La storia artistica Alfredo Lopes
Le telecamere del TitoloTv, seguiranno il 16 giugno 2018, l’artista napoletano a Tivoli.
Pochi giorni al Live nella splendida città laziale. Lo staff del TitoloTv, in collaborazione con la RMProduction di Isabella Stasi, saranno impegnati in una diretta presso il Cris Caffè. Ospite d’onore della serata il Maestro Vince Tempera. Prima del live, abbiamo incontrato Alfredo Lopes protagonista della serata e gli abbiamo posto alcune domande inerente la sua lunga carriera artistica.
Cantante, presentatore, speaker radiofonico. Showman. Creatore di eventi. Quale di queste figure rappresenta al meglio il tuo mondo?
Oggi sono uno showman , viste le molteplici figure che ho ricoperto in questi 25 anni di carriera nel mondo dello spettacolo, ma non amo perdere la mia prima identità, quindi come il primo amore che non si scorda mai, quello che ha dato inizio a tutto, a questa domanda c’è un unica risposta cantante.
L’esordio in pubblico già fin dalla tenere a età.
Si mi piace ricordare il mio inizio, a quella mia prima esibizione su una sediolina , come pubblico i miei compagni di classe, alle elementari , cantai a cappella “Che Sara della mia vita chi lo sa”, avevo circa 8 anni e già la mente volava, ma non solo anche il cuore , e sopratutto la musica volava dentro me.
Nel 1995 il tuo primo spettacolo Cantando Cantando. Che ricordi hai di quell’esordio?
Premetto che di quello spettacolo ho ancora conservata la locandina, per far capire che bel ricordo ho di quel periodo. È stato il mio primo spettacolo, in una tendostruttura, dove con mia meraviglia grazie all’aiuto di molti amici che fecero una grande pubblicità parteciparono tante persone, fu un successo per chi come me si cimentava per la prima volta in una cosa del genere che avevo visto fare solo ad altri. Il giorno dopo mi sentivo pieno di me devo dire la verità, la gente mi fermava per strada, si complimentava una bella soddisfazione.
Tanta musica e solidarietà tra i tuoi numerosi concerti.
Si ne ho fatta tanta davvero di solidarietà, perchè penso ed ho sempre pensato, che la musica può fare tanto tra cui aiutare chi ne ha bisogno. La musica è un mezzo con cui ci puoi davvero saltare su e cambiare il mondo, mette tutti d’accordo, metti cento mille persone insieme , dagli un pò di musica e balleranno come una tribù anche se tra loro non si conoscono.
Diversi cantanti napoletani, cantano prevalentemente nella propria lingua dialettale così come altri cantanti nelle proprie regioni di appartenenza. Secondo te, può essere una limitazione per l’artista stesso, non affrontare lingue diverse?
Su questa domanda dovremmo avere a disposizione tanto tempo, perchè l’ argomento è vasto e dovremmo interpellare davvero tutti i generi musicali e aprire un dibattito, ma credo che non se ne verrebbe mai a capo, per dare poi una risposta. Dal mio punto di vista, penso che cantare in musica dialettale se da un lato facilita il successo nella tua città, regione, dall’altra ti da un etichetta , ti classifica in un solo genere musicale. Credo che oggi con la globalizzazione bisogna saper cantare in tutte le forme e le lingue, anche se quando io canto in inglese, al pubblico chiedo di perdonare l’accento Napoletano, perchè naturalmente una lingua non parlandola tutti i giorni delle accento cadono giù nel baratro del linguaggio.
La musica è anche sperimentazione, un esempio nostrano tra tanti, la pizzica salentina. Cosa pensi di un stile musicale ben rodato che non snaturandosi offre la possibilità a contaminazioni etniche?
Come già dicevo nella risposta di prima , oggi la musica è globalizzata, e quindi non può essere incline a certe contaminazioni, e addirittura ti dirò di più, tanti artisti anche napoletani, tipo il compianto Pino Daniele, ma anche Enzo Avitabile, Tony Cercola e tanti altri le contaminazioni se le sono andate a cercare con le loro mani , fin in Africa, alla ricerca di suoni nuovi, che poi hanno contaminato la loro musica. Lo dicevo ieri in un intervista, il cantante è un pò come il pizzaiolo napoletano che ogni giorno si sveglia e cerca di inventare un nuovo tipo di pizza ma poi vai a vedere cambi le dosi ma gli ingredienti fondamentali sono sempre gli stessi, la stessa cosa facciamo noi con la musica , siamo sempre alla ricerca di nuovi sound, nuove idee, ma fondamentalmente gli ingredienti sono quelli. Ecco perchè parliamo di contaminazioni e no di una musica nuova.
