Le storie familiari di Lana Del Rey

“Did you know that there’s a tunnel under Ocean Blvd” è un disco di racconto, autoanalisi, con qualche sperimentazione e il consueto intimismo che contraddistingue lo stile della cantautrice statunitense.


Se esistesse una cattedra universitaria della malinconia in musica Lana Del Rey sarebbe stata già insignita della Laurea Honoris Causa. La sua prima comparsa nell’ambito musicale, avvenuta nel 2012 con il successo mondiale “Video Games”, aveva attirato reazioni opposte: da un lato chi era rimasto affascinato dal personaggio e dal suo immaginario musicale e letterario, dall’altro c’era chi nutriva serie perplessità riguardo alla credibilità del progetto e sull’effettivo talento della cantautrice.

Se da un lato oggi i dubbi sulla sua reputazione artistica sono stati fugati e il suo pubblico è sicuramente fedele, dall’altro la sua musica è rimasta uno di quei sapori forti che, usando una metafora culinaria, o ti conquistano o ti lasciano totalmente indifferente.

Anche il nono album di Lana Del Rey, realizzato insieme al fidato co-autore e produttore Jack Antonoff, conferma questa impressione. “The Grants” apre il disco affrontando la tematica familiare e le storie personali di una ragazza che continua ad affrontare i fantasmi del passato per risolvere il proprio presente.

Nel pezzo (dal titolo chilometrico) che dà il nome all’album Lana si paragona a un sottopassaggio di Long Beach, chiuso al pubblico dal 1967, raccontando il suo essere donna e artista, un po’ come un “Sweet”, dove si rapporta con l’idea di una eventuale maternità.

A & W” ha una coda elettronica black che non ti aspetti, il piano di Jon Batiste impreziosisce “Candy Necklace”, mentre “Kintsugi” e “Fingertips”, con le loro durate di 6 e 7 minuti, rappresentano lo standard del suo mondo dilatato e malinconico.

Le varie collaborazioni (tra le altre, il suo compagno Jack Donoghue e la rapper Tommy Genesis) aprono a quei nuovi mondi possibili che Lana non ha ancora deciso di percorrere e che qui fanno timidamente capolino, attenti a non sconvolgere troppo il suo pubblico più fedele.

La perla del disco è sicuramente “Let in the light”, in collaborazione con Father John Misty, cantautore chitarrista e batterista statunitense già membro dei Fleet Foxes, proveniente anche lui da quella scena che privilegia la malinconia, le melodie soavi e i suoni acustici.

Il nono lavoro di Lana Del Rey è un disco di transizione che trova linfa vitale nelle collaborazioni, negli sguardi introspettivi dell’artista oltre a quelli verso un futuro musicale ancora da scrivere o da immaginare.

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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,05 – 21,00 su Radio Budrio

Fabio Alberti

 

 

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