Pillole di Liuteria

Farinacci il più fascista e Cremona liutaria.


Roberto Farinacci era stato un fascista della prima ora. Era con fasci di combattimento a Milano alla loro nascita quindi era stato uno dei capi del movimento nella sua Cremona dove si era fatto notare nell’organizzare manifestazioni e spedizioni punitive con i suoi amici esaltati contro operai, contadini, politici di sinistra, sindacalisti, contro le leghe rosse e quelle bianche di Don Miglioli, e nell’occupazione dei palazzi del potere.

 

Era stato tra i più impegnati nel convincere Mussolini a realizzare la marcia su Roma e poi si era fatto strada sempre più tra i gerarchi nel PNF. Poi un giorno Mussolini si era ammalato, qualcuno aveva pensato che fosse qualcosa di molto grave e Farinacci aveva pensato bene che gli spettasse di diritto essere nominato capo del Partito Fascista e si era dato molto da fare in tal senso. Mussolini invece era guarito, era guarito in breve tempo e non glielo aveva perdonato.

 

Come era solito fare con chi aveva osato mettersi contro o cercato di oscurare la sua figura ( vedi Gabriele D’Annunzio al “ Vittoriale” ) anche a Farinacci impose “un esilio dorato”. Fu relegato nella sua Cremona dove divenne il “ras” , dove poteva fare e disfare a piacimento ciò che voleva, ottenere fondi, organizzare eventi importanti, collaborare con il suo giornale personale “Il Regime Fascista” a diffondere il verbo fascista, ma raramente poteva allontanarsi dalla città e recarsi a Roma né tantomeno partecipare a decisioni importanti.

 

Cercò di sfruttare per un suo reinserimento le leggi razziali che appoggiò fra i primi in Italia sperando in una nuova notorietà nazionale e nell’appoggio di Hitler ma anche questa mossa non fu per lui risolutiva.
Per molti anni covò un progetto segreto per cercare di risalire la china una iniziativa legata alla sua città, che Mussolini non avrebbe potuto bocciare perché contribuiva alla grandezza del paese ed a sottolineare il genio italico nel tempo e nel mondo : sfruttare la grande tradizione liutaria i grandi liutai di Cremona del periodo classico, degli Amati e di Stradivari per portare la città e la liuteria italiana ed il genio italico all’attenzione del mondo intero.

 

Si spiega così la sua avversione nei confronti del maestro Giuseppe Fiorini che aveva ottenuto grande fama in Germania e in Svizzera, che voleva far nascere a Cremona una scuola di liuteria. Malgrado il maestro volesse donare alla città i cimeli stradivariani che aveva comprato personalmente e chiedesse continuamente incontri risolutivi, si capiscono le dilazioni imposte, le più o meno velate opposizioni nei suoi confronti, alcuni articoli di uomini fidati come il giornalista Bacchetta apparsi sul “Regime Fascista” che insinuavano dubbi e sospetti sul grande maestro bolognese.


Ovviamente Farinacci voleva che i cimeli stradivariani tornassero a Cremona ma non voleva far nascere la scuola di liuteria e che ogni argomento sulla materia ottenesse troppo clamore .

 

Quando non potè più rifiutare il regalo delle forme, degli attrezzi e di tutti disegni di Antonio Stradivari venduti al Conte Cozio di Salabue perché oltretutto Fiorini si era ammalato gravemente agli occhi e non avrebbe più potuto richiedere di poter insegnare nella scuola che voleva costituire, fu fissata la cerimonia di consegna ( si era nel 1930 ) ma si tenne senza grandi clamori al contrario di quanto solitamente la stampa fascista era solita fare e non vi presenziò neppure con la scusa di un improrogabile impegno a Roma ( oltretutto fasullo in quanto nel primo pomeriggio di quel giorno era a Cremona e incontrò Fiorini al ristorante ma non volle che la notizia risultasse sulla stampa).

 

E fu chiaro poco dopo il motivo : voleva che il clamore avvenisse solo nel 1937 ( ben sette anni dopo) nell’anniversario della morte del sommo liutaio cremonese Antonio Stradivari quando avrebbe organizzato le manifestazioni per il Bicentenario stradivariano.

