Fazio e Bergoglio: quando in televisione si fa la storia

Domenica sera, durante la consueta puntata di Che tempo che fa, abbiamo assistito ad un evento storico.


Annunciato per la prima volta con uno spot andato in onda durante Sanremo, il 6 febbraio Fabio Fazio ha intervistato Sua Santità, Papa Francesco. Un incontro di un’ora, ricco, denso di parole e significato.

Fazio ha svelato che l’idea, forse più un sogno che qualcosa di davvero concreto, è nata da un incontro che lo stesso aveva avuto con il Pontefice a Nuovi Orizzonti, insieme a Chiara Amirante e Don Davide Banzato. Certo da questo a credere, sperare che ciò avvenisse veramente ce ne passa. E invece è successo. Un evento di portata storica, seguito da più di 6 milioni di spettatori con picchi di 8.

Potremmo dire che Fazio si è preso la sua rivincita, e che rivincita. È innegabile che gli ultimi anni lavorativi del conduttore savonese siano stati molto più che difficili, e nulla c’entra la pandemia. I problemi sono nati ben prima, con un trasloco su Rai Uno tanto fortemente voluto dall’allora direttore Fabiano, quanto ostacolato dalla dirigenza successiva, a cui è seguito il passaggio poco fortunato su Rai Due, rete che, indipendentemente da tutto, sta passando un periodo caratterizzato da una perdita di identità.

Il tutto contornato da cattiverie, odio e minacce di morte che si commentano da sole.  Infine, la rinascita, il ritorno a Rai Tre, rete che ha dato i natali al programma diciannove anni fa. Certo, di acqua sotto i ponti ne è passata da quel 13 settembre 2003, quando c’era persino un gioco telefonico il cui premio era un ombrello.

Che tempo che fa è cresciuto, diventato maggiorenne e altamente responsabile. È stato tra i primi programmi televisivi ad essere travolto, nel 2020, dalla pandemia e ad aver retto benissimo, gestendo l’evento in modo magistrale, con un racconto dettagliato, attento, curato e mai banale, fissando punti, cercando risposte. È un fiore all’occhiello dell’azienda, un prodotto anni luce lontano dalla Tv urlata a cui siamo abituati, che passa dalla serietà all’ilarità in modo sorprendente, senza mai stonare.

La sua forza è il lavoro di squadra, che ha portato in studio nomi come Obama, Napolitano (quando era ancora Presidente della Repubblica, al suo secondo mandato), Greta Thunberg, Lady Gaga, Madonna, per citarne alcuni. Che tempo che fa è stato in grado, nel corso degli anni, di creare attorno a sé una credibilità e una forza positiva, in grado di far scegliere al Papa proprio questo programma per parlare a tutti.

A tutti, ma anche un po’ di tutto si è chiacchierato domenica sera (sì perché alla fine sembrava proprio quello). Migranti, armi, ambiente, famiglia, ma anche qualcosa di più leggero. E così abbiamo scoperto che Sua Santità, da piccolo, sarebbe voluto diventare un macellaio, che non ama la solitudine, che ha pochi, ma buoni amici, che i suoi gusti musicali sono orientati alla musica classica e che non si considera in alcun modo un santo.

Un’intervista che, qualora ce ne fosse stato bisogno, ha reso ancora più vicino al popolo quest’uomo vestito di bianco. Non occorre necessariamente essere credenti per dare un giudizio più che positivo sulla serata. È stata, oggettivamente, una bellissima ed emozionante pagina di televisione, di cui avevamo tutti bisogno.

Ancora una volta Fazio ha dimostrato che educazione, pacatezza, semplicità e lavoro a testa bassa portano a dei risultati che mamma Rai non può più negare.

A Fazio, soprattutto dopo ieri sera, dobbiamo dire solo grazie, ma anche chiedergli scusa per chi, negli anni, ha tentato di coprirlo di fango, palesemente, non riuscendoci. E meno male!

Enrica Leone

 

 

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