Habitat Naturale
Il 2018 del Teatro della Tosse debutta il 16 gennaio con lo spettacolo di Elisabetta Granara allestito in una location particolare : Il Museo di Storia Naturale Doria.
Al Museo di Storia Naturale i leoni giacciono sereni nella loro piccola savana come se stessero nel loro Habitat Naturale. L’audio della foresta Amazzonica riecheggia nei corridoi vuoti. Lo Sphaeroma Tenebrans è al suo posto nella bacheca dei crostacei isopodi. Le giornate scorrono serene tra le visite delle scolaresche e gli interventi di manutenzione ordinaria; quello che succede fuori non conta, l’importante è che al momento della chiusura tutto sia in ordine e il custode inserisca l’allarme.
È quello che ha fatto anche ieri sera, eppure stamattina, nella sala degli insetti, è stato trovato un oggetto estraneo. È il primo di una serie di ritrovamenti insoliti che rivela una sconcertante verità: tra quelle quattro mura è venuto ad abitare un essere sconosciuto…
La migrazione vista da una prospettiva biologica: cause, meccanismi, effetti; dispersione, adattamento, evoluzione.
In un periodo storico in cui le migrazioni ci mettono in crisi con la loro enorme complessità, proviamo a cercare spunti nella Natura. Farle domande, a rielaborare le risposte. Con Habitat Naturale, Elisabetta Granara conduce gli spettatori lungo i corridoi del Museo di Storia Naturale, per ripercorrere con loro lo stupore del suo incontro di profana con la Biologia e l’Ecologia.
Lo fa attraverso un racconto e dei personaggi: l’arrivo di uno straniero in un museo di Storia Naturale, un luogo dove tutto è statico per poter rappresentare qualcosa che mai si può fermare. Una direttrice di museo preparatissima e severissima. Ma ferma. L’allegra parabola di una crisi del mondo fermo, perché la vita è un processo di cambiamento costante. Habitat naturale intende approfondire una dinamica di fondo del vivere contemporaneo: le migrazioni e le loro conseguenze.
Uno spettacolo in un museo.
Sono sempre stata affascinata dalla teatralità del Museo di Storia Naturale. L’artificio per spiegare la natura. L’atmosfera di mistero che gli animali tassidermizzati nelle loro cabine di vetro possono suscitare nei visitatori. Le sale, i corridoi. I diorami, scenari tridimensionali per rappresentare il mondo. La stratificazione di epoche nascosta tra i muri, gli arredi e le didascalie che ne fanno un museo di storia nella storia.
Volevo condividere questo mio gusto, condurre la mia personale visita guidata. Ne è nata la protagonista di questa storia, una direttrice preparatissima e severissima che sa interpretare la natura e svelarne gli arcani. La scena sarà costruita per creare un’ambientazione il più possibile fedele a queste suggestioni, così come i due personaggi protagonisti, la direttrice e il custode del museo. Gli attori si muoveranno in uno spazio che si svilupperà tra vetrinette e animali impagliati, con un sottofondo artificiale di audio-didascalie e suoni della natura, in un’atmosfera alla Walter Potter, tassidermista vittoriano.
Elisabetta Granara e il Gruppo di Teatro Campestre
Elisabetta Granara è nata nel 1984 ed è cresciuta in Valle Scrivia (Ge). Ha vissuto gli anni degli studi a Genova, poi i casi della vita l’hanno portata a Tonezza del Cimone (Vi), un piccolissimo paese di montagna dove ha trasferito le sue cose e Il Gruppo di Teatro Campestre (Gtc), originariamente compagnia teatrale fondata con altri amici nel 2008, oggi marchio distintivo della sua poetica. Parallelamente alla laurea in teoria della letteratura e narratologia, gli anni di laboratori teatrali e seminari hanno dato i primi frutti e l’hanno convinta a intraprendere un percorso autorale sul contemporaneo: oggi si può definire attrice, regista e autrice.
Dopo Civediamoaldìperdì (Finalista Scintille 2012), il suo Amami, baciami, amami, sposami è stato semifinalista al Premio Scenario 2013. Tra la fine del 2014 e il 2015, primo anno in Veneto, ha vinto il Premio Giovani Realtà del Teatro con Proclami alla nazione e il premio Crash Test con La vera storia dei Mole People. Nello stesso periodo ha iniziato a collaborare con il Teatro della Tosse prima con la coregia di Adagio (2014), poi con la conduzione del corso base di recitazione (2015-16). Dal 2016 si dedica a nuovi progetti, ponendo così le basi di una nuova vita, anche artistica, in un nuovo habitat.