Neffa, rime per tempi cupi

“Canerandagio – Parte 1” segna il ritorno del “guaglione sulla traccia” nel mondo del rap ma non è un’autocelebrazione, è un disco “di genere” spontaneo e senza nostalgia. Il progetto culminerà il 5 novembre con “Universo Neffa”, concerto evento all’Unipol Forum di Assago.


“Fare musica, per me, è rappresentare il momento spirituale in cui io vivo”, una delle frasi con le quali Neffa ha presentato il disco del suo ritorno al rap dopo più di 25 anni spiega meglio di tanti discorsi lunghi e articolati cosa sia sempre stato il motore delle sue scelte artistiche, indipendentemente che fossero in linea o meno con quello che il pubblico o la discografia gli richiedeva.

La chiave per approcciarsi a “Canerandagio – Parte 1” è questa: zero aspettative e consapevolezza di un presente cupo, che siate nostalgici dei Sangue Misto, fan del Neffa pop o ascoltatori dell’ultima ora.

“Sono passati 30 anni e passa, e ancora puoi sentire che mi copiano” risuona nella “Littlefunkyintro” che apre il disco, all’insegna di quell’arroganza rap anni ’90, presente anche in “TROPPAweed” (insieme a Noyz Narcos) che fa da nave rompighiaccio di un progetto destinato poi a navigare in altri lidi, ma che non può prescindere anche da piccoli sassolini che Neffa ha tutto il diritto di togliersi dalle scarpe.

Unico anello di congiunzione con il precedente “AmorAmmore”, oltre alla prestigiosa casa discografica Numero Uno, è il brano “Argiento” dove Neffa, insieme a Lucariello e STE, non solo canta ma rappa in napoletano.

E’ con “Bufera” (con Franco 126) che si entra nel cuore del progetto, nelle sue atmosfere R&B, a volte oscure e claustrofobiche, talvolta minimaliste, dove c’è tutta l’assurdità di un presente che ci incolla al pavimento e non ci permette di volare.

In “Cuoreapezzi” (insieme a Guè e Joshua) ritroviamo quel ragazzo che trent’anni fà aspettava il sole, ma le sue speranze sono state disattese, mentre in “Canerandagio (Feat. IZI)” c’è l’impronta autobiografica di un artista che è sempre fuggito dai target e dagli approdi sicuri.

“Hype” riprende “Scattano le indagini” (2002) di Fabri Fibra, presente nel pezzo insieme ad una sussurrata Myss Keta, ma ci lascia un po’ l’amaro per il tema abbastanza abusato, mentre “Perdersi&ritorno (Ft. Frah Quintale)”, vira su ricordi e dinamiche familiari citando velatamente “Smooth Operator” di Sade.

Neffa mantiene un tono distaccato, il suo rap è essenziale, dolente, mentre gli ospiti (quasi tutti, per la cronaca, in quota Sony Music) mischiano le carte creando contrasti, come nella sentimentale e crepuscolare “Miraggio” tra lo stiloso soul di Joan Thiele e le strofe grezze di Gemitaiz, mentre “Tuttelestelle” con la giovane svizzera Ele A e l’inaspettata Francesca Michielin chiude le tracce cercando uno spiraglio di luce nella cupezza, perchè “Tutto il dolore sarà solo un giorno buio / Tutte le stelle che vuoi bruciano stasera”.

“Canerandagio – Parte 1” è una curiosa anomalia per un artista che ci ha già abituato a scelte “impopolari”, non è un disco rap classico anni ’90 e nemmeno un album che strizza l’occhio al mercato di oggi, è semplicemente la fotografia delle cupa realtà odierna fatta da un artista cinquantasettenne che, non riconoscendosi in nessuna strada plausibile, prova a crearsene una. Il risultato è altalenante ma provarci era necessario, siamo sicuri che questo sia solo un nuovo inizio.

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 Fabio Alberti

 

 

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