Drake, l’asso pigliatutto

“Scorpion” è l’album del rapper e produttore americano che ha stabilito il record assoluto di un miliardo di streaming mentre sono ben 7 i singoli entrati nella top ten di Billboard. Ma andando oltre ai numeri non è tutto oro quello che luccica.


Business is business. Questa frase, nella sua estrema sintesi e banalità, si sposa perfettamente agli obiettivi e ai risultati degli artisti che oggi spesso comandano le classifiche e influenzano l’intero mercato. Le qualità artistiche contano eccome e sarebbe stupido contrapporre i due concetti di quantità e qualità, piuttosto meglio riflettere sulla comunicazione e su quante cose possano portare l’acqua al mulino di un artista che vadano oltre la musica.

 

La sconfinata notorietà di Drake ha rivelato al pubblico dominio una controversa questione privata e anche con queste premesse è nato “Scorpion”, disco interminabile della durata di un ora e mezza con ben 25 tracce e con alcune risposte private, personali che qualcuno pare attendesse. Cos’è successo? Drake è stato accusato dal rapper Pusha T di avere avuto una relazione recente con una ragazza e di non aver voluto riconoscere la paternità del piccolo pagando a suon di dollari la mamma del nascituro.

 

Che sia una trovata pubblicitaria o uno sfogo intimo in musica, l’interrogativo si è diffuso ovunque e la risposta è arrivata via musica con due pezzi; “March 14” (data che avrà sicuramente un significato) ed “Emotionless”, un ottimo flusso di rime su un campionamento di Mariah Carey. Drake ammette la veridicità della notizia, non prima di lasciare un messaggio da genitore pentito (“non colpirmi quando ascolterai questa canzone”) e uno da amante assente (“conosco una ragazza che sta gridando aiuto/ ma il suo ultimo messaggio è “Vattene via”).

 

Le due anime di Drake, quella legata al rap e quella più confidenziale che flirta col pop stavolta sono nettamente separate in due playlist distinte per un totale di ben 25 tracce e 90 minuti di musica, compreso alcuni (forse troppi) rirmepitivi e momenti molto autoreferenziali. La durata dell’album ha favorito sicuramente i risultati strabilianti dello streaming (un miliardo tondo) visto che gli ascolti inevitabilmente si sommano, l’attesa e la pubblicità social a  tappeto hanno fatto il resto.

 

Fiore all’occhiello dell’album è “Don’t matter to me”, brano che contiene addirittura un contributo alla voce del grande Michael Jackson, redivivo già diverse volte su progetto altrui ma questa volta presente come fosse veramente un duetto uscito oggi. Frutto di una vecchia ed inutilizzata collaborazione con Paul Anka, l’estratto vocale di Jacko sarà costato caro al buon Drake ma visti i risultati in termini di vendite pare ne sia valsa proprio la pena.

 

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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 15,10 – 21,00 su Radio Budrio

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