I cuochi contro il coronavirus

Raccolta fondi per gli ospedali Papa Giovanni XXIIII di Bergamo e Spallanzani di Roma.


Il messaggio è chiaro: #iorestoacasa ma aiuto gli ospedali. Lo lanciano alcuni dei più noti e rappresentativi cuochi italiani che con una semplice telefonata hanno deciso di aderire all’iniziativa di Italia a Tavola di raccogliere fondi per le terapie intensive di due ospedali simbolo oggi della lotta al coronavirus: il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la struttura oggi al centro della zona più colpita dal coronavirus e quindi con le maggiori difficoltà nella gestione di posti letto e malati, e lo Spallanzani di Roma, presidio nazionale che a breve potrebbe trovarsi a dover essere in prima linea come oggi avviene al nord.

La categoria in assoluto più colpita finora dall’emergenza (e che ha sta chiudendo locali in tutta Italia, con gravi problemi anche per il personale) non rinuncia a ricordare agli italiani il valore della solidarietà. Ed ecco allora in campo come testimonial alcuni dei più famosi cuochi italiani che rappresentano tutta Italia e tutta la categoria. Si impegnano in prima persona per il lancio di una raccolta fondi sul sito GoFundMe.com. Ci sono stellati di peso che hanno fatto un video personale come Chicco Cerea (Bergamo), Enrico Bartolini (Milano), Mauro Uliassi (Ancona), Giovanni Santini (Mantova), Umberto Bombana (Hong Kong) e Sandro Serva (Rieti) e presidenti di associazioni come Rocco Pozzulo della Fic ed Enrico Derflingher di Euro-Toques.

Ma tanti altri si aggiungono, come il tristellato Enrico Crippa che ha preferito non apparire in video ma lancia questo appello: «In un momento delicato per il nostro Paese e per il nostro sistema sanitario è giusto impegnarci tutti affinché riusciamo a superare l’emergenza. Il mio appello per tutti voi è volto a sostenere iniziative come questa che permettano di reperire risorse economiche per la ricerca e per supportare la Sanità del nostro Paese. È un momento duro per tutti noi, ma tutti uniti ce la faremo». E tanti altri ora aderiranno a questo invito sostenendo l’iniziativa che, va ricordato, è senza scopo di lucro.

Nel momento più critico per l’Italia dal dopoguerra, il mondo della ristorazione italiana, uno dei comparti messi in ginocchio dall’epidemia, non rinuncia al valore assoluto della solidarietà e scende quindi in campo per dare un sostegno concreto agli operatori e alle strutture sanitarie impegnate senza sosta a fronteggiare l’emergenza coronavirus. Tutti possiamo fare qualcosa per dare concretamente una mano ai medici e agli scienziati che stanno facendo un lavoro importantissimo.

Per questo Italia a Tavola ha pensato di sostenere economicamente le unità di terapia intensiva dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dell’Ospedale Spallanzani di Roma in prima linea nella lotta al coronavirus attraverso una pubblica raccolta di fondi per acquistare respiratori e macchinari di supporto.

Anche una piccola donazione può fare la differenza.

Le donazioni (minimo 10 €) possono essere effettuate tramite la piattaforma dedicata GOFUNDME, con una cifra finale da raggiungere fissata a 200.000 euro. L’invito rivolto a tutti – anche a chi non potesse fare donazioni – è di diffondere e dare il più possibile visibilità alla campagna di raccolta fondi, condividendola e rilanciandola attraverso i canali social.

Il progetto ha anche come obiettivo quello di guardare “oltre” l’emergenza: prima debelliamo questo virus e fermiamo il numero dei contagi e delle vittime, prima torneremo ad essere l’Italia che lavora, che produce e che investe. Per farlo c’è bisogno dell’aiuto di tutti: aziende, professionisti, privati cittadini. Sostenendo gli ospedali e il personale medico si avrà la possibilità concreta di favorire le guarigioni e accelerare il superamento di questa crisi che ormai ha toccato tutti i settori devastando l’economia dell’intero Paese. Facciamo ripartire l’Italia!

Alcuni tra i cuochi che hanno già sposato la campagna di raccolta fondi hanno sottolineato l’importanza del lavoro svolto dal personale medico. «Abbiamo degli eroi attorno a noi – ha dichiarato Chicco Cerea – medici, infermieri, ausiliari, volontari, che si stanno prodigando ogni giorno per le nostre vite, per la nostra comunità. Dobbiamo aiutarli in modo tangibile, facciamo una donazione». «Ringrazio tutti gli operatori socio-sanitari che stanno lavorando per salvare la nostra popolazione – ha affermato Rocco Pozzulo – e chiedo a tutti di sostenere questa raccolta fondi per l’acquisto di respiratori e materiale sanitario».

Altri hanno insistito sull’importanza di rispettare le disposizioni del Governo. «Per rispetto dei nostri collaboratori e dei nostri clienti dobbiamo osservare quello che il decreto ci ha imposto – ha ricordato Enrico Bartolini – ma da casa possiamo aiutare gli operatori sanitari, attraverso un piccolo gesto». Dello stesso avviso Giovanni Santini: «Tutti abbiamo il dovere di restare a casa, ma anche da casa possiamo fare qualcosa di importante e di grande».

Unanime l’invito a rimanere tutti uniti avendo ben chiaro l’obiettivo del bene comune. «È un momento complicato, difficile – ha sottolineato Mauro Uliassi – i locali sono chiusi, sui volti delle persone si può leggere lo smarrimento. Dobbiamo cercare di rimanere uniti e aiutare chi in questo momento ha veramente bisogno come gli ospedali». «Tanti nostri colleghi hanno chiuso i ristoranti – ha ammesso Enrico Derflingher – è un momento difficile, dobbiamo restare uniti perché solo se saremo uniti riusciremo a sconfiggere questo virus». «È giusto che anche la nostra categoria dia il suo contributo – ha rimarcato Sandro Serva – il mio invito è quello di coinvolgere quante più persone possibile».

Un messaggio di vicinanza arriva anche dall’estero, per la precisione da Hong Kong: «Tutto il mio sostegno al nostro grande e amato Paese in questi momenti drammatici – ha dichiarato Umberto Bombana – con gli ospedali in emergenza e la gente che sta male. Aiutiamo le autorità in modo che questo momento passi alla svelta».

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