La lenta agonia di una Tv spenta
Negli ultimi anni si sta assistendo ad un graduale, ma forte disinteressamento alla televisione, intesa nel modo classico, da parte dello spettatore medio.
L’unico grande evento in grado di raccogliere attorno al buon vecchio tubo catodico milioni di persone è rimasto Sanremo, ma anche lui fatica, arranca quasi sentisse il peso degli anni.
Il resto sembra essere avvolto da una patina che sa di stantio e non attira più nessuno. Le fiction di lunga data sono inevitabilmente arrivate al giro di boa, con attori storici che decidono di lasciare, costrette a rivedere trame per innovare stando però attente a che tutto rimanga immutato.
Alcuni guizzi di novità non vengono ben accolti dal pubblico e a buona ragione perché sono le classiche ciambelle senza buco. In casa Rai, già ad aprile, impazzano repliche degne dei migliori palinsesti estivi (in questi giorni tre serate sono occupate da fiction viste e riviste e, sì, torna anche Montalbano).
L’intrattenimento, tranne rari casi, è ormai diventato una macchietta di sé stesso (citofonare Cantante mascherato), perché se una cosa nasce carina la si deve per forza rendere trash per rovinarla.
Canale 5 si regge sui suoi piedistalli: da un lato Maria De Filippi e dall’altro i due reality che si danno il cambio in una staffetta perfetta. Anche qui però sa tutto di raffermo. Lo stesso GfVip, etichettato come l’edizione più brutta di sempre, quest’anno ne esce con le ossa così rotte che la dirigenza sta facendo di tutto azzerarne il ricordo.
Ciò che un tempo era oro per le due reti oggi sembra essere un peso, una zavorra di cui è comunque difficile liberarsi.
E poi c’è la classica mala gestio, l’incapacità di far fruttare ciò che di buono si ha in casa. Un esempio? Rocco Schiavone, un piccolo gioiellino in casa Rai, mal pubblicizzato e per nulla valorizzato.
In uno scenario così descritto, di lenta agonia, la domanda sorge spontanea: siamo arrivati al capolinea? La Tv, nell’accezione classica del termine, dovrebbe lasciare il posto all’on-demand, sicuramente meno schiavo degli ascolti e più libero di sperimentare?
Sono tutte domande lecite alle quali verrebbe voglia di rispondere affermativamente. Le piattaforme ormai stanno prendendo il sopravvento, la Tv come la conosciamo non attrae più il pubblico, è diventata noiosa, ripetitiva e priva di idee. Le due velocità non funzionano più, c’è bisogno di innovazione e di modernità prima che tutto si spenga definitivamente.
Enrica Leone