Una vita da Skiantos

La scomparsa del chitarrista Dandy Bestia va ad aggiungersi a quella del co fondatore e “guru” Freak Antoni chiudendo un cerchio nella storia di una band autodefinitasi “di grande insuccesso”, tra provocazioni intelligenti e avanguardia punk.


Gli Skiantos non sono solo un gruppo musicale, sono un modo di vedere la vita, e di conseguenza anche la morte, in maniera laterale, obliqua, non banale e molto più sana di quello che ci racconta la loro storia fatta di eccessi, litigi, ma anche di sagge illuminazioni spesso incomprese nell’immediato, perché come ci hanno insegnato bene “non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti”.

Pensate alla loro esibizione a Bologna Rock il 2 aprile 1979, quando erano attesi come fossero le star della serata, e invece stupirono tutti installando una cucina sul palco e distribuendo piatti di spaghetti al pubblico, subendo una vivace contestazione smorzata con la loro proverbiale ironia.

Non dare mai al pubblico quello che si aspetta, creare quel simpatico botta e risposta di insulti che era diventata un rito indimenticabile nei loro concerti, sono solo alcune delle caratteristiche della loro cifra universalmente riconosciuta come demenziale.

Fabio Testoni in arte Dandy Bestia, dopo una gavetta nelle balere di cui è andato sempre fiero, è stato maestro di chitarra per tanti, collaborando con Lucio Dalla, gli Stadio, Francesco Guccini, e custode di aneddoti curiosi, che insieme agli album pubblicati possono spiegare perché sono gli Skiantos diventati un gruppo “cult”.

“Che differenza c’è tra demenziale e demente?” Questa domanda venne fatta a Freak Antoni in prima serata su rai1, Dandy Bestia ha raccontato di recente come quella inevitabile risposta di Freak, del tipo “non saper distinguere demente e demenziale significa già per sé essere dementi” pregiudicò la presenza del gruppo in TV per un po’, ma la soddisfazione è il divertimento in quel momento erano insostituibili.

I dischi migliori degli Skiantos? Sicuramente i primi, a partire da “Inascoltabile” (1977), il suono grezzo delle cantine di Via San Vitale, il classico “Monotono” (1978) ma anche zampate successive come “Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti” (1987) e “Doppia dose” (1999) dove, tra gli ospiti, c’era un divertito Luca Carboni.

Mitologico è stato il loro “dissing” con Elio e le Storie Tese, loro fan nonostante fossero lontani anni luce dal punk essendo loro più “zappiani” iper tecnici, risolto con una pace organizzata e scoppiata in una serata rimasta nella storia, al Parco Nord di Bologna il 16 settembre 2003.

Due anni dopo viene scartata da Sanremo la loro “Canzone contro i giovani”, anticipo delle dinamiche generazionali che avremo affrontato anni dopo.

Amici dagli anni del DAMS, Freak Antoni e Dandy Bestia si sono presi e lasciati più volte come tutte le coppie artistiche felici e turbolente, ma il loro connubio era pura ottimizzazione, perchè come disse Dandy: “io non sapevo scrivere, lui non sapeva suonare”.

Nel 2022 Iggy Pop, il noto “iguana del rock” e conduttore radio alla BBC, ha mandato in onda la loro “Eptadone” elogiando il loro approccio punk.

Tra i cartelli che esponevano nei loro concerti, oltre agli esilaranti “meno coccole, più kakkole” e “pubblico di merda” c’era “La storia ci darà ragione”. Così è stato, così come è vero che ora, dall’aldilà, Dandy e Freak mi staranno mandando bonariamente al diavolo per questo omaggio non privo di retorica, per me sarebbe comunque un onore.

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 Fabio Alberti

 

 

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