Il percorso di Mahmood

“Ghettolimpo” è l’attesa seconda prova dell’artista che fotografa i suoi ultimi due anni e mezzo mettendo tutto se stesso dentro ad un album.


Spesso si dice che un libro o un disco non andrebbero giudicati dalla copertina o dal titolo, ma spesso ci servono per farci una prima idea. Il parallelo tra la gloria degli Dei e gli abissi del ghetto è la prima suggestione che esce dal titolo “Ghettolimpo”, la foto di copertina ci presenta un Mahmood che dall’alto si specchia creando un gioco di riflessi che ce lo rivela non umano. L’intenzione dell’artista è quella di creare un immaginario molteplice, dove ogni traccia rimanda a una sua simbologia e alla storia di un personaggio che, come nei vari livelli di un videogioco, si rivela all’ascoltatore brano dopo brano.

Al di là di questa ambizione che potrebbe distrarre dalla sostanza musicale del progetto, “Ghettolimpo” affronta due anni e mezzo di crescita per un cantautore che, dopo il trionfo sanremese, non ha inseguito hit estive o collaborazioni furbette lavorando su un progetto che lo rappresentasse. Anche la musica esprime un dualismo, quello tra le sue origini, sogni, ambizioni e i suoni di oggi in linea con il mercato e i gusti dei giovanissimi.

L’album comincia con “Dei” dove troviamo il Mahmood bambino che leggeva i miti e viaggiava con la mente, segue la canzone “Ghettolimpo”, dove si ritrova invece adulto che si guarda allo specchio senza riconoscersi. Ci sono le conseguenze del successo e il modo in cui gli altri (anche gli amici intimi) hanno cominciato a vederlo, gli omaggi al papà in una preghiera in arabo, alla mamma nella personale e intima “T’amo”, che fa riferimento anche alle sue origini sarde, con la presenza delle cornamuse locali, dette launeddas, e il coro femminile di Orosei (il paese natale della mamma), le Intrempas, di cui fa parte anche la cugina Antonellina.

Con le suggestioni trap di “Kobra” Mahmood affonta la difficoltà di distinguere chi gli vuole bene da chi lo vorrebbe sfruttare per altre ragioni, lo aiuta il produttore francese Woodkid che dà un tocco internazionale al disco.

Con Elisa in “Rubini”, c’è il momento più pop e cantautorale, ci sono ovviamente anche tutti i singoli che l’hanno portato fin qui, dalla ambiziosa “Rapide” fino a “Klan” che ci porta, a suo modo, nel cuore dell’estate 2021.

Mahmood prova a crescere e lo fa lavorando sodo evitando anche di sovraesporsi e quindi bruciarsi in featuring frettolosi, questo è sicuramente un merito, gli auguriamo quindi di continuare su questa strada.

Informazioni:
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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,30 – 21,00 su Radio Budrio

Fabio Alberti

 

 

Qui il video di “Klan”:

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