Il volo di Alice Merton

L’EP “Heron”, ispirato alla figura dell’airone, raccoglie cinque nuove storie che ci invitano ad essere indipendenti, a vivere secondo le nostre declinazioni e senza rimpianti. La cantautrice “senza radici” continua a fare pop emotivo non allineato alle mode del momento.


Dev’essere una grande fortuna ma può anche essere frustrante per qualsiasi artista avere alle spalle una canzone di grande successo, di quelle che ti cambiano la vita e ti identificano per sempre.

Nel 2017 per Alice Merton “No Roots” è stato uno spartiacque clamoroso, un singolo d’esordio accompagnato da una storia significativa, sia perchè il brano raccontava il suo essere tedesca, britannica con origini irlandesi ma con esperienze di vita in Stati Uniti e Canada e quindi “senza radici”, ma anche perchè il successo era stato raggiunto andando in direzione opposta a quello che il mondo della discografia voleva in quel momento imporle.

Il titolo del suo primo album “Mint” (2019) deriva dal nome delle foglie di menta e del tè che l’artista usava per fermare gli attacchi di panico, a dimostrare quanto il racconto autobiografico nella sua musica fosse già un elemento fondamentale.

Fin da quando era piccola per lei era importante scrivere canzoni per esternare esperienze e sentimenti, trasmettere realta` ed emozioni (sue o di altri) che l’hanno segnata quotidianamente, di questo era fatto anche il secondo album “S.I.D.E.S”, cosi come il nuovo EP “Heron”.

Cantautrice snobbata dalla nostra critica musicale, Alice è portatrice di un artigianato musicale eclettico, frutto di decenni di ascolti quanto mai vari, che comprendono la musica classica, artisti come Queen, Alan Parsons, i più recenti The Killers, Tom Odell, Sam Smith, artiste come Regina Spektor e Florence Welch.

Non è quindi una cantautrice da cinque stelle di critica alla Lana Del Rey o St.Vincent ma nemmeno una pop star vacua e becera, le sue storie sono ad alto impatto emotivo pur usando una grammatica letterale e musicale semplice e accessibile, con pochi voli pindarici, nonostante l’attuale riferimento all’airone.

“Heron” si apre con “Run away girl”, brano che racconta di una ragazza sempre in fuga, come spesso si sente lei, sempre alla ricerca di un suono diverso, uno sguardo differente sulla vita, con la convinzione, nonostante gli inevitabili condizionamenti, di non seguire sempre la massa.

“Don’t you ever look back”, non guardarti mai indietro, è la frase chiave del brano a cui fa seguito “Pick me up” che parla invece di quanto siano importanti le persone care nei nostri momenti di debolezza.

“How well do you know your feelings”, nata proprio da una chiacchierata con un’amica, è una canzone che ci sprona a non vivere solo per accontentare gli altri ma di cercare un nostro equilibrio senza cedere all’egoismo.

“Don’t leave me alone” e “Between the lines” completano l’opera lasciandoci questa contradditoria sensazione che da essere umani abbiamo sempre, il voler spiccare il volo come aironi inseguendo la nostra libertà e dall’altro lato attaccarci agli altri in modo più o meno opportuno e sano.

Alice usa la musica per guardare tutto dall’alto, per avere un punto di vista obiettivo, per poterlo portare a noi.

Informazioni:
www.radiobudrio.it
Facebook Radio Budrio Bologna
Instagram @radiobudriobologna
Ascolta la versione podcast di Musical Express
https://www.radiobudrio.it/podcast/musical-express.html

Fabio Alberti

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Sei un imprenditore, un professionista, un’azienda, un privato, etc. alla ricerca di spazi pubblicitari a costi contenuti? Acquista il tuo spazio pubblicitario ad 1€ al giorno. Senza vincoli temporali, il vostro logo ed un link personalizzato, saranno visibili su tutte le nostre pagine e articoli.
Periodico iscritto nel registro della Stampa al Tribunale di La Spezia n. 3 del 07/06/2010. Contenuti soggetti a copyright e riprodotti previa autorizzazione o citando la fonte www.iltitolo.it