 


Solo un paio di anni prima svelò il suo progetto a Mussolini e ai grandi capi del fascismo riuscendo ad ottenerne la loro approvazione tanto da poter spendere per realizzarlo l’astronomica cifra di un miliardo di lire di allora con l’aiuto della Banca d’Italia, di altri istituti di credito tra cui in prima linea la Banca Nazionale del Lavoro, le corporazioni, varie associazioni.

 

Dal punto di vista urbanistico distrusse parte del centro storico della città di Cremona per dar vita a piazza Marconi, al palazzo dell’arte, a tanti altri palazzi stile fascista in piazza Cavour e quindi per realizzare un grande viale per collegare la piazza del duomo al fiume Po sulle rive del quale fece costruire le colonie padane.

 

Per il 1937 riuscì ad organizzare a Cremona eventi sportivi di grande interesse come i campionati nazionali di tennis e di canottaggio, manifestazioni ginniche, ippiche, di pattinaggio; fece tenere convegni scientifici, musicali, liutari, riunioni di associazioni importanti di vario genere.Organizzò concerti al teatro Ponchielli, nella cattedrale e in piazza duomo con musicisti di tutta Europa e di chiara fama. Impose infine un concorso nazionale di liuteria moderna cui parteciparono tutti i liutai più importanti d’Italia interessati ovviamente ai premi di notevole rilevanza ma anche perché invitati caldamente dalle corporazioni.

 

Strinse accordi con i dopolavori, con enti che si occupavano del tempo libero, per far giungere treni e pullman di visitatori da tutta Italia e riuscì anche a convincere molti italiani all’estero e organismi stranieri tedeschi statunitensi ungheresi e polacchi a portare loro adepti in Italia a Cremona a visitare le mostre.

 

L’evento fondamentale di cui parlarono giornali e radio di tutto i il mondo fu comunque la mostra di liuteria antica che si tenne dal maggio all’ottobre del 1937 in Palazzo Cittanova in cui furono esposti 136 strumenti di liutai classici cremonesi ( Amati, Stradivari, Guarneri del Gesù ed inoltre Guarneri, Bergonzi, Ruggeri,Storioni ecc ecc – per l’esattezza 6 Andrea Amati, 41 Stradivari, 11 Guarneri del Gesù ) certificati dai più importanti liutai al mondo del periodo Max Moller, Paul Deshamp, Fridolin Hamma, Simone Fernando Sacconi e Leandro Bisiach.

 

Il suo “capolavoro” fu comunque quello di far venire a Cremona distanziati nel tempo e distribuiti durante tutto l’anno Mussolini, il re, la regina, il principe ereditario, il poeta Gabriele D’Annunzio, tutti i gerarchi in modo che dell’evento si potesse parlare quasi ogni giorno alla radio, nei documentari Luce nei cinema, sulla stampa nazionale e internazionale. A conclusione delle manifestazioni comunicò che nell’ ottobre del 1938 sarebbe nata la Regia Scuola di Liuteria che aveva tenuto per anni in stand by perché non rovinasse il suo grande progetto.
Una scuola diversa comunque da quella che avrebbe voluto Fiorini e che avrebbe desiderato lo stesso Sacconi cui Farinacci aveva offerto la cattedra di laboratorio di liuteria ma che il liutaio romano da un po’ di tempo trasferitosi negli Usa aveva rifiutato per vari motivi: un argomento tra i tanti su cui torneremo. Dal 1937 comunque Cremona iniziava a riprendersi il suo giusto posto nel mondo come capitale mondiale della liuteria……proprio grazie a Roberto Farinacci, il più fascista.

 

 

Nelle foto da in alto a sinistra:

1 Farinacci il più fascista e Mussolini

2 il Re a Cremona e sfilata di gerarchi per le vie di Cremona

3 la Regina a Cremona e i partecipanti al congresso di liutologia

4 Il Principe ereditario e il ministro della cultura a Cremona

5 Palazzo Cittanova esposizione del capolavori della liuteria cremose

6 Ultimo concerto in Diumo e primo concerto al Ponchielli

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