Caso Insinna, non buttiamola in ”caciara”

”Abbiamo preso una nana di m***a che non sa parlare” comincia così il grosso scivolone del conduttore di Affari Tuoi.


Si sta consumando in queste ore l’ennesimo scontro Striscia la notizia e Affari tuoi, anzi affari di Insinna. Quanto accaduto delle scorse ore è estremamente riprovevole, sotto ogni punto di vista. Sicuramente Striscia la Notizia non ha agito per puro spirito di giustizia e correttezza, probabilmente ricevendo le registrazioni incriminate dove il conduttore di Rai Uno insultava pesantemente una concorrente con epiteti irripetibili, non gli è parso vero di riacutizzare l’eterna lotta tra i due programmi sferrando il colpo finale. Certamente chi ha registrato e poi inviato a canale 5 questa sorta di intercettazioni non si deve sentire un eroe perché non tanto ha minato la fiducia di Insinna, probabilmente per arrivare a quel punto il livello di sopportazione era stato superato da un pezzo, ma ha violato quel rapporto di fiducia che è alla base tra un dipendente e la sua azienda.

Veniamo a Flavio Insinna, paladino della giustizia, dei buoni sentimenti e del perbenismo a telecamere accese, per poi trasformarsi in un perfetto Mr Hyde quando queste sono spente. Si possono discutere certamente i mezzi e i modi attraverso i quali tutta questa storia è venuta a galla, ma non si può obiettare al fatto che quanto detto è orripilante soprattutto se proviene dalla bocca di chi professa la correttezza e la bontà. Nessuno a questo mondo è privo di scheletri nell’armadio, ma un comportamento tale è inaccettabile. In queste ore si sta mettendo quasi più alla gogna il mezzo, Striscia, che il soggetto ossia il proprietario di quella bocca che ha parlato prima di pensare. Quello che si sta rischiando in questo momento è di perdere di vista la gravità dei fatti solo perché il metodo con il quale sono stati scoperti è poco ortodosso, condannabile anch’esso certo, ma molto meno grave. Anche perché quello che si nota in questo momento è una solidarietà inaudita, smisurata ed incomprensibile da parte dei vertici di molti, soprattutto della Rai. Il tweet del direttore di rete ne è un esempio. Cosa significa tutto ciò? Qual è la discriminate che fa sì che Insinna debba essere quasi coccolato per il torto subito e, per esempio, Paola Perego accompagnata nemmeno tanto gentilmente alla porta?

Non lasciamo che questa cosa cada nel dimenticatoio, non fateci pensare che solo perché Insinna è Insinna debba essere giustificato e scusato, e non permettete che l’unica traccia di questa storia sia la denuncia che la concorrente della Valle D’Aosta sta meditando di sporgere contro di lui. Le scuse ufficiali ci vogliono e non solo da parte del conduttore, ma anche da parte di chi ha preso le sue difese a spada tratta. Non è giusto, non da parte di una Rai che professa la sua battaglia contro la violenza sulle donne con così tanto fervore. Perché definire “Nana di m***a che non sa parlare” una persona ditemi voi se non è una violenza, verbale, ma pur sempre una violenza. La Rai in questo periodo sta prendendo decisioni sempre più opinabili, sarebbe bello che non aggiungesse l’ennesimo errore di valutazione ad una lunga lista già scritta.

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