GF VIP insulti verso le persone con sindrome di Down

Fermare la discriminazione verso la disabilità non è una battaglia di serie b. CoorDown chiede l’espulsione per la concorrente Selvaggia Roma.


Provate a dire in tv la parola “negro”. Provate a usare “frocio” e “checca”. Provate a dire “ebreo” con l’obiettivo di offendere. Provate a fare un commento sessista. Vi si scaglierà addosso la stampa tutta e i più impegnati attivisti della rete. Dite “mongoloide” o qualsiasi altra parola della disabilità per offendere, e non accadrà proprio nulla.

Non è accaduto nulla infatti, neppure delle semplici scuse. Il Grande Fratello Vip nella trasmissione serale di lunedì scorso non ha ritenuto necessario dedicare spazio al comportamento e al linguaggio offensivo da parte della concorrente Selvaggia Roma, che – per due volte- ha usato durante le dirette la parola “mongoloide”, con volontà spregiativa e offensiva verso le persone con sindrome di Down.

La denuncia di CoorDown – coordinamento delle associazioni delle persone con sindrome di Down, dell’uso della cosiddetta r-word, come ennesimo episodio di discriminazione verso la disabilità intellettiva e uso di linguaggio violento sembra essere caduta nel vuoto.

CoorDown torna a chiedere a Canale5 e al Grande Fratello VIP di prendere provvedimenti verso la concorrente, non è tollerabile che vengano sanzionati episodi di razzismo, sessismo e blasfemia e si lascino correre come “errori di poco conto” insulti che offendono le persone con sindrome di Down e le loro famiglie. Venerdì 21 novembre è l’occasione per far sì che milioni di spettatori della trasmissione possano avere chiaro e senza giustificazioni cosa significa condannare pregiudizi e discriminazione verso la disabilità.

CoorDown dichiara: “Non possiamo impegnarci per l’inclusione a scuola e nel mondo del lavoro delle persone con disabilità se non cambia la mentalità e cultura di chi ci circonda. Le persone con sindrome di Down hanno lottato insieme alle loro famiglie per cambiare il mondo e per farsi spazio nella società. Dobbiamo continuare a lottare perchè un mondo consapevole e aperto al rispetto della diversità possa accogliere davvero le persone con disabilità. Si tratta di una battaglia civile e culturale che non può essere considerata di Serie B. Il linguaggio è l’alfabeto della cultura in evoluzione. Se sdoganiamo termini come “mongoloide”, facciamo un passo indietro culturale di diversi decenni.”.

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