Straordinario plebiscito coreano agli Academy Awards

Il film di Bong Joon Ho, “Parasite” porta a casa 4 statuette “pesanti”: Miglior film straniero, miglior sceneggiatura originale, miglior regia, ma soprattutto miglior film.

Non era mai successo; era dai tempi di “La tigre e il dragone” di Ang Lee, che l’Asia (in questo caso la Corea del Sud) non raccoglieva un risultato così importante in una manifestazione in cui normalmente è quasi sempre il cinema statunitense a trionfare. Lo scorso anno, il messicano “Roma” di Alfonso Cuaron, aveva sdoganato Netflix agli Oscar, e ci era andato quasi vicino al trionfo come miglior film.

Quest’anno, “Parasite” è riuscito a completare l’operazione, a partire dalla Palma d’Oro al Festival di Cannes, ribaltando l’idea che negli ultimi anni è il Festival di Venezia ad “azzeccare” la stagione dei premi con il film vincitore del Leone d’Oro.

Stavolta, l’incredibile connubio di una narrazione che unisce il Dostoevskij di “Memorie dal Sottosuolo”, la lotta di classe fra i poverissimi e gli ultraricchi (argomento affrontato anche nell’altro vincitore degli Academy Awards, “Joker”, con lo scontatissimo Oscar allo stratosferico Joaquin Phoenix come miglior attore protagonista, e alla suggestiva colonna sonora), e una sceneggiatura tesa e originale (è già in sviluppo una serie tv con Mark Ruffalo tra i protagonisti), ha battuto tutti i contendenti.

A bocca asciutta sono rimasti Sam Mendes, il cui “1917” ha portato a casa solo 3 premi tecnici (alcuni addirittura conquistati da “Le Mans 66” di James Mangold), Quentin Tarantino, il cui divertente “C’era una volta…a Hollywood” è stato consacrato con il premio a Brad Pitt per il migliore attore non protagonista, e il premio per la sfavillante e luminosa scenografia.

Nessuna statuetta invece per Martin Scorsese e il suo fluviale “The Irishman”, produzione Netflix, insieme a “Storia di un matrimonio” che ha visto però premiare Laura Dern come migliore attrice non protagonista. E proprio Bong Joon Ho, ha ringraziato sia Tarantino che Scorsese sul palco, con una citazione di quest’ultimo che ha sempre avuto nella sua formazione di regista: “Più è personale, più è creativo”.

Francesco Maggiore

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