L’eredità di Franco Battiato

Il grande cantautore, musicista, sperimentatore, mistico, profano e innovatore continuerà ad ispirare generazioni di artisti che da tempo sono figli delle sue idee e suggestioni.


Omaggiare Battiato significa parlare al futuro, guardando verso quella stessa direzione dove lui ha sempre potuto trovare qualcosa che ci emozionasse. La sua carriera comincia nel 1965 grazie, pensate, a “La Settimana Enigmistica”, la famosa rivista infatti fa uscire in allegato un suo 45 giri dove, giovanissimo e col suo nome di battesimo Francesco Battiato, canta la romantica “L’amore è partito” e anche “E più ti amo”, una canzone di Alain Barriere tradotta in italiano e che è stata ricantata dallo stesso Battiato anche nel 2008.

Poi c’è stato l’incontro importante, decisivo con Giorgio Gaber che, nel ’67 ha tentato di lanciarlo come cantautore di protesta invitandolo in TV insieme all’allora sconosciuto Francesco Guccini. Poi una parentesi sdolcinata, nel ’68 con “E’ l’amore”, la sua prima canzone di successo ma che lui odiava a morte.

Battiato infatti voleva fare altro, essere libero di sperimentare, in questo senso dischi come “Fetus” e “Pollution” del ’72 hanno aperto un periodo in cui non si è dato limiti collaborando con Stochausen, il genio mondiale della musica contemporanea, passando da un brano mononota di 20 minuti, collage di rumori ambientali e pezzi recitati inseriti con una tecnica che oggi chiameremmo campionamento.

Queste sperimentazioni poi gli sono rimaste come bagaglio quando, da “L’era del cinghiale bianco”, uscito nel ’79

è ritornato, in grande stile, alla musica pop diventando il primo artista in Italia, a vendere 1 milione di copie con un album grazie al fortunatissimo “La voce del padrone” uscito nel 1981.

Le note di “Cuccuruccucu”, “Bandiera bianca” e “Centro di gravità permanente” lo fanno diventare famosissimo, perfino a Sanremo vince una sua canzone, “Per Elisa”, portata al successo da Alice.

Ne “L’arca di Noè” (1982) è contenuta invece Voglio vederti danzare”, rifatta persino in chiave dance, nel 2003, dai dj Giorgio, Andrea Prezioso e il vocalist Marvin, il decennio ’80 segna per lui anche la fase mistica e sperimentale con opere di enorme qualità (“Genesi” che nell’85 lo lancia all’interno della musica classica), una prestigiosa collaborazione con Milva in “Alexander Platz” e in un

intero album, lasciandoci brani rimasti nella memoria di tutti come “E ti vengo a cercare” (’88).

La sua continua curiosità, profondità, il suo anticonformismo di sostanza ce lo hanno sempre proiettato in un futuro per noi ancora inimmaginabile e nello stesso tempo immerso nella nostra attualità, tra “Povera Patria” e “Shock in my town”, tra “Un’altra vita”, “La stagione dell’amore” e un disco elettronico e curioso come “Gommalacca” (’99).

E’ forse banale omaggiare il maestro Battiato con la sua più nota canzone d’amore universale ma è inevitabile, innanzitutto per ricordare l’album “L’imboscata” (’96), altro suo approdo pop lontano da ogni clichè, poi per ricordarci che il ricercare l’uso non banale delle parole (anche grazie alla collaborazione con l’amico filosofo Manlio Sgalambro) non è per forza un esercizio di stile, al contrario può creare un’opera diventata poi patrimonio pop di tutti, senza alcuna distinzione di genere.

Versi come “Ti proteggerò dalla tue paure e dalle ipocondrie..” ci insegnano a parlare e a pensare al futuro, un tempo che Battiato, ne siamo sicuri, in qualche modo, ancora percorrerà.

Qui il video de “La Cura”

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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,30 – 21,00 su Radio Budrio

Fabio Alberti

 

 

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