Legge tatuaggi e piercing Regione Lazio
Marco Manzo, primo docente di igiene e sicurezza nei corsi professionali obbligatori per l’esercizio della professione e tatuatore di fama internazionale commenta la Delibera attuativa appena entrata in vigore.
Il 3 maggio 2020, con la delibera 270, consultabile al link https://www.regione.lazio.it/documenti/77144, la regione Lazio integra con determina attuativa la Legge Regionale che disciplina le attività di tatuaggio e piercing del marzo 2021.
“La Delibera attuativa regionale,- esordisce Manzo– fa chiarezza e determina in maniera completa ed univoca alcuni aspetti della legge regionale del marzo 2021. La legge è volta a consentire di svolgere la nostra attività mettendo in piena sicurezza sia gli utenti che gli operatori, con sanzioni importanti anche di carattere penale per chi non rispetta le regole, contrastando così in modo fermo l’abusivismo. Gli operatori sono obbligati a seguire corsi di formazione, che sono passati dalle precedenti 90 ore ad 800: sono esonerati dall’obbligo di seguire corsi tutti coloro che hanno conseguito l’attestato di formazione della Regione Lazio prima dell’entrata in vigore della legge (03/2021) o che possano dimostrare di avere esercitato l’attività negli ultimi 5 anni consecutivi.”
Manzo aggiunge: ”Sono state date tutte le indicazioni per il consenso informato, sia per i maggiorenni che per i minorenni, distinguendo tra tatuaggio e piercing, dove vengono anche elencate le motivazioni per le quali sono sconsigliati tatuaggi e/o piercing, quali ad esempio lesioni o malattie della pelle, allergie, vizi cardiaci, gravidanza, allattamento, soggetti sottoposti a terapia anticoagulante ed anche i possibili effetti collaterali e complicazioni, come infiammazioni, infezioni, reazione immunitarie, cheloidi.
Per quanto riguarda i minorenni, nello specifico, per l’esecuzione di un tatuaggio o piercing è obbligatorio che il consenso informato venga reso personalmente da un genitore o tutore davanti all’operatore, rilasciando anche sul modulo i numeri di documento di entrambi che verranno mostrati in originale. L’operatore avrà l’obbligo di informare l’utente sui pigmenti utilizzati, condividendo con la società produttrice e l’importatore anche risvolti di carattere penale, come già era stato specificato alla pubblicazione della legge.
Allo stesso modo l’operatore dovrà informare sui materiali dei monili di piercing, che possono contenere metalli quali nichel, cadmio o piombo in percentuali non superiori a quelle consentite, come già stabilito dal Resap 2008. L’attività potrà essere aperta a seguito di una SCIA. All’interno dello Studio, come già in precedenza, bisognerà avere certificazioni di tutti gli impianti, macchinari, pigmenti, strumentario, disinfettanti utilizzati durante l’esercizio della professione, tutte cose che saranno oggetto di verifiche da parte delle autorità competenti.
Nel caso di collaboratori a partita iva non dipendenti, potranno operare all’interno di uno studio di terzi con contratto di coworking sottoposto ad apposita SCIA. Nel caso di personale dipendente, sarà obbligatorio nello studio predisporre uno spogliatoio.”
Prosegue Manzo: “Nella Attuativo viene anche specificato come debbano essere gli ambienti di lavoro all’interno di uno studio per tatuaggi e piercing: la sala operativa dovrà essere di 9 mq e, nel caso di un locale organizzato in box, ciascuno di questi dovrà misurare 6 mq ed essere adeguatamente separato dal/dai box attigui. Se prevista una zona di sterilizzazione, nel caso di sala con un solo operatore quest’ultima andrà ampliata di ulteriori 5 mq con separazione netta tra area operativa e sterilizzazione: nel caso di box, la sterilizzazione dovrà avvenire in apposita sala dedicata.
La sala d’attesa dovrà essere separata a tutt’altezza dalle sale operative, dovranno essere presenti finestre nella misura non inferiore ad 1/8 di della superficie calpestabile e/o dovrà essere presente un impianto di areazione conforme. Tutti i pavimenti ed i rivestimenti dovranno essere in superficie facilmente lavabile e sanificabile e la zona sporco dovrà essere nettamente separata dalla zona pulita.
Per quanto riguarda macchinette e materiali non autoclavabili, dovranno essere adeguatamente protetti e poi disinfettati. Nelle sale dovrà esserci un lavandino con acqua calda e fredda a comando non manuale, sapone ed asciugamani usa e getta: nel caso di box contigui, sarà necessario un lavandino con le medesime caratteristiche ogni due box.
La Regione ha inoltre affrontato nello specifico eventuali prestazioni occasionali esercitate da professionisti provenienti da paesi dell’Unione Europea e da Paesi terzi. Per quanto riguarda le convention di settore, che sono ammesse e regolamentate, la Regione prevede che gli spazi di esecuzione dei tatuaggi debbano avere una superficie minima per ciascun box di 6 mq, con divisori trasparenti per consentire al pubblico la visione e rispetto delle adeguate norme igienico sanitarie.”
Conclude Manzo “Io ho iniziato la mia attività quando ancora non era regolamentata né riconosciuta e quindi ci autogestiamo: nel ’98 sono uscite le linee guida del Ministero della Sanità che hanno in parte regolamentato il settore sino ad oggi: una legge che ufficializzi il nostro settore e lo regolamenti anche con sanzioni, rende la nostra attività sempre più credibile e sicura a beneficio di utenti ed operatori, riconoscendole la giusta dignità professionale e mi sento quindi di ringraziare la Regione per aver considerato e normato con serietà il nostro settore”.
Marco Manzo lavora a Roma da oltre 30 anni nello storico Tribal Tattoo Studio di Via Cassia, da sempre sinonimo di igiene e sicurezza.