Il Giardino degli Artisti

Un progetto in cerca di promotori per tramandare la nostra tradizione artistica culturale.

Metti un giardino botanico, aggiungi delle statue a grandezza naturale e le posture più conosciute che raffigurano Personaggi dal cinema, alla musica, alla letteratura e in tutte le altre sue forme e che rappresentino in gran parte il nostro patrimonio artistico culturale italiano e ci troveremmo a interagire con una parte della nostra storia.

L’idea, si è sviluppata bevendo un caffè e continuando a leggere articoli da pubblicare, giorno per giorno da otto anni sul mio giornale e dopo averla partorita nella seguente puntata con Fabio Alberti. Di parchi tematici in Italia ne troviamo tanti, al momento (me ne scuso se non ho la conoscenza capillare), mi sfugge un parco tematico creato ad hoc raffigurante i nostri artisti del passato da nord a sud e in tutte le su forme.

La mia immaginazione così ha iniziato un percorso, un volo fantasioso. I miei occhi si addentravano in un giardino botanico dove tra colori e profumi variegati da una splendida natura del territorio nazionale, al profumo dei limoni mi appariva Archimede di Siracusa dandomi il benvenuto dicendomi “Superare le proprie limitazioni e divenire signori dell’universo”, mentre Luigi Pirandello assorto nei suoi pensieri rispondeva “Ogni cosa finchè dura porta con sè la pena della sua forma, la pena d’esser così e di non poter essere più altrimenti”.

Poco più avanti, dietro una passiflora, mi appariva la statua di Troisi e guardando Totò diceva: Da ragazzo i miei continui e disinteressati slanci di altruismo mi diedero la fama di buono. Da grande quella di fesso.” A tale riflessione rispondeva ritratto in una delle sue movenze più conosciute il principe “Ma mi faccia il piacere” mentre si udiva in sottofondo, Pino Daniele con in mano una chitarra, accennare musicalmente i versi della sua canzone “Napul’è”.

Proseguendo il viaggio intrapreso, dietro una pianta di trifoglio, Alberto Sordi, con un sguardo sarcastico e vestito elegantemente si rivolgeva a Bombolo dicendo “Il marchese del Grillo nun chiede mai sconti: paga o nun paga… e io nun te pago.” e lo stesso Bombolo sconsolato ma allo stesso tempo con lo sguardo incattivito rispondeva “Ma guarda qui, guarda sto cornuto de cinese… Sto fijo de sette mandarini annati a mmale, c’ha lasciato ‘n mezzo a ‘na strada!” A chiudere il cerchio TrilussaChi spende tutto quello che possiede economizza il pianto dell’erede”.

Il viaggio iniziava ad apparirmi sempre più interessante, proprio come un viaggiatore che ripercorre un percorso a ritroso nel tempo, il sommo poeta Dante Aligheri si scorgeva da dietro un cipresso e mi poneva un consiglio “Vieni dietro a me, e lascia dir le genti: stà come torre ferma, che non crolla già mai la cima per soffiar di venti”. Affianco a scrutare il cielo Galileo Galilei giungeva ad una sua conclusione “La matematica è l’alfabeto nel quale Dio ha scritto l’universo”.

A metà del viaggio, mentre mi allontano da Galileo che mi dispensava un’altra sua massima “Chi non conosce la verità è sciocco, ma chi pur conoscendola la chiama menzogna è un criminale” vedo chino su dell’attrezzatura elettronica e affianco ad un platano, Guglielmo Marconi mentre esprimeva un pensiero ad alta voce “La cosiddetta ‘scienza’, di cui mi occupo, non è altro che l’espressione della Volontà Suprema, che mira ad avvicinare le persone tra loro al fine di aiutarli a capire meglio e a migliorare se stessi.

L’inventore del radiotelegrafo, con la parte finale della seguente frase “capire meglio e a migliorare se stessi” mi accompagnerà fino alla fine del viaggio. Avevo appena superato un secondo platano e scorgo Lucio Dalla, seduto su di una panchina mentre sognava Sorrento, lo sentivo cantare Caruso, uno dei suoi capolavori musicali,  “Qui dove il mare luccica e tira forte il vento, su una vecchia terrazza….”.

Era arrivato il momento di concedermi una piccola sosta. Appoggiato con la schiena ad un pino, i miei pensieri vagavano pensando al ricco patrimonio artistico che siamo fortunati di possedere. Secoli e secoli di storia mondiale, il tutto racchiuso a livello geografico in una piccola nazione come la nostra. Un museo a cielo aperto e che mi rendo conto a volte, non valorizzato con il suo vero potenziale. Un dato positivo c’è, i ricordi non hanno una data di scadenza.

Consolato da quest’ultimo mio pensiero, ripartivo di buon spirito e verso l’ultima parte del viaggio. Il profumo della natura, aveva esaltato in modo diverso ogni singolo personaggio incontrato fino a quel momento. Il sottofondo melodico di un violino mi colpiva mentre scorgevo il maestro liutaio Antonio Stradivari intento ad accordarlo e sotto lo sguardo attento di Dario Fo che nel vedere proprio il maestro intento nella riparazione esclamava “Ancora non si è capito che soltanto nel divertimento, nella passione e nel ridere si ottiene una vera crescita culturale.” Un cenno di sorriso mi arrivava da un ultimo personaggio, Michelangelo Merisi più conosciuto come Caravaggio posto dietro ad un albero di tiglio intento a dipingere un fanciullo con canestro di frutta in mano e che con il pennello m’indicava la via d’uscita.

Con quest’ultima immagine, il mio viaggio fantasioso giungeva alla fine. Un viaggio che se trovasse interesse in ambito istituzionale, potrebbe essere condiviso con tanti altri miei connazionali. Un viaggio nella storia e nella conoscenza, nei ricordi che seppur non conoscono una data di scadenza, lo devono proprio perché vanno rinverditi e tramandati alle future generazioni ancora e ancora una volta.

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