Nella tua biografia , leggiamo anche dei tanti premi ricevuti. Vi è uno che ti ha colto di sorpresa?
Si L’ultimo premio. Il “National Voice Award” ritirato a casa Sanremo quest’anno. Mi ha sorpreso tanto, perchè partiamo dal fatto che non c’era proprio l ‘idea di andare a Sanremo quest’anno, tutto si è concretizzato in dieci giorni, grazie al lavoro del mio staff capitanato dal mio discografico Massimo Curzio, e dai consigli saggi di un grande artista come Tony Cercola, percussionista di Pino Daniele e Edoardo Bennato, e grande musicista del panorama artistico napoletano.
Rimanendo nel mondo delle sorprese. In che circostanza hai percepito che il sogno di bambino si fosse realizzato?
A questa domanda si danno due risposte che possono sembrare un controsenso ma non lo sono. In primo rispondo che già il fatto di essere capace di mettersi un pubblico davanti, e cantare le proprie emozioni, e trasmetterle, e dall’altra parte trovare sempre qualcuno che riceve e prova emozioni e già tanto. E quindi prendi concezione di essere un artista. Ma dall’altra parte questo lavoro è bello e da stimoli, perchè quando credi di essere arrivato, ti fa toc toc sulla spalla e ti dice” Aspetta che è vero che tu oggi di mestiere fai l’artista ma il punto di arriva sta al piano superiore, quindi gambe in spalla e su per la salita, che il successo è al piano superiore”.
In qualsiasi artista vi sono alti e bassi. Un consiglio per poter affrontare tali momenti emozionali.
Questa domanda cade proprio a “fagiolo”, nel senso che io vengo da un momento di basso, e adesso sembra che la direzione punti all’alto, come dicevo prima “Il successo è al piano superiore”. Come affrontare la cosa, la musica è un energia , è una materia che anche se in certi momenti si riduce ai minimi termini, è capace di autoriprodursi , autoalimentarsi e diventare di nuovo grande bella e splendente. La musica ha la capacità di prenderti, metterci in un auto e portarci lontano. Sicuramente gli alti e bassi in una vita artistica servono a darti stimoli nuovi, a giocare una nuova partita, perchè è vero che tu quest’anno hai vinto il campionato, ma l’anno prossimo ce ne sarà un altro e quindi ho ti riconfermi e lavori e migliori la tua squadra, oppure perdi , però la cosa bella è che l’anno successivo ci sarà un nuovo campionato da vincere, e quindi una nuova opportunità si presenta, bisogna saperla prendere al volo, e poi un ingrediente fondamentale, crederci, in te stesso anche quando nessuno lo fa, perchè solo credendoci tu sarai capace di trasmettere e farlo credere agli altri.
Oggi sei un tour con lo spettacolo Alfredo Lopes Show
Si con” Alfredo Lopes Show Tour Scriverò per te”, che è il titolo del mio nuovo singolo,e invito tutti i lettori ad ascoltarlo sul web, sulle varie piattaforme social. Un live concerto dove ci saranno tante emozioni da raccontare, in questo lungo percorso di vita, con canzoni che raccontano il mio percorso artistico con alcuni miei inediti anche e tanta bella musica da ballare, e approfitto per invitare i lettori alla prima data a Tivoli, per le info dettagliate basta cliccare sul mio social facebook Alfredo Lopes. Quest’anno si festeggiano 25 anni di musica, un bel percorso.
A quali progetti stai lavorando nel tuo immediato futuro?
Adesso con il mio staff siamo molto concentrati sul tour, e contemporaneamente sulla promozione del mio nuovo singolo “Scriverò per te”, e stiamo pensando anche ad un cd che è già registrato stiamo lavorando alla pubblicazione, qui poi subentra il lato marketing della mia professione. Poi su tutto c’è sempre la mia supervisione, quindi dietro al lavoro di una canzone di un cd, c’è anche tanto altro lavoro di preparazione, di burocrazia, quindi non credete che il cantante si limita a cantare, dietro ci sono tanti altri lavori che incastrati l’uno nell’altro creano un risultato finale, che nelle previsione dovrebbe essere un successo. L’importante è dare il massimo, che almeno uno sta con la coscienza apposto, poi il successo è nelle mani del pubblico, li per fortuna il popolo è ancora sovrano.
Ringrazio per questa intervista Il Titolo nella persona del dott. Donato, e tutto lo staff. Alfredo Lopes