Le trappole dei confini in “Triple Frontier”
Il film Netflix fa parte di un progetto iniziato nel 2010 dalla Paramount Pictures con Kathryn Bigelow in predicato per la regia, soprattutto dopo la vittoria agli oscar di “The Hurt Locker”, ed è sceneggiato da Mark Boal.
Nel 2019 le cose sono nettamente cambiate, ci sono stati vari avvicendamenti: Tom Hanks (il suo nome è stato fatto più volte nel corso degli anni), Johnny Depp, Will Smith, Leonardo Di Caprio, Christian Bale, Mark Wahlberg,Tom Hardy, Channing Tatum e Mahershala Alì.
A spuntarla però è stata il regista J. C. Chandor (mentre la Bigelow è rimasta in veste di produttrice), autore di “Margin Call” e “A Most Violent Year”, con un nuovo cast: Oscar Isaac, Ben Affleck, Charlie Hunnam, Garrett Hedlund e Pedro Pascal.
Un cast d’eccezione nel panorama hollywoodiano, supportato da una solida regia che tratteggia i caratteri rappresentati, Santiago Garcia (Isaac) è la mente ideatrice del colpo, che riesce a raccogliere intorno a lui quattro amici ed ex commilitoni, tutti con dei fardelli pesanti sulle spalle, William Miller (Charlie Hunnam) è un istruttore militare, e suo fratello Ben (Garrett Hedlund) è inserito nel giro delle arti marziali miste, Francisco Morales (Pedro Pascal) è un pilota con qualche problemino con la legge, mentre Tom Davis (Ben Affleck) è un padre divorziato che con il pensiero fisso a come poter garantire un futuro ai propri figli.
Grazie ad una soffiata, Santiago apprende informazioni sul covo di un potente narcotrafficante, che si trova al confine tra Paraguay, Argentina e Brasile (la tripla frontiera). Nella villa sono custoditi milioni di dollari, e dopo una rocambolesca incursione, i cinque riescono a portare via un carico ingente di denaro, ma i veri problemi cominceranno nella movimentata fuga, disseminata di tanti e pericolosi ostacoli.
Il loro legame sarà a messo a dura prova da tutte queste problematiche emerse nel sentiero che li conduce verso la libertà, non senza risvolti amari. Dopo anni di stallo, la produzione di “Triple Frontier” è potuta partire grazie all’intervento in campo di Netflix che è riuscita a creare un action di qualità a metà strada tra “Il tesoro della Sierra Madre” e “Lone Survivor”.
La pellicola segue anche i canoni della saga di “Sicario” di Denis Villenevue, dove le introspezioni psicologiche e la lentezza meditativa, vanno di pari passo con l’azione che crea una nuova prospettiva autoriale sul cinema di genere.