipare al doloroso excursus emotivo di una donna che ha perso tutto e non vede la luce.
I momenti più tesi della pellicola sono durante la fase processuale, in cui i volti dei carnefici sono dipinti con gelido distacco, mentre la rabbia interiore di Katja, monta giorno dopo giorno. Un film che coinvolge per tutta la prima parte, ma che si sfilaccia nell’ultima mezz’ora in cui la ricerca della vendetta sembra aver trovato un suo compimento.
In ogni caso grande prova registica di Fatih Akin, ma soprattutto della tedesca Kruger, che ha una perfetta trasformazione da mamma, moglie e donna comune ad angelo ariano della morte senza più nulla da perdere.